L’ultima chiamata per l’Hellas Verona, un’ulteriore occasione per il Milan per scavalcare nuovamente l’Atalanta al sesto posto in classifica. Milan-Hellas non sarà soltanto una sfida dal sapore di agrodolce amarcord per i colori rossoneri (in realtà più agro che dolce), ma sarà un match vero, con contenuti, che nulla avrà a che vedere con le solite partite da fine campionato.
La vittoria contro il Bologna ha conferito morale alla banda di Gattuso, reduce da una sfilza di risultati non particolarmente brillanti. In particolare questo finale di stagione sta mettendo in luce un elemento che per troppi mesi, per sue responsabilità ma non solo, non ha brillato. Hakan Calhanoglu è, per gli appassionati del calcio estero, quello che in molti definirebbero un “feticcio”. Sarà per la sua classe, per il caracollare ciondolante da numero 10, per i calci piazzati mortiferi, ma il turco è stato da subito riconosciuto, e da tanti, come un potenziale fuoriclasse dalla visione di gioco invidiabile, così come dalla capacità di essere decisivo come, quando e dove vuole.
Qualità, queste, che troppo spesso sono rimaste nascoste nei primi mesi milanesi dell’ex giocatore di Amburgo e Bayer Leverkusen. Ha pesato senza dubbio l’approccio a un nuovo tipo di calcio, a un nuovo paradigma difensivo, a un gioco offensivo che onestamente non è stato il piatto forte del Milan di questa stagione. Calhanoglu ha stentato spesso, fino a perdere un ruolo da titolare fisso che in estate non era messo nemmeno lontanamente in discussione. La svolta solo nel finale di annata, quando il numero 10 – fino a poche settimane fa paragonato a “Macedonio” Honda – ha preso per mano la squadra. Personalmente credo che Hakan abbia sofferto più tatticamente che fisicamente l’approccio alla Serie A. Ha forse dovuto prendere i punti di riferimento di un sistema differente, per non parlare del suo impiego come ala sinistra, ruolo che ha occupato raramente in passato.
La confidenza con tutti questi elementi differenti è arrivata con il tempo, e ora i rossoneri avranno per la prossima stagione una freccia in più nel proprio arco, un’arma da utilizzare al meglio, senza più compromessi o difficoltà di sorta. Lo stesso speriamo si possa dire di altri elementi arrivati con tutto l’entusiasmo del caso nell'”estate della rifondazione”, ma che hanno però deluso – e continuano a farlo.
Queste le formazioni che scenderanno in campo stasera
MILAN (4-3-3): Donnarumma; Abate, Bonucci, Musacchio, Rodriguez; Kessiè, Locatelli, Bonaventura; Suso, Cutrone, Calhanoglu.
VERONA (4-3-3): Nicolas; A. Ferrari, Caracciolo, Souprayen, Fares; Romulo, Fossati, Calvano; Matos, Cerci, Verde.
Oltre quanto scritto in precedenza, cerchiamo anche di vendicare l’onta dell’andata, che rimane tuttavia incancellabile.
Fabio
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