Un Milan in stato confusionale. Non c’è altro modo per definire la squadra di Fonseca, reduce dalla terribile prestazione di Parma conclusa con la prima sconfitta stagionale per 2-1. Un Milan che non c’è, che somiglia in maniera preoccupante a quello dello scorso anno: scollato, senza idee chiare, senza verve e punti di riferimento a livello di leadership. Oltre tutto questo, una squadra il cui allenatore ancora non ha chiaro su chi puntare come titolare, né sull’impostazione da dare alla squadra stessa (più offensiva o più conservativa?). A metà campo l’unico ad aver giocato ogni match è stato Loftus-Cheek, mediano contro il Toro, trequartista in Emilia. La coppia davanti alla difesa è stata cambiata due volte nelle prime due uscite (Loftus-Bennacer prima, Reijnders-Musah poi). Dietro la punta in prima battuta si è optato per il trio offensivo con Pulisic al centro e Chukwueze a destra, poi per i titolari dello scorso anno, con lo statunitense a destra e Loftus in mezzo. Insomma, poca continuità e troppa confusione.
Una confusione che regna anche sul mercato. In tutta l’estate Saelemaekers è stato (quasi) un punto di riferimento, tanto da far pensare a una sua permanenza, poi, puff, spedito a Roma per Abraham, in una operazione che smuove la rosa ma che non sembra, almeno sulla carta, cambiare granché. Anzi, si perde una potenziale alternativa a metà campo. L’Abraham delle ultime due stagioni è un giocatore reduce da un infortunio che segna qualche golletto “alla Jovic”, ma Jovic già c’era. Con anche potenzialmente Okafor e Camarda, oltre Morata. Il belga poteva essere invece una soluzione in più, anche lui certo non un game changer, ma una pedina forse più funzionale. Magari anche per darci l’alternativa di giocare a tre a metà campo, impiegandolo come mezz’ala capace di interpretare entrambe le fasi. Concludiamo alla fine il mercato senza rinforzarci davvero davanti, senza aver trovato un vice Theo, con ancora il punto interrogativo del binario di destra tra Calabria e Royal. In tutto ciò aggiungiamo la crisi di Theo e Leao, involuti e anonimi ormai da troppi mesi e capiamo bene che se il gioco non c’è, non c’è nemmeno al momento chi possa garantire quei guizzi capaci di risolvere le partite.
Dopo 1 punto nelle prime due uscite andiamo a Roma per affrontare una Lazio ancora in costruzione. Tre punti nei primi due match per i biancocelesti, reduci anch’essi dalla brutta sconfitta di Udine. Perso Immobile, il punto di riferimento davanti è Castellanos. Centrocampo di buone prospettive con Guendouzi-Rovella-Castrovilli e attenzione alla sue spine nel fianco Isaksen e Zaccagni, che bene combinano rapidità e intuizioni. Il Baroni visto tra Lecce e Verona è stato in grado di impostare delle salvezze a tratti insperate su una fase difensiva di alto livello, vedremo se il pacchetto arretrato comincerà a ben performare proprio contro di noi, dopo le tre reti subite da Venezia e Udinese (avversari non certo trascendentali). Probabile formazione (433): Provedel; Marusic, Patric, Romagnoli, Tavares; Guendouzi, Rovella, Castrovilli; Isaksen, Castellanos, Zaccagni.
Nel Milan ancora dubbi e ballottaggi. Calabria-Emerson, Theo-Terracciano, Leao-Chukwueze. Dovremmo invece rivedere Okafor centravanti e vedere per la prima volta Fofana da titolare davanti alla difesa. Probabile formazione (4231): Maignan; Emerson, Tomori, Pavlovic, Theo; Fofana, Reijnders; Pulisic, Loftus, Leao; Okafor.
Forza Milan comunque!
Fab
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