La vita è adesso

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Bisogna aver subito due “fatal Verona” per capire quanto abbiamo sofferto domenica sera, quanto ho sofferto. Ero piccolo ma la prima dannata “Verona” me la ricordo bene, delusione e lacrime. La seconda, quella con Arrigo, ancora me la sogno la notte. La mia serenità passa per la retrocessione e lo stazionamento eterno del Verona nelle serie minori. Sono settimane che in silenzio pensavo allo scontro con gli Scaligeri, da settimane avevo cerchiato nella mia mente questa data. Dopo il gol annullato e il vantaggio dei veneti, sfido chiunque a negare di non aver pensato al terzo disastro della storia. Ma la storia la fanno gli uomini, quelli veri, quelli con i valori, quelli con i sentimenti, quelli alla Tonali. L’uomo che è venuto, mandato dal Dio del calcio, ha voluto fortemente cambiare il destino, Tonali ha preso a calci nel culo il fato avverso, i mena rogna, i gufi, la tradizione, le statistiche e tutte le minkiate di cui si sono riempiti la bocca gli idioti di turno.

Bello core de nonna!

Si Leao ha spaccato la partita, ha capito che la palla si passa dal fondo, ha capito che lui è veramente forte, tutto quello che volete, ma l’uomo era dove doveva essere, lì dove, sempre il Dio del calcio aveva segnato i suoi schemi. Per anni mi sono battuto contro i crestati (lo schifo assoluto), i mesciati, i bigodinati, i puttanieri, i mignottari, i morti, gli stramorti, gli sciancati, i bonghisti ed i piloti da strapazzo, senza dimenticare i pantagonnati e gli isterici alla Ruttari. Poi vedi Kalulu, Tomori, Tonali, Krunic; Benaccer e compagnia cantante; allora capisco che ho sempre avuto ragione a volere gente con i valori. Ma la prestazione di un Krunic quanto vale? Andatevi a rivedere la faccia di Krunic mentre abbraccia Leao dopo il vantaggio contro la Fiorentina; andate a guardarlo, vi prego, troverete i valori. Come sono entrati Benaccer e Krunic contro i viola? Con i valori!

Una partita come quella di Verona non la raddrizzi se non hai i valori morali e tecnici; ho rischiato per la mia salute, ma vincere in quel modo a Verona è stato meraviglioso. Non mi voglio soffermare sulla maleducazione dei locali (eufemismo), maleducazione di cui sono pieni i libri di statistica sull’ignoranza. Mi soffermo invece su Tudor che per tutta la settimana si è preparato a porte chiuse!

AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH E ME COJONI!

Eh beh, la finale di Champions meritava una settimana di grandi preparativi, ma io avrei fatto pure un ritiro in altura! Tutti questi allenamenti segretati per cosa? Per nascondere la pippaggine di Casale? Buono per la Lazio. Tre pere, caro Tudor, che ti puoi frullare, grattugiare o fare a marmellata; te la spalmi per bene e te la mangi davanti alla tv in assoluto relax, però accertati che le porte siano chiuse. Scusatemi, raramente infierisco sugli avversari, praticamente mai, ma un tifoso rossonero di lungo corso ha il dovere di credere e perseverare nell’annientamento calcistico del Verona calcio.

Non faccio previsioni, mi limito a chiedere lo stesso impegno, la stessa determinazione di Verona, la stessa voglia di fare qualcosa di storico. La vita è adesso, pendo a prestito un titolo baglioniano, che per uno come me è veramente tanto, ma per questo campionato, andrebbero bene anche i reduci dei Pooh: e ho detto tutto! Chi mi ha sempre seguito sa della mia simpatia per Florenzi, capirete allora quanto sono stato felice per il gol, per come è arrivato, per il timing di colpire nel modo più letale possibile. Florenzi, uno con i valori, uno capace di segnare ed andare ad abbracciare la nonna sugli spalti: ragazzi è roba da lacrime. Le parole che poi ha pronunciato nel dopopartita sono un manifesto della serietà di questo ragazzo, il cui riscatto non voglio minimamente metterlo in discussione. Concludo augurando a tutti voi di godervi questo meraviglioso momento; ci voleva ragazzi, ci voleva proprio.

Forza Milan!

Gianclint

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Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.