Il 28 maggio, il ministro Spadafora farà sapere ai vertici del calcio italiano la data in cui il governo permetterà la ripresa del campionato di Serie A. Ma prima del via ci sono almeno 3 problemi a cui Federcalcio e Lega devono trovare una soluzione: come formulare l’eventuale classifica finale, la questione contratti in scadenza il 30 giugno e il nodo stipendi. La Figc ha fissato il suo piano B (e anche un piano C): play-off se il campionato si dovesse fermare per un caso di positività . E se poi non ci fosse tempo neanche per quelli, definizione di una classifica finale. Già , ma su quali criteri? Questo il primo nodo da sciogliere. Perché la maggioranza che ha approvato queste due formule, rischia di esplodere quando se ne dovranno a definire i termini. Se il campionato dovesse fermarsi definitivamente, come stabilire retrocessioni, qualificazioni in Champions e in Europa League? Basti pensare che, se oggi non si ripartisse, esisterebbero almeno 3 classifiche diverse con uguale validità : quella all’ultima giornata completata da tutte le squadre, la 24esima. Quella alla 26esima, escludendo però i risultati della 25esima giornata, rimasta incompleta (non si sono giocate 4 partite). Poi c’è la classifica secondo la media punti, che tiene conto di tutte le partite giocate. Eppure nessuna di queste ipotesi convince del tutto, visto che c’è chi recrimina di aver affrontato per calendario sfide più difficili delle dirette concorrenti. La Figc dovrà stabilire, per motivi di credibilità del sistema, prima della ripresa. Così come la formula dei play-off (e play-out) che finora si è limitata a definire “brevi”.Â
Il campionato dovrebbe ripartire il prossimo 13 giugno, in alternativa il 20. E terminare all’inizio di agosto. Il problema è che i contratti dei calciatori scadono il 30 giugno e moltissimi in tutta Europa a quella data saranno liberi. La Serie A non fa eccezione e le situazioni sono le più disparate. C’è chi come Callejon del Napoli sarà a quella data senza squadra. Chi come Smalling o Mkhitaryan dovrebbe tornare alla squadra che li ha prestati alla Roma. E chi come Kulusevski o Petagna dovrebbe lasciare la propria squadra per passare a chi lo ha già acquistato (Juve e Napoli). La Fifa ha dettato linee guida generali: tutti questi contratti possono essere estesi fino al termine delle competizioni in corso. Il problema è che non può essere fatto d’imperio, ma bisogna trovare un accordo con le parti coinvolte: chi dovesse decidere comunque di cambiare, non potrà però scendere in campo con la nuova squadra fino all’inizio della nuova stagione. Un assist a tutti per estendere di alcuni mesi i contratti in essere. Ma che non offre garanzie. Chi ha già acquistato un giocatore infatti difficilmente lascerà che corra il rischio di farsi male altrove mentre è sotto contratto: questione anche di assicurazioni. E i giocatori perché dovrebbero correre rischi a contratto scaduto? Allo stesso tempo però alcuni club rischiano di perdere pezzi importanti (la Spal potrebbe giocarsi la salvezza senza Petagna) senza poterli sostituire, visto che il mercato aprirà solo a settembre. Insomma, la questione è seria e rischia di avere strascichi legali.
In tutto ciò è esplosa la bolla degli stipendi. La Federcalcio ieri ha deciso di permettere l’iscrizione al campionato di Serie A 2020/21 anche a quei club che non dovessero pagare gli stipendi di marzo e aprile: potranno aprire un contenzioso con i giocatori e presentare domanda, senza restrizioni. Per i giocatori è inaccettabile, considerato che, vista la deroga sulle scadenze per versare gli emolumenti successivi, rischiano di incassare da qui al 31 agosto solo un mese di stipendio. Per i club di Serie A però, la soluzione è vitale: i club ritengono di non dover pagare i mesi di marzo e aprile (uno andrebbe come ferie godute) visto che non c’è stata prestazione. In più, i club hanno ottenuto di posticipare i pagamenti di maggio a fine agosto per non essere in ostaggio dei giocatori durante lo svolgimento del campionato con posizioni del tipo: “se non mi paghi non gioco più”. Un braccio di ferro insostenibile secondo i club che lamentano di non avere liquidità neanche per pagare i tamponi. Servirebbe un accordo collettivo tra società e giocatori che faccia uscire dall’impasse. Ma un accordo non c’è e forse a questo punto non ci sarà mai.
Fonte Repubblica
Per quei pochi che non la conoscessero, Fauda è una serie televisiva che va in onda su Netflix. La trama è basata sul conflitto tra Israeliani e Palestinesi. Nonostante lunghi dialoghi in arabo (con i sottotitoli sia chiaro), io ne sono rapito e sto per finire la terza stagione. Aldilà della serie tv, è il titolo (Fauda) che prendo in prestito, il cui significato in arabo è “caos”. Ecco, il calcio è nel caos più totale con una serie di problematiche che segneranno i prossimi mesi, problematiche che avranno certamente strascichi in tribunale. Basta leggere l’articolo che vi ho riportato per immaginare la “fauda” in cui ci troviamo. Il risultato sportivo è l’ultimo problema, dal momento che il campionato, per me, è bello che finito ed è totalmente falsato. Io avrei preferito archiviarlo e pensare al prossimo. Il Dio denaro non lo permette, anche se il nuovo decreto porterebbe soldi a molte società , anche di più di quelli di Sky per alcune di esse. Avendo visto qualcosa del calcio tedesco (inguardabile), credo che trattasi anche di un calcio finto e non potrebbe essere diversamente con quello che accade. Un surrogato di calcio, tra falsi contatti e stadi vuoti; sarebbe come intrattenere rapporti con una bambola gonfiabile. Cosa accadrà delle squadre che dovessero riscontrare delle positività tra gli atleti, con un possibile cambio di regolamento e playoff? Potremmo vincere lo scudetto! Ahahahahahahaha scherzavo!
Senza allenamenti, con una banda di smidollati che a ottobre, da anni, sono i più lenti di tutti…li vedo bene a battersi ad agosto per dare un senso alle loro inutili carriere. Non mi aspetto nulla da questo improbabile campionato, ma men che meno da quello che rimane del Milan. In una fauda di campionato si inserisce perfettamente la fauda Milan con le solite incertezze del presente, ma soprattutto del futuro. Pioli dovrebbe lavorare con il fantasma dell’ispettore Rangnick che ancora non si è capito se è un dirigente o allenatore; di certo non sarà facile per Pioli dare delle motivazioni a questa squadra in vacanza da illo tempore; si parla di grande progetto giovani con stipendi calmierati, ma si riparte da un portiere strapagato verso il quale si dovrà prendere una decisione e da altri giocatori con importanti ingaggi. Bisognerà capire cosa fare con Ibra…, bisogna capire che budget avrà il teutonico dirigente…, che mercato potremo permetterci. Dimenticavo…che destino aspetta Maldini? E’ fauda a tutti i livelli…
Gianclint
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