La difficoltà della coerenza

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Maurizio Compagnoni, negli studi di Sky Sport 24, ha parlato così di Giampaolo: “Secondo me hanno fatto bene. Giampaolo è un predestinato, che fosse bravo si era intuito nel suo primo anno in Serie A all’Ascoli. Nel 2009 fu ad un passo dalla Juventus. È ripartito anche grazie ad un’intuizione di Sarri. Credo possa essere un valore aggiunto, credo possa essere l’allenatore giusto ma molto dipenderà dal mercato”.

“Mihajlovic in 32 partite ha fatto 1,5 punti di media a partita, mi riesce difficile pensare che Brocchi possa fare peggio. Il Milan vale più di 1,5 punti a partita: sono rimasto stupito dall’esonero perchè il Milan ha fatto una grande partita con la Juve, ma non è che in 32 partite il Milan abbia fatto 100 punti, ne ha 49 e sono pochini, anche se non è a livello delle prime tre”. Così Maurizio Compagnoni, ospite negli studi di Sky Sport, sul possibile rendimento di Cristian Brocchi sulla panchina del Milan.

Fonte per ambedue gli articoli Milan News

Rovine della città di Vedovia dove si annidano ancora alcuni fedelissimi del regime della cravatta gialla

Capite bene che dare un giudizio con questo nuovo allenatore è alquanto complesso. Da una parte c’è l’intero mondo del calcio e non che beatifica questa scelta, ma sempre lo stesso mondo non ci fornisce spunti per capire il perché lo abbiamo voluto solo noi e nessun altro. In maniera provocatoria ho voluto inserire le frasi sciagurate del buon Compagnoni che dipingevano Brocchi come un visionario di un calcio futuribile. Del GIAMMAESTRO io ho soltanto due certezze: la prima è che trattasi di persona affabile e piacevole, non certo un montato; caratteristica questa che me lo rende più simpatico di quella orrenda pletora di raccomandati che abbiamo avuto e che allenavano per diritto divino e non per capacità, capacità che non avevano proprio, come dimostrato successivamente. Il GIAMMAESTRO, e lo chiamo così non per dileggiarlo, ma per rimarcare il corale e faraonico giudizio del mondo pedatorio, si è presentato con belle parole e sentimenti che lasciano ben sperare. Ma se Giampaolo è veramente una persona capace, risultati o no del suo passato, deve imporre la scelta dei giocatori sulla base del suo calcio. Ogni compromesso sarebbe un diminutio non alla rosa, ma al suo orgoglio e alle sue capacità.

La seconda cosa di cui sono sicuro è che farà giocare la squadra  nettamente meglio del suo predecessore, magari 400 metri più avanti. Non ci vuole molto. Sono altresì certo che il suo calcio preveda almeno uno schema offensivo, a differenza di Gattuso con il quale si pescava nei numeri irrazionali. Di certo non voglio più vedere partite schifose giocate ad un ritmo bradipo. L’anti calcio dovrà sparire. Su questo, come sempre, sarò inflessibile; quando molti festeggiavano le partite invereconde che vinceva Gattuso, io protestavo duramente e purtroppo il non gioco, il rifiuto totale di andare nella metà campo avversaria, anzi il divieto, hanno prodotto il risultato finale, altro che miracoli. Ma per favore. Giampaolo, non mi da l’idea di uno che voglia fare catenaccio a prescindere. Spero di non sbagliarmi. Purtroppo, tra quelle metastasi che parlano di Milan, e molte di queste popolano le rovine di Vedovia (andrebbero stanati casa per casa) troviamo un vedovo inconsolabile che passa la sua vita a ricordare i bei tempi (suoi) passati a venerare e baciare la pantofola del condor(asino): Cerruti 1986.

Il viaggio di nozze, infatti, tra Milanello e gli Stati Uniti, prima o poi finirà e come per qualsiasi coppia sarà la vita di tutti i giorni a decidere se il matrimonio funziona. Nel calcio la vita di tutti i giorni, cioè di tutte le partite, è fatta di risultati. E non a caso il fondo Elliott, prima del bel gioco, chiede a Giampaolo di tornare in Champions.

Per la miseria, qui tira aria di Pulitzer! Lui è l’unico che parla con Elliott, ma non con gli addetti alle pulizie che rovistano le carte nei cestini della spazzatura per trovare tracce di un mercato sfavillante, ma con i due Singer che gli appaiono in sogno la notte, mentre dorme con la cravatta gialla al collo, e gli sussurrano le loro vere intenzioni! Mej cojoni, non parlano con nessuno, tranne che con lui. Un portento. Bisognerebbe svecchiare tutta questa manica di presunti milanologi se non fosse che quelli venuti dopo sono cresciuti in un mondo giornalistico in cui non si poteva criticare altrimenti arrivava la telefonata da Mordor. Quando l’occhio si posava…i due escrementi fisiologici raggiungevano contemporaneamente lo stesso stato: quello liquido e fuoriuscivano copiosi in un tremore e in un balbettio mortificanti.

Anche i dirigenti hanno fatto la loro bella figura, gente seria che sa bene cosa fare e non può prendere in giro una tifoseria provata da un decennio di prese per il culo di tutti i tipi. Non si sono sbrodolati in promesse che sanno di non poter mantenere, ma hanno affermato (Boban) che il risultato a cui puntano è un miglioramento rispetto a questa stagione e quindi il quarto posto. Benissimo, allora fatto salvo il GIAMMAESTRO, se non raggiungeremo questo risultato allora saranno passibili di critica, fermo restando che con l’attuale, e sottolineo attuale, mercato il quarto posto mi sembra proprio una chimera. Va da se che è ancora molto presto e che nessuno è mosso da pregiudizi, ma da sana prudenza che mi porta a mantenere un atteggiamento coerente. Il discorso è in divenire, quindi aspetto ancora operazioni di mercato che consentano a questo tecnico, e attaraverso il suo gioco, di raggiungere il traguardo prefissato. In attesa che Fangazzidis trovi qualche sponsor, sempre prima del ritorno della cometa di Halley, la Sora Lella, trattoria romana, è pronta a supportare il manager che viene da Urano.

Ringrazio tutti quelli che mi hanno incoraggiato la scorsa settimana e tutti gli amici che al raduno hanno chiesto informazioni agli amici del blog. Vi voglio bene.

Gianclint

 

 

 

 

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Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.