Diciamo la verità, sulla prima di campionato del nostro Milan c’era tanta attesa per via di una rosa rivoluzionata tra cessioni e acquisti, ma a conti fatti la società ha concentrato quasi tutte le modifiche nel solo centrocampo con l’eccezione dell’ala destra ossia uno dei nostri punti dolenti da eoni. Proprio lì il cambiamento è apparso netto e determinante visto il cross che ha portato al primo gol e al missile terra-aria di Pulisic. Un caso? Per me no. Nonostante captain America sia ancora giovane è un calciatore di qualità fatto e finito la cui carriera è stata bloccata più dagli infortuni che altro. Se la salute finalmente dovesse essere dalla sua avremmo uno dei migliori interpreti del ruolo in serie A, se non il migliore in assoluto.
Oltre a Pulisic tra i nuovi chi mi ha impressionato davvero è stato Reijnders: gran pulizia di calcio, intelligenza tattica, verticalità che mette in porta, assist senza fronzoli di primo tocco e tanta tanta tanta corsa abbinata a lucidità. Partita enorme a mio avviso. Non bisogna trarre facili conclusioni, sia in senso positivo che negativo, ma questi due giocatori sembrano davvero essere il fulcro della nostra manovra come spesso accade con i giocatori tecnici di cui necessitavamo e necessitiamo come acqua nel deserto.
Questo nuovo equilibrio interno ha altresì generato un riassetto a cui non eravamo abituati e che sembra aver colto di sorpresa il nostro punto di forza Rafa Leao, passato da dio sceso in terra con il famoso schema “palla a Leao” a elemento sì importante ma non unico. Così il nuovo numero 10 ha incontrato non poche difficoltà perché non ha giocato il solito numero enorme e infinito di palloni ma solo alcuni e proprio questo sembra averlo irretito a tratti come dimostrano le sbracciate a inizio secondo tempo. Pulisic ha una miglior capacità di fraseggio e soprattutto senso del passaggio, così come Reijnders, tanto da trasformare il nostro classico giro palla lento e di posizione in volontà di fraseggio rapido, a volte essenziale, in cui spesso il portoghese poteva venir saltato mancando da parte sua movimenti sincroni per attaccare o cercarsi lo spazio. E’ un problema questo? Io credo di no, anzi questo doversi sforzare per giocare di più da squadra e non da one man show lo potrebbe finalmente rendere letale in ogni momento invece di accendersi a spot.
A mio avviso nel primo tempo, ossia finché avevamo forze e ossigeno, abbiamo anche visto qualcosa di nuovo tra posizioni offensive, sviluppo del gioco e disposizione del centrocampo ma credo sia ancora presto per trarre qualche conclusione meglio tornare a parlarne tra 5/6 partite. Ciò che comunque va visto come fattore positivo è il voler provare qualcosa di diverso perché la passata stagione tra le altre cose siamo affondati proprio per il football americano.
Passando invece agli aspetti meno felici è la difesa a darmi amarezza sia nel gioco di squadra che nei singoli. Sui movimenti sembra non essere cambiato nulla dalla passata stagione e questo per me è inaccettabile. Tolti gli errori individuali di cui scriverò tra poco, sembra esserci un solo modo di difendere, una sorta di uno contro uno in cui se qualcuno si dovesse perdere l’uomo anche solo per una distrazione (può accadere anche ai migliori) la squadra risulta incapace di riadattarsi alla situazione perché incapace di occupare gli spazi con efficacia. Questa cosa non va bene, non è da grande squadra, anzi è da chi sembra non studiare in allenamento la fase difensiva perché non posso credere che tutti i difensori e gli stessi centrocampisti siano stupidi. Pioli e il suo staff debbono porre rimedio il più in fretta possibile.
Parlando invece delle individualità, Tomori sembra essere in un periodo d’appannamento talmente lungo da far instillare più di un dubbio sul suo primo anno e mezzo quasi fosse più un’eccezione che la norma. Anche lunedì abbiamo visto degli errori in serie troppo pacchiani: incespico con possibile contropiede e rosso, marcature in area degli attaccanti con distanza di sicurezza, eccessiva irruenza. Sia chiaro non è l’unico ad aver offerto una prova di basso livello (vedasi thiaw e kalulu), ma lui dovrebbe proprio essere il perno e le sue topiche sono disarmanti a mio avviso. Ciò che mi preoccupa e non poco è come proprio l’unico settore non toccato minimamente nei titolari sia stato quello comportatosi peggio anche nelle individualità e non solo nel gioco di squadra. Forse certi giocatori dopo lo scudo si sono un po’ montati la testa pensando di essere i nuovi Stam, Nesta, Baresi, Maldini ecc. ed è meglio che scendano dal piedistallo in fretta mettendosi a lavorare d’impegno perché non ci saranno sempre attaccanti fumosi come i bolognesi.
Infine due parole sull’esordio a San Siro. Il Toro di Juric è una squadra che fa giocar male chiunque e contro cui Pioli è sempre andato in tilt, se finalmente riuscissimo a rompere la loro doppia linea difensiva grazie a quel qualcosa di nuovo che abbiamo visto nel primo tempo contro il Bologna, oltre alle qualità di Pulisic e Reijnders, allora potremmo davvero essere sulla buona strada. Certo è ancora presto per dirlo, ma aumenterebbero fiducia e consapevolezza in un gruppo rivoluzionato, un ottimo modo per lavorare con lo spirito giusto.
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