25 partite giocate tra campionato, coppa Italia, preliminari e girone di Europa League. 25 risultati utili consecutivi. 62 gol fatti, 22 subiti, 19 vittorie 6 pareggi. 17 diversi giocatori che vanno in rete.
Questi sono i numeri del Milan dal post lockdown ad oggi; stupefacenti. Numeri, a detta di quasi tutti, inaspettati e, ammettiamolo, i più stupiti siamo proprio noi tifosi rossoneri. Seguendo la squadra, le partite, le notizie che circolano, i bilanci e qualsiasi cosa possibile ed immaginabile inerente la nostra passione, tutti i giorni e praticamente in tempo reale, sapevamo bene da dove veniamo. Qualche illuminato, o particolarmente ottimista, c’era, lo ammetto, ma la maggioranza di noi proprio non se lo aspettava. Ricordo il sentiment del periodo subito prima del lockdown. Cupo e funereo tanto che alcuni paventavano persino la retrocessione e pur non arrivando a tanto non facevo eccezione. Volendo guardare bene non sono solo questi numeri da record che lasciano allibiti, ci sono cose che vanno oltre le leggi della matematica.
Gioca Ibra e segniamo, non gioca e segniamo lo stesso. Se Donnarumma è in quarantena e TataLuSantu (si, Santo perchè per fare il secondo del migliore ci vuole coraggio…) ne combina qualcuna di troppo (complice la ruggine da smaltire oltre ai suoi limiti) il resto della truppa si tira su le maniche senza scomporsi più di tanto ne farsi prendere dal panico. Gioca Rebic (una delle tante scoperte inaspettate) e vinciamo, non gioca Rebic e quasi non si vede la differenza. Leao è in Giornata e fa gol ed assist anche se si estrania dal gioco decine di minuti, non è in giornata (come Domenica) e se non riesce a sfornare giocate importanti da il suo contributo con una partita di corsa e sacrificio. Se Calha c’è si vede, se è la partita sbagliata o non è disponibile entra Diaz e fa altrettanto bene. Theo è fuori forma e non riesce a prodursi nelle sue sgroppate devastanti? Poco male, Calabria sale di più e compensa. Se uno dei due è fuori o deve riposare arriva lo sconosciuto (fino a poco tempo fa) Dalot e non li fa rimpiangere. Casti no? Allora Pino si. Kessi, Benni e Tonali? Con la crescita costante di quest’ultimo siamo quasi all’uno vale l’altro.. e quando serve pure Krunic, dove lo metti lo metti, si mette di buzzo buono. Siamo senza centrali? Magari con qualche incertezza ma se la sfanga pure Gabbia che in fondo è un ragazzino inesperto. Kjaer sugli scudi ma quelle rare volte che stecca c’è qualcun altro che ci mette una pezza. Romagna non è ancora al meglio. E chi se ne frega, tanto c’è spaccatutto Kjaer a parargli il sedere. I giovanissimi quando entrano non sembrano ne così giovani ne così inesperti. Hauge? Arriva entra e segna… Non importa se giocano da titolari inamovibili o se entrano gli ultimi minuti per far rifiatare un compagno con la lingua di fuori. Si impegnano tutti allo stesso modo. Spero di non aver dimenticato nessuno ma l’ambaradan è quello a prescindere dai nomi.
Giochiamo contro lo Shamrock o il Crotone? Scendiamo in campo per vincere con la consapevolezza di essere più forti. Giochiamo il derby o contro la Roma? Scendiamo in campo per vincere con la consapevolezza che ci vorranno sacrificio, concentrazione e sudore. Se pure con i lupacchiotti la pareggiamo ci proviamo fino all’ultimo secondo ed usciamo dal campo incazzosi come avessimo perso con un punteggio tennistico. Siamo sotto due gol contro i gobbi? Continuiamo a giocare come se nulla fosse e raggiunto il pari continuiamo a stare in campo per vincere. Giochiamo con squadre che sono inferiori ma che sappiamo possono metterci in difficoltà? Scendiamo in campo per vincere ma provando a gestire la partita quando le forze vengono meno. Giochiamo contro squadre rognose come l’Udinese? Scendiamo in campo per vincere ed anche se il pari ci poteva stare non ci accontentiamo e se Ibra si inventa il colpo da tre punti lo deve anche alla squadra che riesce a mettere lì i friulani e creare i presupposti. Basta un rigore e siamo fuori dalla EL? Noi siamo scesi in campo per vincere e quel rigore ce lo devono segnare e finchè non ci riescono crediamo che nulla è perduto. E si vince dopo una sequenza che rimarrà nella storia e rischiando il coccolone ma ai gironi passiamo noi.
Nonostante sia solo Axel e non Paolo, tutt’altro che Santo, stia viaggiando sulla via di Rozzano e Damasco non rientri nei miei percorsi, vengo ugualmente fulminato dalla rivelazione divina. Non abbiamo un Milan ma abbiamo tanti Milan diversi ma sempre quello giusto al momento giusto. O meglio… Questi Milan hanno molto in comune. Giocano sempre per vincere, per segnare un gol in più degli avversari anziché per prenderne uno in meno, hanno sempre la giusta determinazione, la voglia di mettere in campo tutto quello che hanno e non mollano mai comunque stia andando la partita. Ma sono diversi nel modo, tra partita e partita ed anche all’interno dello stesso match. Cosa sia successo continuo a non spiegarmelo del tutto. L’effetto Zlatan, la buona gestione di Pioli, tante scelte che a noi parevano insensate che si stanno rivelando azzeccate. Ci aggiungo, ricordando un post di Seal di qualche tempo fa, una frase che mi rimase impressa: “cercavamo due titolari ed invece abbiamo preso molte riserve che valgono i titolari”. Tutto vero, ma credo altrettanto importante l’unità di intenti e l’armonia che ci è creata all’interno della società. I giocatori queste cose le sentono e si comportano di conseguenza in campo e, ancor più importante, in allenamento. Il risultato, ed ancor di più, l’atteggiamento sempre positivo si vedono in ogni momento e si percepiscono quando giocano ed in ogni intervista e dichiarazione.
Manca solo l’ultima prova. Quando passeremo momenti difficili, quando capiterà che ne perdiamo una o due, e capiterà perché non si può vincere sempre, vedremo quanto è tosta questa squadra. Se entreranno in campo la partita seguente con lo stesso piglio, con la stessa voglia, con lo stesso spirito di squadra senza addossare ognuno le colpe all’altro, e la stessa sicurezza nei propri mezzi sarà il segnale definitivo che stavolta ci siamo per davvero. In ogni caso ci rimane la cosa più bella. Non fa in tempo a finire una partita che non vediamo il momento che inizi la seguente. Anche noi abbiamo ritrovato entusiasmo e fiducia. Anche noi abbiamo la consapevolezza che possiamo giocarcela con tutte e senza paura. Adesso sappiamo che giochiamo sempre per qualcosa. Non arriverà subito? Poco importa, se la strada è quella giusta prima o poi arriverà. Adesso semplicemente… ci divertiamo e… scusate se è poco…
PS: mentre scrivo il post, manco mi avesse letto nel pensiero, un compagno di stadio mi manda un whatsuppino. Ve lo riporto paro paro: “La cosa più difficile adesso è essere costretti a stare lontani dalla nostra squadra, non riuscire a far sentire a tutti loro quanto ci stanno rendendo felici e fieri di tifare. Ma se questo è il piccolo prezzo da pagare, in un momento in cui i sacrifici per tutti noi sono di portata ben più grave, allora poco male e sono sicuro che il meglio deve ancora venire…”.
Saggio Ste! il cuore rossonero è di un’altra categoria. Non si diventa milanisti per caso. Fratelli; vi state superando…
FORZA MILAN
Axel
Seguiteci anche su