Finalmente si riparte! Rivedere i ragazzi, seppur ancora non tutti, in un rettangolo di gioco verde con le maglie che hanno in bella mostra il nostro logo è sempre bellissimo.
Per me è il 42° raduno rossonero, iniziano ad essere tanti. Il primo di cui ho memoria è quello della stagione 1980/81: forse per i più giovani vuol dire poco o nulla, ma chi ha avuto la fortuna (o sfortuna) di vivere quel raduno come me sa che quella non è stata un’annata felice, perché culminò con la seconda retrocessione in serie B. E, per dirla alla Peppino Prisco, quella retrocessione “fu quella gratis”. Poi aggiungiamoci che la mia prima partita dal vivo a San Siro fu Milan Cavese, potete capire come il mio essere milanista sia stato forgiato non in epoche gloriose.
E, proprio per questa mia “formazione” rossonera, a giugno ho sofferto molto per il rinnovo di Maldini che sembrava non arrivasse mai. Senza ritornare sull’argomento specifico della ricerca del “colpevole” di quella stucchevole lungaggine, mi sono chiesto il motivo del mio tanto soffrire. E la risposta che mi sono dato è semplicemente una: faccio parte di quella generazione che è cresciuta con i suoi idoli, con i poster appesi in camera, e soprattutto con Paolo Maldini, che era presente prima da calciatore e idolo e ancora mi accompagna nella mia lunga vita milanista. Insomma Paolo è un idolo, una icona che non può e non deve essere toccata, come Franco Baresi che è e rimane sempre il mio Capitano per eccellenza. Tanti mi chiedono quali sono le differenze tra i due…mah io rispondo sempre che è come cercare il pelo nell’uovo o rispondere se voglio più bene a mamma o a papà. Effettivamente, comunque, per me, una piccola differenza c’è:
il Kaiser ha vissuto anche anni bui, fatti di sofferenze e, nelle mie prime esperienze rossonere, lui era in campo fiero condottiero della truppa rossonera. Lui è quello che, nei momenti più oscuri, è stato capace di rifiutare offerte di altri club pur di non lasciare la nostra amata squadra. Va da sé che negli anni fortunatamente è stato abbondantemente ripagato per questa sua scelta di cuore. Paolo, dal canto suo, esordisce in rossonero quel lontano 20 gennaio 1985 a Udine: io ero lì in quella gelida giornata friulana, (beh, posso dire che nei momenti importanti io ci sono e ci sono stato). Maldini debuttò in un Milan con i libri contabili in tribunale, che se non fosse stato per Rosario Lo Verde a quest’ora saremmo stati qui a raccontarci altre storie…nonostante questo inizio un po’ incerto per l’aspetto societario, poi il suo diventare leggenda è andato di pari passo con la crescita della squadra divenuta poi grande. Paolo ha avuto il merito, ad un certo punto della sua carriera, di cambiare ruolo passando da terzino a centrale difensivo e lo ha fatto con una naturalezza tanto disarmante da renderlo il miglior difensore al mondo. Poi in effetti una caratteristica ce l’hanno in comune e non è “cosa” da poco: entrambi AMANO il Milan come poche persone. Ed io ho un sogno nel cuore: Baresi presidente, al posto di Stadioni, e Maldini direttore tecnico. Dopo aver avuto il privilegio di vivere un’epoca incredibile ed irripetibile, se dovesse succedere di arrivare a vedere anche questo, allora potrei dire che per me è tutto.
Ma dopo questa divagazione storico/personale ritorniamo al presente. Come scrivevo prima, vedere i ragazzi ritornare all’attività è sempre bello, ma rivedere il mio vichingo correre sul campo è stato ancora più bello. Sì, perché il buon Simon è uno dei veri leader di questo gruppo e la scorsa stagione ci è mancato molto.
Lui è un uomo tutto d’un pezzo, freddo, deciso, un saggio condottiero pronto a sacrificarsi al fronte rossonero. Arrivato poco dopo quel famoso 5-0 di Bergamo, insieme a Ibra, il suo acquisto non scaldò più di tanto i cuori rossoneri. Anzì, c’era molta diffidenza nei suoi confronti. Ma le prestazioni in campo e la sua leadership hanno conquistato tanto silenziosamente quanto inesorabilmente i nostri cuori, quasi ad impersonare materialmente il milanismo più puro. Quindi ben tornato Simon.
Nota dolente è che, insieme al ritorno in campo dei ragazzi, è purtroppo iniziato anche il calciomercato. Personalmente una fase di stagione che ritengo noiosa e che serve solo per dare “lavoro” a gente che altrimenti non saprebbe cosa fare per due mesi. Due mesi fatti di chiacchere a vuoto, pagine di giornali su cui viene scritto il nulla, trasmissioni televisive dove per ore personaggi parlano di tesi prive di fondamento e spesso solo per supposizioni. Quanto era bello il calciomercato di una volta: durava solo 15 giorni, di norma i primi di luglio. Ogni giorno si leggeva il paginone centrale della Gazzetta dove c’era lo schema con le varie squadre, tre caselle: acquisti, cessioni e trattative. E per noi il calciomercato proseguiva così fino al giorno successivo in cui si ritornava a sfogliare la rosea per capire se dal giorno precedente qualcosa fosse cambiato. Mi rendo conto che i tempi sono cambiati, e non sempre in meglio, ma una via di mezzo ci potrebbe forse ancora essere. Con il tempo il calcio è diventato un carrozzone per dare da mangiare a tanta gente inutile in questo mondo pallonaro bigotto e falso.
Limitiamoci ai ragazzi in campo, perché come ha detto Maldini ai tifosi presenti lunedì a Milanello, “Cercheremo di continuare la strada che abbiamo intrapreso negli ultimi anni e cercheremo di rendere orgogliosi il club e i tifosi. I ragazzi hanno fatto qualcosa di straordinario, ma lo abbiamo già messo da parte. Siamo già tutti concentrati sugli obiettivi della nuova stagione, cioè cercare di vincere la seconda stella ed essere competitivi”. E sentire Paolo pronunciare le due parole “seconda stella” mi riempie il cuore rossonero, perché detto da uno dei miei due Idoli ha un valore importante. La mission è partita il 4 luglio. In ritardo? Forse sì, ma ora lui per il bene del Milan non mollerà di un centimetro, come faceva in campo.
E allora buona stagione rossonera a tutti.
FVCRN
Harlock
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