Giornate interlocutorie

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Sono ore di attesa a Casa Milan dove i dirigenti rossoneri stanno aspettando due risposte, cioè quella di Ozan Kabak e quella di Jordan Veretout. Il primo è in uscita dallo Stoccarda dopo la retrocessione nella seconda serie tedesca, mentre il secondo lascerà certamente la Fiorentina in questa finestra di mercato estivo. Come riporta corriere.it, entrambi si sono presi qualche ore per riflettere e a breve diranno sì o no alla proposta milanista. Per quanto riguarda Kabak, che ha una clausola rescissoria da 15 milioni di euro, il difensore centrale turco si è preso 24 ore di tempo per prendere una decisione. Su di lui non c’è solo il Milan, ma anche il Bayern Monaco che negli ultimi giorni ha aumentato il pressing sul giocatore dello Stoccarda. La squadra bavarese gli permetterebbe di lottare per la Bundesliga e di giocare la Champions League, ma sicuramente troverebbe meno spazio rispetto al Milan dove sarebbe molto probabilmente un titolare. Anche Veretout si è preso qualche ora di riflessione: ormai sembra essere un testa a testa tra Milan e Roma, con i due club che hanno presentato al francese due proposte economicamente molto simili. Ieri, il suo agente Giuffredi ha avuto un lungo colloquio con i giallorossi dopo quelli delle scorse settimane con i dirigenti rossoneri. A breve, si conoscerà la sua decisione, così come quella di Kabak: il Milan potrebbe così chiudere due colpi di mercato in poche ore.

Fonte Milan News

Nell’immagine Berlusconi consiglia a Giampaolo di allenare il Mon…ehm…il Milan

L’articolo dice tutto e non dice niente, potremmo ritrovarci con un paio di ragazzi giovani che devono ancora esprimere il loro vero valore oppure potremmo ritrovarci con uno solo dei due o con nessuno; peggio ancora, potremmo ritrovarci con due prospetti negativi. Tutto è sempre maledettamente incerto, come vi dicevo la settimana scorsa, e con la scure dell’Uefa sempre dietro l’angolo. Sembrava imminente, ma invece niente; poi però ci ha pensato l’esperto di editoria sportiva nei giusti toni, lo juventino del piano Marshall, a spiegarci che sono solo fantasie, complotti, servizi segreti deviati, massonerie, carbonerie, Beati Paoli e Ku Klux Klan che hanno architettato un piano diabolico per rovinarci. Come al solito, nulla di nuovo, per fortuna c’è lui che ha le apparizioni, le visioni e parla costantemente con Giovanna D’Arco.

C’è poco da dire, anche perché non si sa molto di certo e nemmeno mi va di esaltare o dare addosso a giocatori che non si sa se verranno. Quelli da cacciare si sa chi sono e ne abbiamo parlato per un intero campionato. Inoltre ci vengono affibbiati oltre 450.000 giocatori che farsi un’idea di come andranno le cose è veramente difficile. Fortunatamente in tanta incertezza c’è una cosa sicura, una pietra miliare, l’archè delle cose, l’unico principio che rasenta il verbo!

                IL GIAMMAESTRO

Le recensioni positive sono piovute da tutto il mondo calcistico e non; nessuno, e sottolineo nessuno, osa porre il benché minimo dubbio. Il GIAMMAESTRO è colui che, camminando sulle acque, resusciterà i vari morti che infestano la rosa. Che culo che abbiamo, un simile giacimento di onniscienza calcistica lo abbiamo preso noi. Gli altri scovano giovani talenti che diventeranno campioni, noi invece abbiamo scovato un dio di allenatore. Sfortunatamente io non ho tutte le certezze che ha l’intero mondo calcistico, pur riconoscendogli che è un vero allenatore rispetto all’inadeguato di prima. Fondamentalmente sono positivo, solo che i risultati passati non assicurano che sia quello che descrivono. Io rivendico soltanto il diritto di avere un dubbio. Lo insegnano i grandi pensatori del passato, gli scienziati veri e gli uomini di successo.

L’austerity in cui siamo piombati mi lascia però l’amaro in bocca e, ricollegandomi all’articolo di apertura, c’è da avvilirsi a vedere la fatica che facciamo per assicurarci un “Veditù” qualsiasi. Purtroppo questi siamo e pare che non si possa chiedere di più perchè ci troviamo in una situazione tale che non si può spendere più di tanto e allora speriamo, ma lo spero dal profondo del cuore, che si spenda bene, che si metta su un gruppo che, magari nella mani sapienti di un bravo allenatore, possa risollevare gli umori miei e di tutti quelli che non si entusiasmano per lo stato delle cose. Rido quando penso a quelli che si lamentano che Singer non parla e non viene. Ahahahahahaha ma a Singer non frega un cazzo del Milan, siamo un piccolo asset da piazzare e si spera al più presto. Certo, il ragionamento fila, ma fino ad un certo punto. Se lui ha rilevato una farmacia perché ne deteneva le azioni in pegno, non può certo tenerla con medicinali scaduti o senza prodotti per l’infanzia. Ci sono le persone, ci sono i pazienti e ci sono anche i tifosi che pagano e meritano di vedere una squadra decente. Se loro hanno sbagliato investimento, cazzi loro. Allora si sbrighino a cercare un compratore e via. Confido in Maldini e Boban e nella loro passione indiscussa. Confido, scherzi a parte, anche su Giampaolo. Adesso che Fassone ha preso 4 milioni di euro, che Mirabelli si è finalmente zittito, mi piacerebbe non vedere mai più il Condorasino in tribuna. Sbattetelo fuori e bruciate la cravatta gialla indegnamente conservata nel museo. Fantomas ormai è ridotto ad un personaggio penoso che farfuglia frasi sconnesse e senza senso. Rimangono i soliti dinosauri del regime giornalistico che meritavano, e lo meritano ancora, una bella Norimberga. Dopo sarebbe tutto nuovo.

Gianclint

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Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.