Mi serviva un titolo per disinfestare l’aria da quei quattro strimpellatori (messi da Chiara) all’ultimo concerto da un lustro e per ridare una certa credibilità al blog ho scelto l’artista che fa da colonna sonora alla mia esistenza. Ma il titolo mi viene in aiuto, anche se quello originale non ha il punto interrogativo, per cercare di ragionare insieme a voi circa i problemi che abbiamo in attacco. Inutile girarci intorno, il nostro attacco è un problema, ogni gol è un’impresa titanica, le nostre partite sono una sfida contro l’ignoto e voi tutti avete la vostra opininone. Le opinioni sono le più variegate e rispettabili, ma credo che non ve ne sia una che possa assurgere a unica verità. Le motivazioni sono le più disparate e concorrono a creare il problema, con un peso diverso. La poca dimestichezza con il gol degli attaccanti, in particolare di quelli stranieri, pesa molto ed è la problematica più importante.
Faccio fatica ad essere contento per aver combattuto alla pari con il Napoli, nel calcio il fine è vincere attraverso i gol che sono il mezzo, il combustibile, il viatico della vittoria. Se non la butti dentro non c’è soddisfazione o testa alta che tenga; qui serve segnare. Che Gattuso abbia dovuto ricominciare da capo è cosa acclarata, quando devi ricostruire parti dalle fondamenta che nel calcio si chiamano “difesa”. Credo che il lavoro sia ottimale con una squadra che in fase di non possesso sa ripiegare e chiudersi a raccio in pochissimi istanti e spazi. Prova ne sia che i nostri centrali, tutti e quattro, non sfigurano, anzi sono un bel quartetto che ci da ampie garanzie per il futuro. Infortuni a parte anche Calabria è molto buono e lo stesso Rodriguez, superato il lungo appannamento fisico, sembra essersi ripreso al meglio. Questa fase difensiva con il diligente Biglia diventa quasi impenetrabile. Quasi…, anche perchè Milik per poco ci castigava e adesso ci sarebbe uno psicodramma come ci sarebbe stata una grande euforia se allo stesso minuto fosse entrato il tiro di Bonaventura contro il Sassuolo. Ci vuole equilibrio e del portiere non parlo anche perchè non l’ho mai criticato quando ha commesso qualche errore e non lo beatifico adesso. Il problema è il suo padrone, un personaggio insopportabile che con il Giannino faceva i suoi porci comodi. Ricordiamocene quando facciamo gli scienziati del mercato contro Mirabelli.
Tuttavia la fase di non possesso ha un fine intrinseco nel suo stesso esistere, deve avere una mutazione, una trasformazione in qualcosa di più propositivo, cioè la fase appunto di possesso, necessaria a portare il pericolo contro gli avversari. Fermo restando la scarsa vena degli attaccanti di cui sopra e da cui non si può prescindere, ricordate qualche passaggio filtrante che metta l’attaccante solo davanti alla porta? Io ne ricordo pochi. Cosa voglio dire? Voglio dire che nelle concause di questo problema c’è anche il cattivo rifornimento delle punte. Hakan, quello dotato del tocco di prima (merce rara) non sempre è nella posizione di poterlo fare perchè troppo decentrato; che abbia il miglior tocco della squadra lo capisce chiunque, ma purtroppo ha troppi compiti tattici di difesa, dovendo rincorrere spesso e volentieri. Se fosse più libero di agire dietro le punte o la punta potrebbe, secondo me, sfruttare al meglio queste sue qualità, oltre al tiro. Potremmo magari conquistare qualche punizione in più dal limite che non farebbe di certo male.
Suso invece, come anche Bonaventura, ama poco il tocco di prima; entrambi hanno il vizio di lavorare troppo il pallone, ma se almeno lo spagnolo riesce sempre a confezionare qualche buon cross, l’italiano è in preda ad una crisi di rigetto del ruolo e fisica. In tutta sincerità non capisco perchè debba giocare a prescindere, lo stesso Locatelli ieri ha dato qualche segnale di risveglio e la stessa manovra ne ha giovato, di poco, ma ne ha giovato. E allora perchè non provare qualcosa di diverso? Che abbiamo da perdere? Si deve cambiare. La stessa rapidità del capovolgimento di fronte trova spesso un rallentamento nel gioco di Suso e Bonaventura, cosa che consente alla difesa avversaria di posizionarsi, rendendo il tutto molto più difficile.
La psicologia poi, concetto a noi ostico, implica che la punta di turno, stressata da un turn over che non ha mai fine da agosto, non giochi mai tranquilla. Lo rimproveravo a Pulecenella, lo rimprovero a Gattuso. O uno di questi segna subito, alla prima occasione, o comincia uno stillicidio che con il passare dei minuti lo corrode. Anche questa, secondo me, è una concausa della stitichezza offensiva. Non è la principale, ma questo carosello continuo di attaccanti non aiuta nessuno, anche i centrocampisti offensivi che si trovano, di volta in volta, ad avere a che fare con un attaccante sempre diverso. A questo aggiungo che le altre due punte di questo 4-3-3 stramaledetto, cioè Hakan e Suso, tirano in continuazione, avendo nel tiro la loro prima scelta.
E’ evidente che Gattuso, forte adesso di un rinnovo milionario, debba trovare la soluzione, corroborato anche dal mercato, a questo immane problema. Non possiamo certo presentarci all’inizio della prossima stagione senza aver risolto la tematica offensiva, non si può prescindere. Tre sono le componenti per guardare più favorevolmente al futuro. In primo luogo Fassone deve convincere l’Uefa nel Settlement Agreement. E’ un passaggio fondamentale per poter poi guardare al mercato; in secondo luogo le cessioni di Mirabelli che devono necessariamente farci recuperare molta liquidità e la contestuale scelta di altri elementi di spicco da inserire in questa rosa che, nel girone di ritorno, non sta sfigurando, a dimostrazione che comunque una base c’è. L’acquisto di un attaccante di rendimento è imprescindibile.
Quando sento rimpiangere Bacca, Paralitic, Deulocoso e Kuco Muco mi viene da piangere. Giuro che piangerei per ore. Sputazza ha segnato un po’ di gol in Spagna. E allora? Si vede che quello è il suo liquido amniotico e più segna più salgono le possibilità che il Villareal (avessi detto il Real Madrid…) se lo prenda e ce lo tolga dai coglioni. Il problema non è stato cedere Bacca, ma averlo sostituito con Kalinic, quando si dice che la toppa è peggio del buco. Paralitic non lo prendo nemmeno in considerazione a meno che non parliamo di modellismo in scatola di montaggio. Deulocoso arrivò a gennaio e con Capitan Ricotta, Paralitic e Kuco Muco ha fatto lo squallido girone di ritorno che sappiamo bene. Dove gioca? Al Watford… La sora Cammilla, tutti lo vonno e nessuno lo piglia. Questi vanno bene a Vedovia per riscaldare i cuori dei grandi nostalgici del tempo che fu. Aria nuova, grazie a Dio. Cerchiamo invece di uscire dalla spirale gianninesca dei ritorni e di cercare sempre cose nuove, i ritorni vanno bene per gli schiavi del vecchio; io anelo sempre a cose nuove, nel calcio come nella vita. Le anticaglie vanno bene per le tarme.
Per rispondere al quesito del titolo, dopo tutto questo sproloquio direi che in attacco…è stato Money for Nothing, bisognava spendere sulla sicurezza di ottenere risultati certi.
Gianclint
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