Un allenatore preoccupato e preoccupante

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Minuti finali, la palla arriva a Cutrone che spara in porta a botta sicura, ma D’Ambrosio si immola e sventa il pareggio. Perchè parto da qui? Lo faccio per affermare che qualunque cosa dirò da questo momento in poi sarebbe stata la stessa, anche se Cutrone avesse pareggiato. Non cambia assolutamente nulla nel mio giudizio, un derby, l’ennesimo, in cui abbiamo gettato alle ortiche la possibilità di dare un colpo definitivo all’Inter e al nostro campionato. Come accaduto, del resto, contro la Lazio falcidiata da una marea di infortuni e come accaduto nel secondo tempo contro la Roma che veniva dal pesantissimo 7-1 di Firenze. Allo stesso modo domenica , partita nella quale avevamo i favori del pronostico, non ci siamo proprio presentati in campo. Purtroppo, quello che avevo paventato da settimane, è accaduto; se non hai un gioco offensivo ben definito, se non hai uno spartito decente, ecco che, bloccato Piatek e ammutolito Paquetà, noi non esistiamo per nulla.

https://youtu.be/2SX5OtDXRtY

Da mesi ripeto le stesse cose e da mesi gli strenui difensori dell’allenatore Gattuso (sull’uomo siato tutti d’accordo a volergli bene) mi ripetono che la classifica, che la rosa, che il gioco di rimessa etc etc. I nodi sono venuti al pettine, Gattuso ha fatto un gran lavoro riportando la cultura del lavoro ed un certo milanismo a Milanello, ha compattato la squadra e ottenuto ottimi risultati. La mediocrità generale del calcio italiano ha fatto la differenza, permettendoci un buon numero di punti. Il mercato di gennaio poi ha portato una ventata di novità ed entusiasmo, ma alla fine siamo sempre qui a parlare di un gioco che non esiste, di una fase offensiva stitica, di un Piatek a cui non siamo riusciti a servire un pallone decente; la differenza è che in passato Piatek ha risolto da solo, con la sua carica e determinazione questo problema, ma se giochi da solo e abbandonato in mezzo a due centrali come quelli dell’Inter, con la determinazione e con la carica ti ci puoi pulire il culo.

Gattuso appartiene a quella categoria di allenatori che non cambiano nulla se non davanti ad un evento traumatico, Se il giocatore si infortuna cambia, altrimenti amen. Per togliere Suso lui aspetta la contemporanea perdita degli arti superiori ed inferiori, perchè se perdesse solo quelli superiori o quelli inferiori…giocherebbe lo stesso. Avevo chiesto un gioco d’attacco, ma i suoi sostenitori mi ripetono ossessivamente che siamo arrivati fin qui facendo determinate cose (o non facendo quelle migliori…) che la sua mentalità è questa e bla bla bla. Benissimo…e a voi sta bene un allenatore che sa giocare (eufemismo) solo in un certo modo? Certo, fin tanto che le vittorie arrivano va tutto bene, ma sempre i soliti stanno lì a rintuzzare che quello che conta e vincere e noi vincevamo. Francamente questo lo trovo inaccettabile, con un patrimonio genetico rossonero gettato alle ortiche nell’ultimo decennio, con allenatori incapaci di farci giocare bene per due partite di seguito.

Hanno ragione i fan di Gattuso che non avrebbe giocato all’attacco, sono i primi a sapere dei limiti offensivi del suo presunto gioco, il pressing non lo possiamo fare, perchè lui non glielo ha insegnato: semplice. Il pressing viene da una preparazione e manovra corale, ma io vedevo soltanto Piatek e Cahlanoglu che almeno ci provavano. Del resto se ti presenti in campo con un giocatore come Suso, completamente involuto e per il terzo anno totalmente incapace di portare un benchè minimo barlume di qualità passate le feste di Natale, allora è giusto che ti diano contro non un solo rigore inesistente, ma tre! Spesso mi confronto con me stesso, soprattutto nei lunghi spostamenti autostradali quotidiani e mi dico che non ho pazienza, che non so aspettare, che i giocatori vanno valutati nell’insieme. Tuttavia adesso è il terzo anno che Suso sparisce dal campo, e mi dispiace perchè ha grandissime qualità; purtroppo Gattuso non lo aiuta, anzi mette a repentaglio il giudizio sul ragazzo e l’efficacia della squadra.

Se entri in campo con Suso…dichiari al tuo avversario che non vuoi aggredire e infatti Spalletti lo ha capito e agito di conseguenza. Mi chiedo in quale regolamento stia scritto che non si possano fare i cambi nel primo tempo, il giorno che avremo un tecnico dotato di inventiva e decisionismo nei primi tempi io mi ubriacherò. Per ora mi mantengo sobrio…visto che non è possibile operare cambi. Era difficile mettere Biglia, tra l’altro redivivo e autore di un’ottima prova? Era impossibile immaginare un centrocampo insieme a Baiokko in modo tale da frenare Diego Armando Vecino? Non ci siamo proprio; quando leggo che Calabria è preferito a Conti perchè questo non sa difendere piango a dirotto e capisco allora di aver ragione. Prima di Arrigo ci fu Nils che preparò il terreno, ma che cazzo vuoi preparare se non passiamo il centrocampo?

Il calcio dovrebbe essere gioia, bellezza e divertimento, ma con Gattuso è tutta una preoccupazione. E’ un tecnico che si sveglia preoccupato e va a dormire preoccupato, che trasmette preoccupazione e ogni componente ne risente. Persino tra noi siamo preoccupati che l’avversario di turno giochi male in settimana perchè vorrà dire che ci bastonerà, che quello rientra o non rientra, che quello faccia pace con la società o non faccia pace. I giocatori poi sono tutti preoccupati di ogni cosa. Guardateli! Sono preoccupati di bloccare tutte le linee di passaggio, di stare equidistanti a 4 metri e 35; di essere paralleli all’asse terrestre, di non inficiare lo zenith a mezzogiorno! Ma basta, porca mignotta, basta! Preoccupiamoci solo di noi stessi e di creare gioco, non di impedire quello degli altri! Guardate Paquetà, è arrivato felice e scevro da ogni preoccupazione e giocava leggiadro, adesso sta ad un km dalla porta ed è preoccupato pure di chiudere la porta degli spogliatoi altrimenti fa corrente… E’ tutta una preoccupazione.

Sto con Gattuso invece per quanto riguarda l’ignobile ed invereconda lite durante la partita. L’ho sentito fortemente addolorato e sinceramente lo capisco. La questione ha addolorato anche me, speravo che certe scene fossero relegate alle pagliacciate dei vari Menez, Balotelli e Mexes…, insomma quel bestiario di cui amava circondarsi il Condorasino. Se è vero che non si può andare tutti d’accordo, è anche vero che non è possibile assistere ad uno spettacolo indegno come quello andato in onda nel secondo tempo. È un peccato perché si era instaurato un bel clima senza qualche Carbonaro ormai relegato a fare numero in panchina. Adesso rialzarsi da questa botta non sarà facile, non vorrei venissero meno certe sicurezze acquisite in duri mesi di lavoro; riemergere da un derby perso in questo modo è la vera impresa a cui è chiamato Gattuso. Non mi aspetto certo che adesso propugni un calcio diverso da quello che sa proporre: Gattuso è questo, ma se c’è uno che li può ricompattare è solo lui. Questo gli va riconosciuto. Torniamo in trincea e torniamo sulla terra, sognare altro non credo sia possibile.

Mancano 10 partite e nulla è perso, siamo quarti e allora che si conduca in porto questa nave, ben sapendo che in Europa con questa rosa e questo tecnico si rischiano solo figuracce; questo è quanto emerso da un anno mezzo di gestione gattusiana; a Rino vanno resi tutti gli onori e magari una serie di statue a Milanello, ma produrre calcio necessita di una mente fantasiosa ed aperta al rischio. Ma se tu hai deciso di togliere Suso e il dio del calcio ti fa accorciare le distanze, non puoi sfidarlo e cambiare idea. Questo significa che non hai certezze offensive e ti attacchi all’estro (presunto) di un singolo ed il dio del calcio, a quel punto, non è più con noi perchè odia gli imbecilli (calcisticamente parlando). Allora basta, allora proprio non ci siamo, guardare le partite deve essere un divertimento e non lo strazio di vedere se a Fort Apache resistono. A fine stagione, comunque vada, grazie Rino, grazie di tutto, grazie di cuore, grazie di aver confinato Montolivo a ultima riserva, ma si cerchi un altro tecnico, capace di dare a questi colori la vera ed unica essenza del calcio: il gioco.

Gianclint

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Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.