Un anno di fangazzidismo

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Cenetta da bunker

Il 1° dicembre, Ivan Gazidis compirà un anno da amministratore delegato del Milan. Il suo arrivo nel mondo rossonero, almeno agli occhi esterni, non ha ancora prodotto ciò che ci si sarebbe aspettato. Perché il background con il quale è sbarcato in via Aldo Rossi ha generato grandi aspettative attorno al suo lavoro e a quello del suo staff. Ricordiamo come siano state tribolate le settimane estive nelle quali la proprietà avviò le trattative per prenderlo dall’Arsenal, rinunciando poi al profilo di Umberto Gandini, che sarebbe tornato di corsa in rossonero dopo l’esperienza da CEO della Roma. Di certo Gazidis si è trovato per le mani una situazione non facile, perché le macerie fassoniane erano talmente ingombranti che, ancora oggi, vi sono residui in tutte le aree della società. Vediamo cos’ha funzionato e cosa c’è ancora da migliorare all’interno del club sotto la sua gestione.

COS’E’ ANDATO –  E’ sotto gli occhi di tutti come il Milan, dal punto di vista della vicenda Fair Play Finanziario, sia riuscito ad uscire da quel vicolo giuridico nel quale si era infognato. L’esclusione dall’Europa League di questa stagione, alla luce dei fatti, è stato il male minore e l’accordo con Nyon siglato davanti al Tas, va riconosciuto, ha avuto come base i rapporti politici di Gazidis, che insieme al pool di super avvocati di Elliott è riuscito a trovare una soluzione che andasse bene a tutti. Ma è innegabile che il caso Milan sarà destinato a fare giurisprudenza e che su questo aspetto, l’ex dirigente dell’Arsenal si sia mosso bene. In questi dodici mesi, Gazidis ha anche revisionato tutte le aree del club ponendo particolare attenzione a quella commerciale, che come vedremo nel prossimo paragrafo sarà chiamata ad un lavoro enorme. Insieme a Scaroni, in comunione con l’Inter, Gazidis sta partecipando alla quesitone relativa al nuovo stadio di Milano così come gli sta molto a cuore il tema legato al razzismo, come dimostrato dal recente workshop organizzato a Casa Milan sull’argomento.
COSA NON E’ ANDATO –  Per ogni pro, ci sono anche dei contro. Che potranno essere anche momentanei, ma ci sono e in un’analisi globale dell’operato di Gazidis, vanno affrontati. La prima difficoltà oggettiva è quella legata agli sponsor e all’incremento dei ricavi. È vero che la squadra non sta aiutando con gli scarsi risultati sul campo, ma è altrettanto vero che diversi esponenti di marchi che sono al fianco del Milan, non si sentono coinvolti e in alcuni casi, i rinnovi di contratto sono stati solo annuali invece che pluriennali. In più c’è la questione main sponsor da risolvere, visto che le contrattazioni con Emirates non sembrano andare nel verso giusto, con la compagnia aerea che avrebbe fatto una proposta al ribasso tanto da aver costretto Gazidis e il suo team di lavoro ad aprire ad altre opzioni. Il risanamento dei conti è una delle priorità del suo mandato così come è primario il target di creare una società autosufficiente che possa produrre profitto e camminare con le sue gambe. Ma senza investimenti importanti e vincenti nella squadra, dai calciatori all’allenatore, non si potrà mai arrivare a questo scopo. I modelli Arsenal o Atalanta, esempi di virtuosismo economico, non sono duplicabili alla realtà milanista. Perché i Gunners non hanno mai vinto nulla o quasi e l’Atalanta vive in una piazza, quella di Bergamo, che sta scoprendo ora la grandeur del calcio che conta. Al Milan servono investimenti importanti sulla squadra, con i soldi che dovranno essere spesi bene, ma non servono rigide limitazioni che tengano ancorato il progetto tecnico in un barlume di mediocrità, come testimonia la classifica attuale. Con i soli giovani non ha mai vinto niente nessuno, nemmeno l’Ajax campione d’Europa del ’95. Perché al Milan ci si sta per vincere, non per partecipare. Infine serve anche che Gazidis non tergiversi su decisioni prese dalla proprietà da settimane in alcune aree del club che lui deve solo comunicare.
Da domenica inizia il suo secondo anno di lavoro al Milan, quello in cui i risultati avranno più peso rispetto alle parole. Good job, Mr. Gazidis. You deserve it.

Fonte Milan News

L’amico Pietro Mazzara ha avuto il coraggio di aprire una discussione sul divino dirigente arrivato da Marte con i super poteri. Egli (è d’obbligo) viene strapagato proprio perchè è un profilo di valore inenarrabile, con punte di intelligenza che sfiorano l’eccellenza; costui, dopo aver lasciato l’Arsenal (dove nemmeno si sono accorti che sia andato via) è arrivato con la fama di dirigente super efficiente e straordinario, tanto che i soliti beoti, pronti a festeggiare sul loro stupido carro chiunque arrivi, si masturbavano anche nei luoghi pubblici, raggiungendo orgasmi multipli. Per mesi se si sentiva un urlo era sicuramente uno di questi ebeti che eiaculava al grido di Aiavaaaaaaaan. Dopo un anno con questo genio, anno nel quale la comunicazione rossonera lo ha celebrato come un dio in terra, ci ritroviamo con una mano davanti ed una di dietro. La disamina che vedrebbe una situazione disastrosa trovata dal sudafricano regge fino ad un certo punto; la motivazione è molto semplice: stiamo peggio di come Fangazzidis ha trovato il Milan, ergo, per ora, il suo arrivo è stato nocivo come una pestilenza.

(Notare come il meraviglioso Paul Simon sia pettinato come Massara)

Siccome ci saranno quelli che escono fuori sempre con il discorso del tempo…da dare all’incapace di turno…, ricordo che qualunque Amministratore Delegato , dopo un anno con simili risultati, va a casa. Facile. Vorrei sottolineare che una squadra di calcio, come qualunque società sportiva, va giudicata in primo luogo per i risultati maturati sul campo: dobbiamo tirare fuori la classifica? Il gioco fa schifo, due allenatori in pochissimi mesi, giocatori deprezzati e speranze che ricadono su un centravanti di 38 anni. La partecipazione alle coppe, tanto sbandierata da questa dirigenza, è ormai una chimera, a meno che il trentottenne faccia la differenza e riporti in alto una squadra di pippe.

Secondo Pietro l’accordo con l’Uefa sarebbe una delle poche cose fatte bene da Fangazzidis, ma di quale accordo parliamo? Se ne conoscono i contenuti? A me sembra che sia il quarto mistero di Fatima nascosto 300 metri sotto terra nell’Area 51. Di questo accordo non si sa nulla, si è barattata un’esclusione dalle coppe e basta. Magari questi 7 milioni di minchioni che tifano Milan avrebbero meritato qualche informazione, ma chi doveva darcela? La comunicazione rossonera? Ah si quella che prevede il mantenimento di qualche disertore del Giannino, qualche beneficiato dai cinesi e una pletora di incapaci che non trova riscontro altrove. La peggiore comunicazione d’Europa. In quella pagliacciata chiamata assemblea dei soci, il presidentissimo Stadioni lo ha acclamato “professore dell’FPF” senza però spiegarne i motivi; è chiaro che bisognerà andare a scavare nell’Area 51. Per quanto concerne lo stadio, non si sa se si farà e nemmeno dove, aumentando lo stato di incertezza che grava sulla squadra, visto che Elliott non penso intenda investire per rafforzare il Milan: in pratica ragazzi, a me interessa che il Milan torni forte, a loro no, a loro interessa fare business con uno stadio che forse fra 10 anni vedremo: ce la fate a resistere 10 anni con Pioli e pipponi?

Su quello che non è andato bene non sono d’accordo perchè “non andare bene” è riduttivo; è andato tutto di merda! Questa è la corretta definizione, che capisco benissimo non possa apparire su Milan News, ma sul “buco nero del web” si e la trovo, modestamente parlando, perfetta! Non ha trovato un solo cazzo di sponsor; gli avevamo segnalato la trattoria “Sora Lella” che poteva ammollare un ventino, ma non è riuscito a chiudere l’imponente trattativa. Però è un tipo modesto, prende 4 ml di euro e dopo un anno si accorge di essere totalmente inadeguato ad alzare i profitti e chiama l’ennesimo dirigente, un crucco che dovrebbe fare meglio di lui e ramazzare qualche euro. Giustamente non parla italiano, anche se passa molto tempo a prendere lezioni ed è riuscito a dire che il Milan sarebbe finito in D. Per ora da serie D abbiamo un managment di inadeguati. Sono feroce? Ma riuscite a guardarvi intorno? Mentre il Titanic affonda suonano il ritorno di questo o di quello e la strategia non esiste. Non c’è nulla. Se ci fosse una proprietà vera il signor Fangazzidis se ne tornerebbe a casa sua a cantare con Paul Simon “Diamonds on the Soles of Her Shoes”, ma purtroppo siamo in mano a degli speculatori (eufemismo) quindi beccatevi questo Fangazzidis e amen. Rimpiango il Condorasino, quello almeno mi faceva divertire, mi regalava perle inenarrabili, momenti indimenticabili con i suoi pranzi ad ingozzo che finivano con gli animali degli zoo che sparivano misteriosamente. Questo nemmeno mangia, secondo me la sera si prepara (da solo) due patate e tre carote, come Hitler. Guadagna 4 e risparmia 5, avendo messo da parte anche il rasoio per economia. Che esemplare triste, tanto triste, inespressivo quanto inefficiente. La mia paura è una soltanto: passare un altro anno con questo qui, mentre il presidente Stadioni aspetta la crescita delle nuove tribune come i capelli con Bioscalin; nel frattempo il Milan, inteso come squadra, dove sarà? Ma certo, ci saranno i festeggiamenti per il centuventunesimo anno dalla fondazione e i racconti che Pellegatti e Lodetti sul derby babilonese Uruk Vs Nippur, sai che palle…, già vedo le mie ginocchia ricche di latte da mungere. Sapete benissimo che non sono mai stato tenero con chi scrive di Milan, ma riconosco a Pietro Mazzara il merito di aver scritto di suo pugno su un argomento vietato. Pietro, dammi retta, chiedi la scorta…che potrebbero metterti sotto quelli del carro…

Gianclint

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Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.