In un attimo siamo arrivati alla sosta per i mondiali, devo dire che dopo le ultime partite del nostro amato Milan, che hanno messo a dura prova le mie coronarie, forse un break non fa male. Ogni tanto mi chiedo come ho fatto a resistere alla settimana dei due derby europei del 2003 e alla finale di Manchester con la Juventus. L’unica risposta che mi sono dato è che ero molto più giovane e forse sapevo gestire meglio le emozioni, oppure eravamo più abituati a quelle emozioni e tensioni.
Che dire del Milan, hanno già detto tutto e soprattutto molto bene i miei colleghi. A livello di numeri non siamo presi male, siamo più o meno in linea con lo scorso anno, certo che il campionato del Napoli sta facendo risultare tutto insufficiente e soprattutto costringe a livello mentale a dover vincere sempre. La mia opinione sui rossoneri? Nelle ultime partite siamo arrivati scarichi a livello mentale più che fisico, perché altrimenti non vincevi due partite al 95, che si voglia la pressione di dover passare il turno in Champions per migliorare il risultato europeo dello scorso anno a mio modo di vedere ha prosciugato molte energie psichiche, poi gli infortuni prolungati hanno fatto il resto. In questo senso la pausa ci può fare bene, fermarsi, riflettere, capire e poi ripartire con idee un po’ più chiare sia a livello dirigenziale e tecnico.
“Io credo che non ci sentiamo diversi, ma dobbiamo capire che questo è un altro campionato” (S. Tonali)
Perché molte risposte ai problemi del Milan sono nelle parole dette da Tonali dopo la trasferta di Bergamo. Ed eravamo alla seconda giornata. Nella speranza che il mercato estivo inizi a dare i suoi frutti e mi riferisco a Vranckx, Thiaw, De Katelaere, Dest, Origi. Non metto nella lista Adli perché lì non ho ben compreso nulla della situazione, non dimenticando che lo abbiamo acquistato a titolo definitivo un anno fa anticipando la concorrenza. Un bel mistero che puzza di “Hauge”, ma qui solo Maldini e Pioli possono sapere la verità.
Sul Piccolo Principe Charles il discorso è più lungo, e sarà il tema di uno dei prossimi miei articoli. Tanto di tempo ne abbiamo.
Come sapete a me le soste per le nazionali, non piacciono perché come in ogni pausa che si rispetti partirà la giostra del calciomercato con mille nomi, mille trattative tanto per occupare il tempo di cui quelle vere le possiamo contare sulle dita di una mano. Anche perché per il secondo mondiale di fila i nostri “eroi” azzurri guarderanno la rassegna iridata dal divano.
A differenza mia, che non guarderò un secondo di questo mondiale, piuttosto mi riguardo i filmati del Milan anni 80 in serie B, ma non tanto per una questione etica o di diritti ma proprio perché non m’interessa, non mi sento rappresentato dalla nostra Federazione figuriamoci dall’Uefa e dalla Fifa che in nome del denaro hanno venduto l’anima o l’essenza del calcio.
Si perché quando gli comoda il calcio è del popolo ma quando devono curare i loro interessi il tifoso viene sempre messo all’ultimo posto.
Tempo fa avevo scritto che non guardavo più la nazionale, perché non mi sento coinvolto e per me non rappresenta nulla, siamo in mano ad una Federazione che cura i propri interessi e nulla più e le convocazioni dei giocatori hanno più il sapore politico che tecnico. Dopo la débâcle con la Svezia che ci escluse dei mondiali russi, ci fu una pressione mediatica che portò alle dimissioni di Tavecchio e del CT Ventura. Dopo aver perso con la Macedonia del Nord il prode Mancini e il suo Cavalier Gravina sono ancora seduti al loro posto, perché godono ancora del credito di un Europeo vinto in una estate magica che a noi Italiani ogni tanto capita.
Personalmente mi dispiace non guardare i mondiali di calcio perché assieme alle Olimpiadi per me rappresentano uno dei momenti sportivi più alti. Guardare la rassegna mondiale, significava essere in Estate, era un motivo di ritrovo per bere una birra in compagnia o organizzare grigliate davanti ad un maxi schermo, era un evento sociale che negli anni ci è stato tolto, perché organizzare un mondiale in pieno inverno in una nazione che non è molto interessata al calcio ma solo per l’introito economico sta facendo perdere il suo fascino. Ma questo è un argomento che potremmo allargare anche nel campionato italiano, d’altronde la Federazione assieme alla Lega impone partite ad orari assurdi di lunedì, martedì, giovedì perché chi comanda oramai sono le tv (perché è l’unica vera entrata attuale per i club) e non importa se il tifoso che paga il biglietto lavora, ma come dicevamo il calcio è della gente. Mi dispiace non è più così e temo che anche la questione stadio andrà in questa direzione.
Che ci sia la necessità di creare nuove entrate e di vivere l’ambiente stadio in modo totalmente diverso ne sono cosciente, purtroppo anche Paolo Maldini lo ha detto quando è stato ospite al Festival dello Sport di Trento. Però io ho paura che alla fine sarà uno stadio per ricchi, che vanno a vedere una partita di calcio come andare al cinema, mangiandosi un sandwich e un sacco di pop corn in tipico stile yankee.
E che se ne parli, io rimango convinto che a Sesto non andranno mai, cercheranno di farlo in zona San Siro, troppi interessi in quella zona. Il problema è che sarà più piccolo è perderà il suo fascino Casciavit, e come dicevo prima ho tremendamente paura che sarà uno stadio borghese. Spero di sbagliarmi, ma oramai il nostro calcio è diventato solo una questione di soldi.
FVCRN
Harlock
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