Ospite di BT, canale danese, Simon Kjaer ha dichiarato: “Il rinnovo di contratto mi conferisce un nuovo status, lo apprezzo. Per me è una pacca sulla spalla, anche perché il Milan ha la politica di non prolungare più di un anno alla volta con i giocatori over 30. Io invece ho firmato per due. Questo è il segnale più grande che il club potesse darmi. Non cambierei la mia carriera, o forse sì, se avessi potuto giocare nel Milan per 15 anni. Ma la mia storia non avrebbe potuto essere scritta meglio: sono finito a Milano dopo tutti i posti in cui sono stato e le esperienze che ho avuto dentro e fuori dal campo. Se chiuderò in Italia? Sì potrei, al Milan”.
Fonte Milan News
Non posso non partire da questa dichiarazione fatta da chi, a mio parere, dovrebbe essere l’indiscusso capitano del nostro Milan. La società ha premiato la professionalità di un giocatore vero dentro e fuori dal campo: io quando la palla va dalle sue parti, inconsciamente, mi rassereno; se siamo così forti, e lo siamo, lo dobbiamo a personaggi come Simon che incarnano i valori della nostra maglia: sarebbe errato paragonare il suo atteggiamento con quello del turco che ha attraversato i navigli, i due non possono essere comparati in nulla; in maniera del tutto casuale fanno lo stesso mestiere, ma è l’interpretazione che ne cambia totalmente il giudizio.
Leggevo che Moncada avrebbe individuato in Kamara il sostituto di Kessie: il messaggio virtuoso che il Milan sta mandando al campionato e al mondo del calcio è chiaro: noi possiamo offrire questo, se non va bene, addio: avanti un altro! Peccato che nessuno ci segua su questo percorso, ma si continui a mercanteggiare con procuratori famelici che stanno rovinando il calcio (con la compiacenza delle società ). Noi tifosi però dobbiamo imparare dalla nostra società , io per primo! La prima reazione è quella di dire a Kessie di sparire in tribuna, ma Kessie serve; certo nel derby ha fatto male, molto male, ma Pioli saprà capire come utilizzarlo, anche perchè oltre al meraviglioso Tonali c’è un Bennacer che sta facendo bene. Il centrocampo è ben rifornito anche se la coppa d’Africa ci priverà proprio di Kessie e Bennacer…
Il buon Krunic, giocatore sempre utile e duttile, mi sta veramente entusiasmando, ma l’altra alternativa Ciokko Baiokko è una vera piaga. Allora a gennaio serve qualcuno, serve come il pane, non possiamo mollare proprio adesso. La situazione infortuni sta finalmente migliorando e i vari Pellegri, Messias e Castigliokko scalpitano per rientrare. Ma, a parte il caso disperato di Ciokko Baiokko, chiunque entra fa bene, a volte benissimo. Qui sta uno dei punti di forza di Pioli, il coinvolgimento di tutti in quello che oggi si chiama “progetto”, ma io preferisco parlare di “causa”. Tutti sono devoti alla causa e non è un caso che Tata Luciano sfoderi una parata spaziale nel derby: con Pioli è così.
Il Milan non ha dubbi. Stefano Pioli non ha dubbi. Il club e l’allenatore proseguiranno insieme, a braccetto. Ed è giusto così. Perché non è soltanto una questione di risultati (ottimi, tra l’altro), ma anche di stile, quella che il coach emiliano ha dimostrato di avere in questi due anni trascorsi sulla panchina rossonera. Stile che si sposa con la filosofia della società milanista.
Fonte Milan News
Non è appunto solo una questione tecnica: c’è molto altro. Una società attenta, mai sopra le righe e sempre rassicurante che appoggia il tecnico in tutto e per tutto. C’è appunto uno stile che fa di Pioli non solo un vero signore, ma un esempio. Dispiace vedere sulle panchine un vero imbarbarimento, con dei selvaggi con gli occhi di fuori; noi abbiamo uno vero gentiluomo in scarpette bianche che dirige come Von Karajan i Wiener Rossonerer. Pioli è il tecnico che più è cresciuto negli ultimi anni, uno dei pochi, a cinquantasei anni, capace di fare tesoro degli errori della sua carriera. La crescita è impetuosa e non è affatto casuale. I giocatori lo seguono e lui si fa seguire…, sembra scontato, ma non lo è. Il rinnovo è giustissimo, diamo continuità a questa crescita e, come dice Larry, sapremo distinguere una sconfitta da un fallimento; ma soprattutto, sapremo battere le mani.
Inutile dire che la cacciata dal tempio del pizzettaro ammanta il tutto di gioia e felicità . Andasse al Monza con tutti quelli che negli anni ci ha propinato, a partire da Magua. Se è vero che il Milan non vuole più vederlo per me è meglio di uno scudetto.
Forza Milan, daje!
Gianclint
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