In questi giorni il circo della serie A non si è fatto mancare nulla offrendo uno spaccato perfetto del perché uno dei campionati calcistici più passionali sia alla deriva e alla continua ricerca di soldi per evitare un ridimensionamento ancora ulteriore.
Nel giro di poche ore abbiamo visto risse in campo, episodi di razzismo, Stadioni “sclerare” perché non si riesce a fare lo stadio, Gravina (eletto nel 2018) accorgersi ora che “l’Italia è distante anni luce sugli stadi rispetto all’Europa” oltre a nuove indagini con perquisizioni della gdf nei confronti di lazio, salernitana e roma in merito alla compravendita di calciatori.
Insomma non ci facciamo mancare proprio niente e possiamo solo intuire quale sia l’immagine del calcio italiano all’estero dato che tutto ciò va a sommarsi ai processi relativi ai gobbi.
Partendo dal fondo il problema plusvalenze era evidente anche ad un orbo fin da principio, ma tutti coloro che dovevano vigilare si sono girati dall’altra parte dando vita a una bolla senza senso col solo fine di mettere sotto il tappeto la polvere e non solo delle varie società per mantenere in vita un carrozzone con le ruote scassate. Chissà perché nessuno si è mai posto il problema dell’enorme differenza tra il valore degli scambi e i soldi realmente circolanti portando a tutto ciò che vediamo oggi. Sorprende che tra le varie società finite in qualche modo sotto indagine non sia presente una capace di vendere un numero non indifferente di ragazzini o semisconosciuti per diversi milioni, giocatori quasi tutti scomparsi dal calcio maggiore in brevissimo tempo. Da enfant prodige a cessi nel giro di pochi mesi è davvero una gran dote per chi vende…finché ci sono gli orbi.
Chissà adesso a cosa assisteremo, con tutta probabilità la solita pagliacciata in cui tutti sono colpevoli e “bisogna salvare il sistema calcio” che più di un sistema sembra essere l’orticello calcio dove i soliti quattro vogliono tenere le redini e chissenefrega se tutto fa schifo perché l’importante è lo status quo.
Qui si lega il secondo punto ossia la questione stadi. Prima di vedere qualche presidente incazzato per le varie problematiche dovute a un nuovo impianto abbiamo dovuto aspettare l’arrivo di proprietà straniere (fiorentina, roma, milan ecc.) e non è certo un caso perché “l’orticello calcio” non ama il cambio degli equilibri, ma “viva lo status quo”. Adesso però accade che la serie A è sempre più povera, le plusvalenze “fantasiose” con cui i bilanci sembravano belli o accettabili conviene evitarle o limitarle il più possibile e per i diritti tv bisogna fare un bando di 5 anni per sperare di prendere qualcosa in più. Allora dove si racimolano nuovi quattrini? Lo “stadio”! Magicamente qualche voce dalle istituzion inizia ad alzarsi basta vedere le dichiarazioni del presidente Gravina e di Abodi. Accadrà qualcosa o non succederà niente come al solito? Essendo in Italia direi più la seconda, ma i club hanno ormai l’acqua alla gola per i motivi descritti prima. In questo clima da ultima speranza le dichiarazioni di Stadioni sanno di incazzatura vera e propria per interposta persona cioè Cardinale. Gerry è stato più in Italia per la questione stadio che per tutto il resto e questo è ben circostanziato dai dossier aperti su addirittura tre aree (La Maura, Sesto e San Donato) perché è chiaro come non ci si fidi più dell’amministrazione milanese tra beghe politiche, comitati, vincoli e referendum.
C’è poi la semifinale di coppa italia tra gobbi e tristi, in teoria una vetrina per il calcio italiano. Ecco, paragonatela alla semifinale di coppa del re e poi mi dite: da una parte un mortorio, dall’altra calcio. Ovviamente c’è il carico, perché da una parte nonostante una rullata storica in casa non si sono viste risse a fine partita figurarsi insulti razzisti. Questo è lo spettacolo che l’Italia calcistica ha messo in onda 24 ore prima del calcio spagnolo a parità di evento e che vorremmo vendere bene, tralasciando il fatto che cori razzisti, antisemiti ecc. portano al massimo a una multa e alla chiusura del settore con condizionale, cioè nessuna chiusura e si va avanti così perché figurarsi toccare i vari orticelli. Perchè dovrebbero pagarci bene tutto ciò? Mistero.
Così in una settimana in cui il calcio italiano sta nuovamente dando un’immagine perfetta del suo stato di arretratezza in ogni aspetto, siamo già alla vigilia di Milan-Empoli partita che deve confermare di essere tornati ad essere una squadra, una cosa sola, altrimenti la netta vittoria contro il Napoli non sarà servita a nulla. Empoli ci dà però anche dolci ricordi come il gol di Ballo-Touré a tempo scaduto, ma soprattutto l’intervista a fine partita, una perla che merita la chiusura del post ed essere rivista in loop prima di tuffarsi sul campionato.
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