Dopo quattro giornate di questo campionatino di riparazione la classifica, del tutto inaspettatamente, recita così: Giuve ed Atalanta 12 punti, MILAN 10, Napoli 9, inter 7, Lazio 6, Roma 4. Tre vittorie ed un pareggio che avrebbero potuto tranquillamente essere un pokerone. Due vittorie pulite ed incontestabili contro pretendenti ai posti CL più la passeggiatina di Lecce e se a Ferrara la sfiga ed un pasticcione della difesa non si fossero messi di mezzo sarebbe stato en plein. D’altra parte le partite stregate capitano a tutti e forse è meglio sia successo ora che non ci stiamo giocando nulla di così importante. Al netto della minchiatona in mezzo all’area che ha provocato lo svantaggio iniziale, che non fosse giornata si è capito quando Floccari si inventa il gol della vita. La palla che rimbalza perfettamente, lui che è nel posto giusto al momento giusto, nella posizione giusta, con la voglia giusta dopo che per una stagione non aveva fatto un gol nemmeno in spiaggia con la squadra dei bagnini, ci prova. La palla calciata di controbalzo si impenna nell’unica traiettoria sulla quale Donnarumma (piazzato correttamente per la cronaca) non può arrivare. Capita una volta su un milione. Due mezze occasioni, le uniche in cui si vede la Spal in tutta la partita, due gol subiti. Nel frattempo tiriamo in porta 542 volte, ma manca sempre un millimetro per fare il metro. L’avessimo vinta 5-2 non ci sarebbe stato nulla da dire ma alla fine arriva solamente il 2-2 in extremis. Almeno per una volta ci si può appellare anche alla sfiga (anche e non solo, sia chiaro…). Il pokerone l’avremmo meritato ma va benissimo anche così. Sogno o son desto?
La prova provata che siamo in un buonissimo stato di forma viene dalla partita contro la Lazio. Una vittoria che è sembrata quasi troppo semplice. Come contro la Roma giochiamo alla pari fino al vantaggio ma da lì in poi gli avversari, minuto dopo minuto, sembrano sparire e noi siamo sempre più padroni del campo. Inzaghi può appellarsi a quello che vuole, pure alle scie chimiche, ai complotti massonici, al battito d’ali di una farfalla in brasile che per una serie infinita di eventi collegati ed inesorabili avrebbe provocato la deviazione che all’olimpico ha spedito il tiro di Calha alle spalle di Strakosha, all’aforismo di Lavoisier (che nell’interpretazione Inzaghiniana recita che nulla si crea, nulla si distrugge, ma si caragna come vitelli perché la Lazio perde sempre per sfortuna mai perché gli avversari si sono dimostrati superiori), ma le 3 perone prese in casa (e quest’anno è la prima sconfitta tra le mura amiche) non mentono. Abbiamo strameritato di vincere ed abbiamo vinto. Per quanto un poco mi dispiaccia l’aver di fatto messo lo scudetto in tasca alla Gobbaglia, sono comunque felice per come l’abbiamo vinta e per la faccia incazzosa di Lotito che di per se è più gratificante di una cena da “Contraste” pagata dal collega gobbo più antipatico dell’azienda con quale avevi scommesso sulla vittoria del Napoli in coppa Italia. Mi siedo, ordino caviale e champagne e… Sogno o son desto?
Questo finale di campionato così anomalo vale sportivamente meno di nulla ma può, potrebbe almeno, essere un buon modo per capire davvero su chi e quanto si può contare per impostare la/e prossima stagione/i. Per vedere chi merita almeno di stare in rosa visto che non si possono cambiare 20 giocatori in un picchio, e chi invece è meglio si levi definitivamente dalle scatole. Da quello che si è visto in queste partite qualche indicazione si inizia a vedere. Penso a Romagnoli, ad esempio, che in coppia con Kjaer, per il quale devo cospargermi il capo di cenere, è tornato ad ottimi livelli di rendimento. I migliori da quando (mi sanguina il cuore dirlo ma è vero) giocava al fianco di Bonucci. Pensavo avesse bisogno di avere vicino un marcatore tosto e veloce ma mi sbagliavo. Ha bisogno di un compagno esperto che gli tolga parte delle responsabilità e lo faccia giocare a cuor leggero. Kjaer non è Nesta ma è esperto e scafato. Riscattare subito e forse ci possiamo evitare l’acquisto di un centrale “titolare”, almeno per il momento. Lo stesso vale per Kessie. In questo nuovo ruolo che Pioli gli ha ritagliato addosso non solo gioca bene ma pure in modo tatticamente intelligente. Oddio, l’ho detto… La vaccata in canna gli rimane (e per poco non ne combina una pure sabato con un rinvio in area scoordinato e sbilenco…) ma recupera palloni a vagonate e lo trovi in ogni parte del campo al momento giusto sia in fase difensiva che offensiva. Sono solo esempi ma potrebbe valere lo stesso ragionamento per tutti tranne quei pochissimi “intoccabili” da tenere o rinnovare a tutti i costi, ben sapendo però che il periodo è talmente anomalo che gli abbagli sono dietro l’angolo. Starà a chi deve decidere in società (ma, a proposito, chi decide?) saper guardare oltre le apparenze e scegliere bene. Stando a queste partite sembrerebbe che tra titolari e riserve non saremmo messi poi così male e che con una punta seria (Ibra che vada o resti non è eterno), un esterno di destra (Conti può essere una alternativa e Calabria ha dimostrato di non essere all’altezza, in tutti i sensi…) ed una mezzala titolari accompagnati da un altro paio o tre di panchinari decenti, si potrebbe iniziare a ragionare meglio. Dopo anni di schifezze me lo richiedo… Sogno o son desto?
Mentre rimugino sui nostri destini presenti e futuri non posso dimenticare che stasera si scende di nuovo in campo contro i gobbi. Vincere o perdere non cambierà il finale di questa stagione per noi oramai compromessa ma sono un convinto assertore della par condicio, quindi, facciamo così… se dovesse andar male non svegliatemi e lasciatemi sognare se invece dovesse andar bene chiamatemi e ditemi che non ho sognato. Sarà sogno o sarò desto?
FORZA MILAN
Axel
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