L’ispettore Rangnik

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La conferma è arrivata direttamente da Ralf Rangnick: “C’è stato un interessamento del Milan”. Ammissione a parte, il tedesco non si è sbottonato più di tanto, ma ha aggiunto un dettaglio molto importante: nella sua prossima avventura professionale vuole avere potere decisionale. Di fatto, l’attuale manager del gruppo Red Bull ha dettato le sue condizioni. Dall’intervista, comunque, non è emersa in maniera evidente la decisione dell’ex Lipsia, il quale ha detto che vuole decidere su tutto. Quindi anche sull’allenatore? Ecco, su questo aspetto ci sarà da discutere. Come riporta Tuttosport, infatti, Rangnick  non vorrebbe occuparsi in prima persona della panchina, mentre le società rossonera avrebbe un’idea diversa in merito: va bene avere ampi poteri, anche sul mercato, ma partendo dal ruolo di tecnico. Insomma, panchina o scrivania? Al momento è impossibile avere una risposta, ma serve una dead line, oltre la quale non andare. L’incertezza sulla ripresa del campionato ha allungato i tempi, ma il Milan dovrò capire a breve se affidarsi a Rangnick o se cambiare strategia. E sciogliere, di conseguenza, anche le questioni che sono in qualche modo legate al manager tedesco (Pioli, Ibrahimovic, Maldini).

Fonte Milan News da Tuttosport

A leggerla così potrebbe interpretare in vari modi: a prima vista mi verrebbe da dire che trattiamo uno che non sa se cucinare o stare alla cassa…; vero è che esistono persone che sanno fare tutto, ma al Milan se c’è una cosa che serve come il pane è la certezza dei ruoli. Serve certezza a tutti i livelli, fermo restando che l’unica ineluttabile certezza è che la proprietà non ha alcuna intenzione di stravolgere gli equilibri sportivi per vincere qualcosa. Già non ne aveva voglia prima, figuriamoci dopo questa balorda stagione, con tutto quello che è successo e sta succedendo ancora. Tuttavia, anche in ristrettezze, si può fare qualcosa di buono e di costruttivo. L’arrivo dell’ispettore Rangnick sarebbe la prima cosa sensata fatta da questa società e se l’ha architettata la proprietà e non Fangazzidis…forse funzionerà pure. Uno che decide tutto e sceglie i giocatori secondo il suo credo è un passo avanti notevole, a patto però di lasciarlo fare in assoluta autonomia e senza ingerenze.

Non è ancora chiaro se lui al Milan voglia fare il dirigente, l’allenatore o entrambe le cose: “Credo che all’inizio sia più utile da allenatore. Al Lipsia ha iniziato da Direttore, e quando non ha trovato un tecnico giusto ha fatto tutti e due i ruoli. Andava bene, siamo saliti in Bundesliga ed è riuscito a trovare un allenatore. Ralph Hasenhüttl. Se dovesse arrivare al Milan io credo che all’inizio possa servire più da allenatore”.

È vero che per il suo gioco offensivo si è ispirato ad Arrigo Sacchi? “Penso che Sacchi abbia avuto una grande influenza su di lui. Ho visto le partite del suo Milan, ma era un’altra epoca. Però posso dire che il gioco delle squadre di Rangnick è sempre molto intenso. Calcolava anche quanto spazio lasciare agli avversari. Studiava il loro modo di giocare, e quindi noi in diversi momenti della partita pressavamo o lasciavamo campo all’altra squadra in base a quello che preparavamo in allenamento”.

Fonte Milan News

Ecco, qui mi spavento; quando leggo di emuli, di scervellati che contano anche i metri e le formiche da scartare in campo…mi viene in mente il GIAMMAESTRO, la cui profetica figura, confusa e sudata, si staglia nel nostro passato più cupo. Non benedico nessuna scelta e non salgo su nessun carro (cose che lascio ai miserabili che combatto da anni), ma l’operazione Rangnick, così come ci viene raccontata…, potrebbe non essere così deleteria, ma troppe cose devono cambiare a Casa Milan…per poter affermare che trattasi della strada giusta. Vediamo.

Gianclint

 

 

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Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.