Non ce lo nascondiamo, se l’Inter e il Napoli avessero vinto i rispettivi match, gli umori di noi tutti, il mio per primo, sarebbero molto alterati (eufemismo). Questo rende l’idea del disastro che abbiamo combinato in quel di Salerno, allorquando, da primi in classifica, abbiamo pareggiato contro l’ultima. Gli altri hanno fatto anche peggio perché avevano il vantaggio di conoscere il nostro score, ma evidentemente la pressione del risultato non gioca brutti scherzi solo a noi. Si aprono nuovi scenari, impensabili soltanto dopo la tragedia casalinga contro lo Spezia o dopo sabato sera. Io stesso sabato ho quasi ammainato la bandiera, deluso dal nostro atteggiamento più che dal risultato, che poi ne è stato la logica conseguenza; e non soltanto io, visto che solo l’irriducibile Max aveva previsto, nel dopo gara di Salerno, la sconfitta dell’Inter. Bravo Max!
Guardando però soltanto in casa nostra, devo necessariamente scindere la partita di Salerno, dai suoi effetti “benefici” sulla classifica; di certo alcuni punti fermi sono venuti meno e contemporaneamente: il buon Maignan avventato e troppo sicuro, tanto da sfiorare l’irriverenza nel suo suicida dribbling in area; ma quante volte ci ha salvato? Quante volte è stato determinante? Ci sta, ha sbagliato e lui ne è conscio; ha sicuramente imparato. Lo stesso Tomori, reduce, non dimentichiamolo, da un intervento al menisco, che si è perso l’attaccante salernitano ed ha avuto altre incertezze e Tonali che era in evidente serata no. Lo ripeto, la colonna centrale è venuta meno e contemporaneamente, li vogliamo crocifiggere? Io me la prendo quando vedo atteggiamenti reiterati, quando vedo superficialità e faciloneria, ma il calcio è fatto anche di errori: e i tre sopra citati sono umani, pertanto non ne sono esenti.
A questi tre ci aggiungerei la svagatezza di Leao, soprattutto nel primo tempo, la poca consistenza di Calabria e certe minkiate insopportabili di Vecchia Romagna Etichetta Pippa (a fine anno grazie e ciao!). Leao deve capire che le partite si giocano in maniera pugnace, che certi tocchetti, certe suole, certi orpelli non servono, anzi sono deleteri. Sarò l’unico a pensarlo, ma tra l’attuale Calabria e Florenzi non c’è paragone, magari mi sbaglio eh? Il resto poi ce lo ha messo Pioli. Mi spiego meglio.
Nicola non è un tecnico qualsiasi, non è uno Jachini o un Mutti, nemmeno un Brokko Brokki; Nicola è un signor allenatore, specializzato in salvezze, anche quelle impossibili. E’ posseduto dal demonio, in alcuni momenti la trans agonistica lo porta ad alienarsi dalla realtà, entrando in uno stato mistico gassoso che potrebbe anche portarlo alla follia pura. Se il tuo avversario, fosse anche ultimo in classifica, assume in settimana un “animale” del genere, se vai a sfidarlo nella sua tana, beh devi prepararti al peggio, devi preoccuparti e non dare due giorni di riposo premio. Lo scudetto si vince anche per dei dettagli, ma la concentrazione e il rispetto dell’avversario non lo sono di certo.
Per abbattere una simile belva devi dichiarare lo stato di allerta, il defcon deve salire! Guardate i primi minuti della partita prima del gol di Messias: sono minuti che ci hanno visti schiacciati nella nostra metà campo con Leao molto lieto e gaudente di questo atteggiamento. Poi un lampo, la progressione di Theo (migliore in campo) e Messias che la sbatte in porta. Dopo tutto è continuato come prima, senza che ci fosse il benché minimo sussulto. In una tana di lupi non porto la pecorella Diaz, mai e poi mai. Mi porto il cacciatore di leoni Kessie. Purtroppo io conduco una battaglia personale sulle tempistiche delle sostituzioni: io le farei anche e soprattutto nel primo tempo; non perdo tempo per capire quello che è già chiaro fin da subito! Rebic lo faccio scaldare subito, tanto per far capire che butto fuori qualcuno che dorme. Caro Pioli, sei tu che devi dare l’imprinting al sistema, sei tu che devi far capire che si può arrivare in fondo e da protagonisti, ma se tu me li fai riposare questi si rilassano e buonanotte.
L’indizio, con il sorriso sulle labbra, era arrivato da Davide Calabria dopo la vittoria sulla Samp, quella del sorpasso sull’Inter e del primo posto in solitaria: “Non ci poniamo limiti, sarebbe stupido farlo perché dobbiamo cavalcare l’onda – aveva detto il terzino rossonero davanti alle telecamere di Sky –. Se farò parte della “commissione” che discuterà il premio scudetto con Gazidis? Saremo i soliti, io, Ibra e Romagnoli. Magari andremo a parlarne a breve”.
Fonte Gazzetta dello Sport
Sui premi non mi soffermo, è consuetudine e sono anche previsti contrattualmente per ogni giocatore: mi fa specie che dopo la vittoria contro il GIAMMAESTRO a Calabria e compagni sia venuta la fregola del premio scudetto: la coerenza prevedrebbe che a Salerno si giochi con il coltello tra i denti. Questa è la vera regola da cui non demandare, vero Pioli?
Gianclint
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