I desiderata

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Si cambia, davvero. Abate e Zapata, quest’anno, hanno probabilmente disputato una delle loro migliori stagioni in rossonero: il primo si è addirittura inventato difensore centrale, reggendo la baracca nel momento più difficile che ha poi portato alla grande rimonta milanista; il secondo ha sempre risposto presente quando chiamato in causa, quasi perfetto con qualsiasi compagno di reparto a cui si è affiancato. Da quello che trapela nessuno dei due rossoneri godrà di un rinnovo di contratto ed entrambi andranno in scadenza. Il vecchio Milan, dopo un’annata del genere, avrebbe senz’altro prolungato il contratto ai due sopracitati, ma la gestione Elliott ragiona diversamente. Romanticamente si è perso qualcosa, forse anche più di qualcosa, ma dopo anni di spese errate e bilanci sovraccaricati è corretto che si modifichi la rotta in maniera drastica. I giocatori over 30, seppur meritevoli, si possono rinnovare soltanto a certe cifre: motivo per cui né Abate né Zapata proseguiranno la loro lunga carriera in rossonero. Domenica, a San Siro, ci sarà l’occasione per salutare entrambi: il terzino, cresciuto nel Milan, gioca in prima squadra dal 2009 a questa parte, un decennio, mentre il colombiano è arrivato al Milan nel 2012, un’estate complicatissima per la storia rossonera, riuscendo comunque a restare per sette anni.

Tratto da Milan News

ADDIO

Lo scarpino rovesciato, simbolo dell’anti calcio

Non mi faccio incantare, anni di vaccate e di prestazioni scadenti non si cancellano per una buona annata. Niente rinnovo, grazie e a mai più. Io non ho alcun sentimento calcistico, me ne sbatto altamente di gratitudine e altre scemenze che lascio ai depositari del carro e minkiate simili. A proposito, in settimana…, anzi di sabato, abbiamo anche dovuto leggere un misero ed esecrabile tentativo di accostare la figura di Pochettino a quella di Gattuso; a cosa si arriva pur di essere zelante e fare il portavoce bravo e compito. Tanto poi, tempo una settimana, rinnegherà Gattuso come ha sempre fatto da oltre vent’anni. Giusto qualche coglione ancora ci casca e proprio per questo coglione. Per me Menneabate e Zampatainculo è l’ora che lascino Milanello e a mai più, insieme a Capitan Ricotta e Ventimilionacci. Chiaramente non devono essere i soli, le prestazioni di molti presunti calciatori parlano chiaro. Per me li possono cedere tutti, non me ne frega niente. Purtroppo non si può fare, ma la ricostruzione, l’ennesima, non deve guardare in faccia a nessuno.

Il primo che deve lasciare Milanello è ovviamente il tecnico a cui, Champions o meno, non perdono l’anticalcio. Perfino a Firenze, dopo il vantaggio contro nessuno, abbiamo a tratti organizzato il fortino anziché dargliene altri 2. Dai, parliamoci chiaro, la Viola era poca cosa, poi dopo l’arrivo di Perdiola Ridolini…è stato il tracollo; parliamo di un altro sopravvalutato che, più fa figure di merda, più trova ingaggi, a dimostrazione che in questo calcio la meritocrazia è totalmente inesistente. Prendiamo gli ultimi asini, Perdiola é veramente un anti allenatore, uno da scarpino rovesciato, che se avesse altre 5 giornate a disposizione porterebbe la Viola in B, eguagliando l’inarrivabile (quest’anno…) Agroppi. Pensate che Perdiola ha già battuto il record negativo delle Fiorentina di Giancarlo Cadè, record negativo che sembrava ineguagliabile. E l’altro somaro? Quello che allenava con il drone e che aveva i geni del calcio futuribile? Ahahahahahaha parliamo di Brokko Brokki che a pochi secondi dalla fine ha perso la Coppa Italia di C in quel di Viterbo? Ahahahahaha due geni incompresi che il dio del calcio, che odia somari e incompetenti, punisce regolarmente. A proposito, ma dove sono finiti i 65647363654578458349392 esperti del settore che, intervistati da Milan News, hanno detto che Gattuso ha fatto miracoli e moltiplicato pani e pesci? Quante cazzate che ho letto; io rimango dell’opinione che questi giocatori, così come li vedete, hanno fatto i punti nonostante Gattuso. Con un tecnico normale avremmo 10 punti in più. Anche se sono pippe e stramorti.

Ora, dopo che sono passati due strazi simili, due negati per il calcio, ma più adatti all’aratro o, al limite, alla transumanza, tenendo da conto il calcio ultra difensivo dello Sterminatore di Centravanti…, come possiamo pensare di non ripartire da un tecnico completamente diverso? Serve un allenatore di sistema, uno che abbia un’impronta di gioco chiara ed ineluttabile, a cui dare giocatori veri e funzionali. I Castigliokko, per carità…, fanno colore, ma non sono presentabili. L’ultima campagna acquisti si è dissolta. Baiokko non credo resterà. Higuain è stato sterminato, Caldara liquefatto. Piatek…è vicino allo sterminio e Paquetà è andato, perso in sciocchi tatticismi e compiti tattici che ne hanno fortemente limitato il rendimento.

Tutto questo per dire cosa? Che voglio un allenatore vero, uno che faccia la differenza e che mi permetta di guardare le partite senza ingozzarmi di Biochetasi, Imodium e Plasil. Siccome il mio ultimo post è stato equivocato dai duri e puri lo chiarisco meglio. Se scrivo “che ci andiamo a fare in Europa” è evidente che mi riferisco allo stato attuale del calcio europeo che conta se messo a paragone con lo schifo che facciamo. Se voglio un grande tecnico, e lo ripeto per quelli duri…, ma di comprendonio, questo arriverà o arriverebbe più facilmente con una squadra in Europa vera o in quella finta del giovedì? Adesso vediamo se sono stato chiaro.

Gianclint

 

 

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Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.