Lo stargate

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Adesso va tutto bene, dopo mesi di piogge torrenziali e venti tempestosi che hanno flagellato il Milan…, con la vittoria di Cagliari siamo tornati a vedere il sereno. Una vittoria, lo dico subito, strameritata…e senza alcun rischio corso. La prima vera vittoria di questa ennesima sciagurata stagione. Chiaramente il tutto è associato al ritorno di Ibra che ha portato entusiasmo, determinazione, voglia e fiducia. Ero certo che a Cagliari avremmo sofferto le pene dell’inferno, in considerazione della loro migliore classifica e della loro voglia di rivincita dopo tre sconfitte consecutive; invece il nostro piglio, fin dall’inizio, è stato poderoso e la vittoria ne è stata la naturale conseguenza. Lo stargate Ibra sembra averci catapultati un’altra dimensione spazio temporale con la sconfitta di Bergamo lontana anni luce. Non so quanto l’opposizione dei sardi sia probante per decretare la nostra ufficiale e definitiva rinascita, ma non possiamo certo dare sempre la colpa agli altri delle sconfitte e delle vittorie.

Il budget del fondo Cravott

Vi sono però, a mio avviso, delle motivazioni che vanno aldilà del fattore Ibra, motivazioni che non possono passare sotto traccia; di certo il cambio di modulo con l’abbandono dello stramaledetto 4-3-3 vorrà pure dire qualcosa o no? Perché nessuno ha pensato prima di modificare almeno lo schema? Serviva essere massacrati a Bergamo per cercare alternative? Si serviva, perché, a quanto pare, le telefonate per convincere lo svedese si sono moltiplicate dopo che l’Atalanta ha raso al suolo quelle quattro pippe. Che dirigenza illuminata, sono degli scienziati inarrivabili. Questa squadra fa schifo da agosto e loro si riducono a fine dicembre allorquando si sono andati ad inginocchiare davanti allo svedese.

Pur riconoscendo ad Ibra grandi meriti in quel di Cagliari, io continuo a mantenere il mio scetticismo, dichiarando la mia assoluta disponibilità a ricredermi se le cose prendessero una piega diversa rispetto a quanto accaduto fin qui. Chiaramente se scrivo con durezza dopo Bergamo…nessuno mi contraria, bastano poi due gol in Sardegna ed il sentiment cambia. Io non ho nulla contro il professionista Ibra, ma un suo rendimento straordinario lo pagheremmo avanti con una riconferma che ci costringerebbe a tenerlo e a non puntare su altri. Una sua annata sciagurata non la voglio nemmeno mettere in conto. Ecco perché non innalzo peana e ditirambi, perché guardo avanti e soprattutto perché vedo un’approssimazione infinita in una proprietà e dirigenza che non immaginavo arrivasse fino a questo punto.

Leggo di cessioni, intendo quelle vere, ma che non arrivano mai, gli altri mettono insieme qualche operazione, qualche scambio, noi prendiamo un difensore danese (Kjaer) come rimpiazzo di un Caldara che ha chiesto di andar via. Operazione di piccolo cabotaggio per sei mesi; parliamo di un profilo che ha cambiato 10 squadre nel decennio. Ma del resto il Fondo Cravott non penso che abbia voglia di spendere. In fin dei conti è meglio così, se non si riesce a capire quale strategia sportiva ci sia alle spalle o quale schema si vuole usare in maniera definitiva. Non lo sanno, dopo mesi e mesi si va avanti a tentativi. Ha ragione Larry che guarda l’insieme della squadra, ha proprio ragione. Alla prossima sberla magari si passa al 3-5-2 dopo magari aver ceduto Rodriguez che in Germania ci giocava. Si va avanti così, alla cieca, sperando che Dio in terra, cioè Ibra, trasformi in principi azzurri questa banda di rospi.

Non mi dilungo poi su questioni e voci legate a fantomatiche cessioni, non è mai stato il nostro campo; mi limito soltanto a sperare che il Fondo Cravott faccia bene l’unica cosa che sa fare: speculare. Per il resto confido in una salvezza tranquilla ed in anticipo. Rimanendo così le cose auspico la salvezza anche per il prossimo anno, dato che con questa pletora di dirigenti si vive alla giornata senza idee e senza progetti. Ma loro, a sentirli, lavorano h24 per riportare il Milan dove gli compete. Per ora vedo solo uno sfascio totale ad ogni livello: economico, pubblicitario e comunicativo. Non ho messo appositamente il livello sportivo perché non c’è alcun livello in materia. Rimane l’introduzione della nuova app e una rotatoria per mignotte.

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Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.