Sostenibilita’

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In questo periodo non si fa che parlare di calciomercato, di procuratori, di commissioni e di varie ed eventuali. Sinceramente è un periodo dell’anno che a me non piace, perché si parla sempre e solo di aria fritta. Di trattative poco veritiere o di pure ipotesi, in particolare sul Milan di cui nessuno sa niente o poco più di niente: si va per intuizione, perché la società rossonera fa trapelare molto poco.
E allora, prendendo a riferimento un bellissimo articolo di “L’Ultimo Uomo” che ho letto sul web, andiamo ad analizzare insieme qualche “fatto” rossonero.

“Però, per la storia del Milan degli ultimi tre anni, lo scudetto diventa quasi una conseguenza: giorno dopo giorno, con idee precise e coerenti, si è ricostruita la competitività di un club per troppo tempo preda all’improvvisazione. E’ questo, più che il singolo exploit, a raccontare il ritorno del Milan.”
Fonte: L’Ultimo Uomo

Come non essere d’accordo, la prima vera vittoria è stata quella di riottenere la nostra dignità, come società, squadra e tifoseria. È stato un lavoro molto lungo, iniziato quel terribile pomeriggio pre-natalizio di Bergamo. Un lavoro certosino, che ha permesso di ottenere la migliore qualità possibile.  Chiaro che ci siano stati alti e bassi, ma un po’ alla volta ci siamo riappropriati della nostra storia e del senso di appartenenza ai nostri colori e alla nostra fede. Certo non tutto è riuscito subito.  Come dicevamo prima, il processo è stato lungo e non esente da critiche, anche perché ci è voluto tempo per arrivare a comprendere il modo di operare di questa nuova proprietà americana. Una modalità a noi sconosciuta, così abituati al modo di fare mercato di una volta.

“Sostenibilità significa costruire un proprio metodo che sia riproducibile per gli anni a venire, anche con un ricambio di personale: è così che si costruiscono l’identità e la cultura di un club.”
Fonte: L’Ultimo Uomo

Per qualche tempo ho abbinato la parola sostenibilità al risparmio economico, mentre queste due sole righe mi hanno fatto a riflettere e aiutato a scoprire un altro significato che mi ha portato ad intuire cosa c’è dietro il Milan. Intuire, perché noi non possiamo effettivamente vedere con i nostri occhi e per questo forse nemmeno capire fino in fondo il lavoro che si svolge “dietro le quinte”. Ho sempre sostenuto che ogni top team debba avere sempre sotto controllo la situazione giovanile, con i migliori prospetti per età e per ruolo. Questo può essere ottenuto attraverso un lavoro strutturato e organizzato che ovviamente non significa solo andare a vedere i Mondiali o gli europei di categoria! troppo semplice visionare i “prospetti” in queste occasioni, quando ormai potrebbe anche essere troppo tardi. Bisogna “sporcarsi le mani” e andare nei campetti di periferia, perché è in quei campi che si vede il talento, parlare con i ragazzi, con le famiglie e monitorarli per anni. È un lavoro sfiancante, ma che sicuramente dà una enorme soddisfazione. E, conoscendo Maldini, questo lavoro a lui piace sicuramente molto. Facile fare il direttore sportivo alla Leonardo o alla Marotta, offrendo tanti soldi a giocatori conosciuti, anche se poi non tutto fila liscio.
La vera “arte” sta nell’andare a scoprire i talenti personalmente e seguirli. Quando leggo le dichiarazioni di Moncada su Leao mi si apre il cuore: “Leao non lo abbiamo preso soltanto per quello che ha fatto al Lille, lo conoscevamo ancora di più per quello che ha fatto prima allo Sporting Lisbona. Nel settore giovanile era eccezionale. Nella Youth League aveva giocato contro la Juve ad altissimo livello. L’ho visto muoversi da trequartista allo Sporting, in modo incredibile”. Dietro ogni scelta c’è una logica, un percorso e il ragazzo viene visionato più volte e s’incrociano molti aspetti tra cui quello della maturità e della famiglia. Ed ecco che arrivano le scoperte come Kalulu.
Pensate a quante critiche sono piombate addosso al Milan per aver preso Bennacer e Krunic, praticamente il centrocampo di una squadra retrocessa in serie B, o Theo Hernandez, con Maldini che alla presentazione del giocatore francese affermava che sarebbe diventato uno dei tre più forti terzini al mondo. Detto, fatto.
Dietro tutte queste scelte c’è una filosofia di lavoro incredibile, un nuovo modo di fare mercato cercando di spendere il giusto e un nuovo modo di costruire una squadra che dia risultati nel tempo e a lungo. E soprattutto quante persone ci lavorano dietro.
Per questo mi preme la riconferma di Maldini, perché lui è garante di tutto ciò,  lui è la punta di un iceberg molto organizzato.
È il garante di questo nuovo modo di fare mercato e di costruire la squadra, in cui ogni tassello deve essere posizionato al suo posto e combaciare perfettamente. Ecco questa è la sostenibilità: creare un modo di lavoro unico e continuo, con l’obiettivo di non arrivare mai a fine ciclo, ma di avere i ricambi al momento giusto. Perché poi, alla fine, voler tirare troppo avanti con certi giocatori per pura riconoscenza, significa ogni volta dover ricominciare da capo e questo non va mai bene. Paolo lo sa molto bene, avendo vissuto questa esperienza sul campo. Il fiume deve essere sempre in movimento e la sua portata d’acqua deve essere importante.
Negli ultimi anni questo tipo di organizzazione viene utilizzato anche per il settore giovanile. A testimoniarlo sono gli investimenti in termini economici e tecnici che sono stati fatti negli ultimi anni, ma la mia speranza è che questi ragazzi possano essere allenati da allenatori adatti al settore giovanile, capaci di lavorare con i giovani e che insegnino loro il gioco del calcio e non solo la tattica, e non da ex giocatori che utilizzano il campionato di categoria per ambizioni personali. In questo caro Milan dobbiamo migliorare moltissimo, perché al centro di tutto deve essere il benessere del ragazzo a livello individuale prima e poi di squadra, non la carriera dei vari Mister. L’obiettivo di un settore giovanile è quello di “produrre” giocatori per la prima squadra. Personalmente i nomi che sto leggendo per la successione di Giunti a me lasciano un po’ perplesso, serve gente che ami lavorare nel settore giovanile. Poi che a livello tecnico il campionato primavera, per come è strutturato, non serva a nulla sono d’accordo, ma la mia speranza è quella di vedere anche in quel settore passi in avanti come in prima squadra.
Ma sono solo miei pensieri estivi. Lasciamo lavorare Paolo e il suo staff con tranquillità, perché hanno dimostrato ampiamente di sapere ciò che fanno e godiamoci un’estate da Campioni d’Italia, cosa che non accadeva da molto tempo. Troppo.

FVCRN

Harlock

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"Quando il Milan ti entra nelle vene avrai sempre sangue rossonero" Ho visto la serie B, ho visto Milan Cavese, ho toccato il tetto del Mondo con un dito e sono ricaduto ma sempre rialzato. Ho un papà Casciavit....Grazie per avermi fatto milanista.