Nell’attesa del meteorite

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In attesa che passi al più presto la sosta per la Nazionale…, cerchiamo di focalizzarci sugli accadimenti di casa nostra. Noi milanisti siamo in astinenza anche più degli altri, visto che abbiamo visto soltanto due esibizioni della nostra squadra. Emettere un giudizio è alquanto affrettato, in tutti e due i sensi ed è anche un esercizio difficile, visto e considerato che le prestazioni sono state totalmente contrastanti; oltretutto proprio contro due quasi dirette concorrenti. Inutile tornare su quanto accaduto, abbiamo e avete sviscerato ogni aspetto e problematica e le risultanti sono più o meno le stesse per la maggioranza di noi. Posso dirvi che non stravedo per il Gattuso allenatore inteso come gioco, non mi piace la mentalità che spesso emerge, cioè quella di non prenderle. Non amo il centravanti isolato, non amo il catenaccio, non amo il coprirsi in caso di vantaggio.

Titolo inarrivabile.

Tuttavia Gattuso ha bisogno di tempo e va appoggiato e sostenuto. Questo però non mi impedisce di intravedere nella trasferta di Cagliari un esame più o meno importante: la compagine sarda è di gran lunga inferiore a noi, ma dopo aver perso ad Empoli e pareggiato in casa contro il Sassuolo…si è andata a prendere 3 punti a Bergamo, impresa non da poco. Magari l’Atalanta era anche stanca per il turno di coppa, ma nulla è mai scontato. Allora ecco che la nostra prova, in quel di Cagliari, diventa un primo importante indicatore sul nostro reale valore; deve emergere la nostra personalità, la voglia di portare a casa il risultato con ferocia e determinazione; un eventuale passo falso (fosse anche un pareggio) sarebbe un campanello d’allarme veramente inquietante. La squadra deve giocare bene, sono stanco di vedere il solito schifo e da anni.

Penso spesso all’Impero Romano che per secoli dominò il mondo, fino poi a corrodersi dal di dentro e cadere inopinatamente. Al pari dell’Impero Romano abbiamo dominato in lungo ed in largo, ma una dirigenza stanca, obsoleta ed obnubilata ha corroso dal di dentro i valori e le voglie di vittoria, trascinandosi stancamente in un declino triste e malinconico. Riponevo molte speranze nella proprietà cinese, ma il tutto è crollato prima di erigersi. Un disastro sotto ogni punto di vista: sportivo, finanziario, d’immagine e comunicativo. Il disastro è stato talmente fragoroso, con umiliazioni finali da parte dell’Uefa, che siamo finiti in mano ad un fondo creditore che oggi controlla il pacchetto Milan. La mia malinconia è che da anni non riusciamo ad avvicinare il quarto posto. Ma di che cazzo parliamo? Tolta la Juve, dove sono questi squadroni? Ma da anni si “festeggia” il sesto posto e la qualificazione alla coppa delle scartine. Mi viene da vomitare. Eppure non vedo, o non riesco a vedere, una luce forte che illumini il nostro futuro; sento parlare di ennesimo anno zero e mi vengono i brividi: mi sono rotto, mi sono scocciato (eufemismo) di leggere e parlare delle stesse cose. Di vedere una squadra che gioca un calcio inguardabile con giocatori eternamente fuori ruolo o di scarso valore. Nemmeno 240 milioni sono riusciti a dare impulso al timone di una nave che procede da oltre un lustro alla deriva. Molti si sono entusiasmati per Leonardo e Maldini, ma questi non giocano e spero di cuore che impongano il ritorno al gioco con interpreti di valore. A gennaio Elliott dovrebbe trovare dei rinforzi, Uefa permettendo, il nostro centrocampo richiede piedi buoni per potersela giocare contro avversari anche loro pieni di problemi.

Molti di voi e degli altri redattori lamentano una copertura mediatica su Ronaldo. Tuttosport e Corriere ne parlano in prima pagina h24, si parla solo ed esclusivamente di lui, anche perchè fa vendere. Che ci sia un’esagerazione è fuori di dubbio e concordo con tutti voi. Poi però penso alla stampa nostrana, a quella mandria di incapaci e asserviti esperti di dettato che infesta da anni la sala stampa e noto una cosa. Se è vero che altrove si celebrano le ipotetiche imprese calcistiche ed esistenziali di un cinque volte pallone d’oro e campione d’Europa con Real e Portogallo…, da noi si celebra il calvario ingiusto e doloroso di Montolivo. Da giorni Capitan Ricotta ha sguinzagliato le truppe cammellate e i vecchi dinosauri hanno rianimato Jurassic Milanello con le loro scemenze. Possibile che non ci sia un ricambio generazionale? Possibile che di Milan ne parlino sempre i soliti menestrelli ancora legati al Giannino?

Io sono veramente deluso da Biglia, ce l’ho con lui, il reduce per definizione, anche per questo: a causa delle sue pietose esibizioni…hanno ripreso fiato i paladini del carbonaro, di uno scarso che da 7 anni sta al Milan e da sette anni è un calciatore strafinito che non sa di essersi ritirato inconsapevolmente. Ma il suo paladino tipico è il servo della vecchia gestione, per dimostrare che chi c’era prima era illuminato..spara a zero su Biglia e ripropone questa cariatide in avanzato stato di decomposizione. Per questo amichetto dei giornalisti si inventavano classifiche speciali nonostante barcollasse in campo vagando come un disperso nel deserto. Talvolta gli avversari lo superavano in prima mentre lui era in sesta eppure nessuno lo criticava. Possibile che non ci fosse un solo giornalista o presunto tale da far notare che facesse schifo? Però con Biglia sono spuntati tutti questi circensi…, che pena.

Il primo è stato il Telecavallino, quello a cui si perdona di sparare cretinate da oltre trent’anni perchè è milanista! Ma che cazzo di motivazione è? E noi che tifiamo, Kabul? “Si ma io sentivo le sue telecronache…nel 1831, durante i moti insurrezionali e chiamava Ciro Menotti…Profumo di Patibolo”. Poi però ripenso che lui non avrebbe scambiato Pato con Messi, Pato che avrebbe battutto il record di Nordahl e che se arrivava Emerson…MERCATO SONTUOSO! Allora è giusto, è perfettamente normale che costui chieda il ritorno di Montolivo, tutto rientra in un disegno più ampio, in una quadratura del cerchio che ci chiarisce definitivamente certi valori intellettivi. Del resto solo da noi una specie di giornalista, vestito da fantino, per anni ha fatto la prima domanda nelle conferenze stampa. Se lo sanno allo United o al Real ridono per anni.

L’altro endosement arriva niente di meno che dal “decanter” dei giornalisti rossoneri, vincitore del Pulitzer per distacco dopo lo scoop sulle uova al tegamino di Seedorf. Lo scandalo Watergate fu, a confronto, una sommatoria di pettegolezzi tra comari dello stesso stabile. Chi meglio di lui poteva prendere le difese di Capitan Ricotta?

La notizia è la seguente: Riccardo Montolivo, ex capitano prima dell’avvento di Bonucci, è stato inserito nell’elenco ufficiale dell’Uefa per la partecipazione alla prossima edizione di Europa league. Qualche settimana prima, a poche ore dalla partenza per la tournèenegli Usa, Montolivo rimase a Milanello in ritiro punitivo. Si disse: scelta tecnica di Gattuso, pronto ad assumersi la responsabilità del provvedimento preso in accordo con Mirabelli, il ds della gestione cinese. La spiegazione, mai pubblica, fu un’altra: una sorta di punizione perché Montolivo aveva rifiutato, durante il mercato, qualsiasi proposta di trasferimento e in particolare quello al Bologna dove, per raggiungere Inzaghi, avrebbe dovuto tra l’altro dimezzarsi lo stipendio. Appena al comando è arrivata la nuova coppia Leonardo-Maldini, Montolivo ha recuperato il ruolo dignitoso che aveva ed è stato confermato nell’Europa league.

(fonte Milan News)

Lo ha scoperto lui, nessuno ne sapeva nulla…proprio come quando scoprì che Bacca non veniva! Lo legge nei fondi delle orecchiette, se le cime di rapa si dispongono perpendicolari all’asse terrestre lui ha una visione, si mette il cappotto che fu di Goebbels e partorisce questi capolavori inarrivabili. Parla di recupero di ruolo dignitoso di Montolivo, uno che la dignità non sa nemmeno dove si trova; preferisce rimanere per non perdere un euro che giocare altrove. Una dignità straripante, non sa dove metterla. Questo articolo si commenta da solo ed ecco perchè da anni lotto contro questa gente e ne auspico l’estinzione…proprio come i dinosauri. Aspetto il meteorite…, Dio come lo aspetto.

Gianclint

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Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.