Segnali di vita

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Augurarvi un 2018 meraviglioso mi sembra il minimo, ma forse dovremmo regalarcelo tutti e, in fin dei conti, dovrebbero regalarcelo proprio i giocatori del nostro Milan dopo un 2017, calcisticamente parlando, molto deludente. Il brodino di Firenze, impreziosito dal “cappelletto” di Calhanoglu, è servito almeno a non rovinarci la fine dell’anno, specialmente, dopo la gioia del derby, inaspettata quanto sofferta. Due partite, queste, che hanno confermato i soliti limiti, ma che hanno regalato due belle novità: in primo luogo il derby ci ha detto che questi giocatori hanno orgoglio e 120 minuti nelle gambe sotto la pioggia battente; non è poco, anzi è moltissimo, specialmente dopo i rovesci terribili contro Verona e Atalanta. Ma se l’orgoglio nel derby lo do quasi per scontato, la capacità reattiva, fino a quel momento totalmente mancante in tutta la stagione, di Firenze è un altro bel segnale. Sostituzioni veloci e voglia di ribellarsi ad un destino segnato hanno portato al pareggio. Manca moltissimo, manca quasi tutto, manca un intero girone di andata e la preparazione estiva; non è poco, ci sono passaggi della partita che ci vedono abulici, specialmente a Firenze, momenti in cui non esistiamo.

Vorrei tanto che Gattuso portasse la semplificazione nel gioco, vorrei un calcio più veloce e allegro, vorrei un gol come il raddoppio dell’Udinese a Bologna: riguardatelo, c’è tanto calcio in quell’azione, c’è tanta preparazione. Non sto certo affermando che avremmo dovuto prendere Oddo, forse il buon Massimo, ex barbiere della Nazionale, avrà trovato una squadra che corre, da noi avrebbe trovato le solite mummie che conosciamo. Siamo a luglio, nessuno mi leva dalla testa che questa squadra, così composta, non sta esprimendo i valori intrinsechi, anzi ne sono certo. Purtroppo siamo qui a ripetere le stesse cose, cose che ormai trovano conferma nella realtà delle cose, cose che fanno rima con preparazione atletica; se non corri, nel calcio attuale, vali pure meno di un Verona anche se hai speso 239 milioni; assurdo a dirsi, ma è così. Ecco perchè mi sento come se fossimo a luglio, con una squadra cagionevole esposta alla fragilità di essere tutta nuova.

Manifestanti che chiedono l’allontanamento di certi fenomeni dalla sala stampa…

Non nascondo che alcuni acquisti non abbiano risposto alle aspettative, ma è un male diffuso nei nuovi, che giocando con discontinuità non hanno trovato il passo in una squadra senza gioco e, per alcuni di loro, in un campionato nuovo. Sono cose queste che riconducono tutto ad un errore iniziale, quello di aver tenuto un tecnico sopravvalutato, che non ha la cultura del lavoro come guida e che caratterialmente va bene per una serata a giocare a “indovina che film è”. L’errore è stato gravissimo, pagato a prezzo ancora più caro. Fassone e Mirabelli avevano gli strumenti per capire che questo tecnico non andava bene, è lo stesso tecnico che ha fatto un girone di ritorno vomitevole la scorsa stagione, un girone da 24 punti con il compianto Kuco Muco e il fenomeno dei due mondi Deulocoso. Adesso è fuggito a Siviglia, benissimo per me sta bene lì, a dimostrazione che ha un procuratore veramente in gamba, altrimenti non si spiega affatto. Forse in terra iberica potrà fare proseliti con il suo Tiki-Minkia e potrà vendicarsi delle porcherie che gli ha vomitato addosso lo sputazzatore seriale, si ammazzassero tra loro in una rissa sanguinolenta. Esseri inutili.

I danni di questo allenatore sfaticato e presuntuoso non sono stati intuiti subito da Mirabelli che anziché andare dietro la panchina, a fare che non si sa, doveva cacciarlo molto prima. Tuttavia se non fai la preparazione, se non insegni calcio il danno è ormai fatto. A quel punto andava preso a fine settembre un allenatore di esperienza che forse poteva correggere in corsa questa nave alla deriva. A dicembre è ormai tardi, anche se Coppa Italia ed Europa League sono ancora lì a dirci che si deve tentare di dare un senso a questa stagione sciagurata. La Peste Montelliana ha fatto perdere le certezze a molti giocatori: prendiamo Bonucci, io non ricordo di avergli visto fare tantissimi errori così in tutta la sua carriera. Schema sbagliato, centrocampo che non copre, formazione sempre diversa…, devo aggiungere altro? La Peste Montelliana è stata una vera e propria mazzata, ma gli immunologi di Casa Milan non ci hanno capito un cazzo, quando era ormai evidente a tutti che era la radice del male.

Ma non si è trattato di un semplice disastro tecnico, per niente affatto; la mancanza di risultati e un calcio avvilente hanno finito per ribaltarsi totalmente sulla società. Si è passati quindi da un Amministratore Delegato che non veniva nemmeno nominato dai servi indegni ad un Amministratore Delegato (l’attuale) messo in croce per ogni cosa, giusta ed ingiusta. Prima il mercato non aveva un responsabile a cui imputare un lustro di fallimenti e centinaia di milioni di euro buttati dalla finestra, adesso invece non solo c’è un direttore sportivo da impiccare, a sentire certi forcaioli della prima ora, ma c’è un AD interista che è il male a prescindere. Questo ha dato fiato ad una critica selvaggia capeggiata da qualche guitto prezzolato televisivo, da qualche covo di nostalgici ridicoli e da una banda di giornalisti, fedelissimi della vecchia gestione, che non aspettavano altro. Addirittura hanno parlato personaggi folcloristici legati all’ex presidente in perenne campagna elettorale. Hanno parlato tutti e non i soliti cani e porci, ma solo i porci che in questi anni hanno razzolato nel fango del servilismo e del leccaculismo.

Per non parlare poi delle prese di posizione dei vari Caressa e Cerruti. Ora, il primo è il classico sottoprodotto televisivo figlio del monopolio e l’altro è la classica vedovella per di più cariatide. Mi fanno ridere. Il secondo adesso si è travestito da giornalista dopo aver messo in soffitta i vestiti da menestrello. In oltre un lustro di fallimenti dove stava la sua penna? Mai letta una critica da parte di costui che adesso si erge a paladino di una critica di forcaioli che, privi di qualunque capacità razionale, ma mossi dal solo livore per essere stati zittiti e ammutoliti da questa dirigenza, chiede la testa di questo e di quello. Le conferenze stampa, e lo ripeto per l’ennesima volta, dovrebbero essere interdette a questi fenomeni della critica dell’ultimo momento, in combutta con chi c’era prima. Caressa invece non ha nulla del giornalista vero, quello che mi convince con gli scritti, con gli editoriali…non con quattro urlacci da telecronista che scimmiotta quelli ridicoli e pietosi del calcio americano. Gli asteroidi hanno un’anima e un cervello e non colpiscono mai a caso, colpiscono dove regna l’ignoranza ed il pregiudizio. Del resto la qualità delle trasmissioni post partita di Sky non è altro che il festival dello scontato. Adesso si è pronunciato anche Capello, dicendo che Bonucci va bene per impostare, ma non per difendere. Possiamo anche dire quindi che Capello va bene per squadre di club che hanno la rosa nettamente più forte e che, come selezionatore di nazionali, non vale nulla. Del resto chi ha come secondo Brokko Brokki nemmeno dovrebbe proferire verbo.

Adesso comincia un nuovo campionato, si ricomincia daccapo, magari pensando che si siano solo fatte le prove generali. Adesso si fa veramente sul serio e servirà recuperare a tempo pieno i nuovi arrivati per capire il loro reale valore in un contesto diverso, quello di una squadra dinamicamente più evoluta. Dei rimasugli del Giannino si può tranquillamente fare a meno, visto che non mi pare facciano la differenza…anzi. Recuperare Biglia in primis e poi Silva è l’imperativo; che giochino con continuità e senza tentennamenti. Il derby ha detto che Biglia ha dato dei segnali di risveglio, segnali che non arrivano da Silva, ma l’investimento è troppo grosso per accantonarlo in un angolo. Si deve osare e perseverare. Contro il Crotone in casa è l’occasione per rompere il digiuno italiano, un suo gol serve come il pane, come anche la continuità del turco che ha dato segnali di vita. Forza che ne usciamo.

Voglio augurare un anno magico a tutti i nostri lettori, a quelli che popolano questo blog ogni maledetto giorno, a quelli che commentano sempre e comunque, a quelli che leggono e fanno qualche timida apparizione e anche a quelli che leggono e non commentano. Buon anno anche a chi ci legge e rosica, in fin dei conti siete utili, portate acqua al mulino, mulino che ha festeggiato le due milioni di visite. Buon anno a tutti.

Gianclint 

 

 

 

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Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.