La piaga e le scelte

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La piaga che da sempre affligge questa società, oltre a quella incacrenita di una comunicazione quanto mai ridicola, orientata quotidianamente al ricordo del passato e che poggia ancora su qualche elemento indegno che ha sempre prosperato con il Giannino e di cui, dopo averne cantato le gesta, ne è anche un disertore…, è quella dei giornalisti che le girano attorno da sempre; parliamo di dinosauri che purtroppo non si sono ancora estinti e che imperversano sul più importante portale di notizie rossonere. Alcuni di questi sono sempre stati dei cantori della vecchia gestione a cui sono rimasti morbosamente legati al punto da negare la realtà. Parliamo di gente che ha sempre baciato la pantofola del geometra e che adesso, da poco tempo ha ritrovato in soffitta degli abiti da giornalista che racconta la realtà e negli abiti ha addirittura trovato un’ampolla con un liquido ormai scaduto e putrescente. Sull’etichetta dell’ampolla che hanno ingurgitato tutta di un fiato c’era scritto: “critica”

Le ultime tre partite, contro la Lazio in coppa Italia, il Chievo e l’Inter in campionato, hanno mostrato crepe che nemmeno Piatek ha saputo nascondere. E con il ritorno delle nubi sul cielo rossonero, ingigantite dal 3-2 del derby, sono tornate le critiche a Gattuso, accusato di presentare una squadra troppo difensiva, con il sacrificio tattico di Paquetà schierato sulla sinistra e non al centro alle spalle di Piatek. Ecco perché, dopo aver perso il terzo posto, è vietato perdere il quarto, che in fondo era l’obiettivo di inizio stagione. Per evitare pericolosissime ricadute, quindi, Gattuso deve rilanciare la squadra facendo scelte coraggiose, a costo di rinunciare alla propria coerenza mista a riconoscenza, che in certi casi però rischia di sfociare in testardaggine. Tra Calhanoglu e Suso uno è di troppo, mentre Cutrone utilizzato soltanto in casi d’emergenza diventa suo malgrado il simbolo di una evidente contraddizione. Se infatti non può fare la seconda  punta dall’inizio, sullo 0-0, perché può farlo quando la squadra sta soffrendo nel gioco e nel risultato, come accaduto nel derby?

Tratto da Milan News

Questo ci raccontava oggi Cerruti 1986, la nuova fragranza estratta dalle foreste di Monza nell’editoriale dal titolo “Le 10 giornate di Gattuso con una tabella da 21 punti per tornare in Champions ed eliminare i suoi contestatori”. Quindi noi contestatori andremmo “bonariamente” eliminati. Eh beh…, la contestazione, a chi per anni era abbagliato dalla luce gialla di una cravatta, è un concetto difficile da inculcare e far comprendere. Capisco anche che la polvere della pantofola baciata per anni abbia ottenebrato le vie respiratorie ed intellettive, ma negare l’evidenza è tipico di questa pletora di giornalisti (4 su sette che scrivono andrebbero veramente oscurati). Ora, in questa stagione il turco è evanescente, ma rispetto a Suso è almeno vivo e deambulante; qui chiaramente Gattuso deve scegliere e se sceglie di puntare su Suso va benissimo! Ma le guarda questo le partite? Ah dimenticavo…, la luce gialla… Pur tuttavia…la settimana scorsa ha scritto quanto segue…

E nel Milan disegnato da Gattuso, che non prevede varianti al 4-3-3, chi può smarcare Piatek? Certamente non Bakayoko e Kessie, più portati a contrastare che ad impostare, perché sprovvisti del lancio in profondità. In teoria i rifornimenti potrebbero e dovrebbero arrivare dai giocatori più tecnici, ma Suso è irriconoscibile evidentemente per motivi fisici anche se Gattuso non rinuncia mai a lui, mentre il “Rivera del Bosforo” Calhanoglu cerca più il tiro che il lancio smarcante, comunque raramente preciso. L’unico in grado di aiutare Piatek è l’altro nuovo acquisto Paquetà, che però Gattuso si ostina schierare sulla fascia chiedendogli un lavoro supplementare in copertura, che il brasiliano svolge per la verità con grande applicazione. Ne abbiamo già parlato, ma i risultati positivi avevano convinto Gattuso ad andare avanti per la sua strada, con la conseguente rinuncia a Cutrone che invece aiuterebbe lo stesso Piatek in un ritoccato 4-3-1-2 con Paquetà trequartista davanti a tre centrocampisti. Cambiare in corsa durante una partita, specie quando si perde come è successo nel derby, genera soltanto confusione e contraddice le scelte iniziali. Meglio quindi approfittare di questa sosta, malgrado l’assenza di qualche nazionale, per studiare soluzioni alternative, perché un grande allenatore è tale quando sa trovare mosse nuove, come hanno dimostrato Allegri oggi, Lippi e Capello ieri, per non parlare dell’intuizione di Spalletti che si è inventato Vecino incursore. L’importante è capire che questo Milan ha già dato il massimo e per difendere almeno il quarto posto occorre trovare un’altra formula. Quei 15 palloni toccati da Piatek in 99 minuti sono un campanello d’allarme da non sottovalutare. 

Leggo male o si legge una mal celata “contestazione” a Gattuso? Paquetà arretrato, Suso sempre in campo nonostante non stia in piedi, cambi tardivi, Cutrone senza senso e il Rivera del Bosforo inconcludente, ma questo lo dice sempre perchè lo hanno preso Fassone e Mirabelli, quelli che sono subentrati all’amore della sua vita. E Piatek che tocca solo 15 palloni? Anche qui leggo tra le righe (quattro…e li definiscono editoriali…) delle critiche. Ma tanto l’humus in cui ha prosperato questa gente lo conosciamo molto bene. E sapete come finirà? Che lo aveva detto lui e che tutto questo va alla faccia dei contestatori. Roba da non credersi. Ecco che allora spero si vinca con un catenaccio inverecondo, dopo aver difeso il Fosso di Helm e Minas Tirith fino all’ultimo uomo, con Suso e Cahlanoglu in campo e Piatek che tocca 14 palloni (uno in meno). Dimenticavo…, Paquetà terzino. Tanto è la cosa che ci riesce meglio.

Gianclint

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Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.