“La sfida non attende. La vita non guarda indietro. Una settimana è un periodo più che sufficiente per decidere se vogliamo accettare o no il nostro destino”. L’atteso giorno è arrivato. Oggi partiamo così, da un piacevole estratto de – neanche a farlo apposta – ‘Il diavolo e la signorina Prym’ di Paulo Coelho.
Rovente ed angusta è la sfida che attende il Milan di Stefano Pioli in casa del Napoli, sul prato di uno stadio Maradona pronto ad assumere le sembianze di un anfiteatro di epoca romana. L’Atto II del quarto di finale di Champions League sarà uno snodo cruciale per la stagione di ambo le squadre. A nulla servirà guardarsi indietro, al match dell’andata o alla situazione di classifica in campionato. Due sfide in sei giorni e, quella di stasera, deciderà il destino del Diavolo.
Palla al centro e, alle ore 21:00, si ripartirà dall’1-0 dell’incontro di San Siro, deciso da un lampo di Ismael Bennacer. Vantaggio minimo in termini di risultato, importante dal punto di vista degli esiti favorevoli: due per il Milan (vittoria e pareggio, ndr), uno solo per il Napoli: la vittoria con almeno due gol di scarto. Il Diavolo non raggiunge le semifinali di Champions League dalla stagione 2006/07, che fu anche quella che sancì l’ultimo grande successo in Europa. La squadra di Stefano Pioli è riuscita a mantenere la propria porta inviolata per ben cinque match consecutivi in campo europeo e, nel corso della sfida contro il Napoli, sarà fondamentale confermare questa solidità difensiva, specialmente considerando l’inevitabile propensione offensiva degli uomini di Spalletti, armati di un Osimhen in più rispetto alla scorsa gara.
L’avvicinamento al match di stasera è stato contraddistinto da toni piuttosto tesi e, negli ultimi giorni, da un deplorevole massacro social nei confronti di Theo Hernandez e della sua famiglia. L’occasione perfetta per mostrare il vero volto di chi, quotidianamente, fa della morale e dell’etica lo strumento più efficace per attaccare gli interlocutori, per poi riscoprirsi improvvisamente garantista e ‘benaltrista’ quando la morale toccherebbe farla innanzi allo specchio. Gli schifosi insulti subiti dal terzino francese sono solo la ciliegina di veleno sulla torta. In tutti questi giorni, si è tristemente assistito ad un lungo susseguirsi di fuochi d’artificio provenienti dell’ambiente che circonda i nostri avversari. Così fragorosi da aver fatto sembrare sei giorni, lunghi un’eternità. Dapprima attacchi all’arbitro del match d’andata, reo di non aver ammonito un giocatore non diffidato del Milan. Colpevole di aver ammonito un giocatore diffidato del Napoli con circa 60 minuti di ritardo. Colpevole addirittura di non aver fischiato un (forse due) penalty lampante a favore dei rossoneri. Che dire, shame. Bad match.
Poi, in attesa di vedere il furore degli uomini del Napoli, abbiamo visto il ringhio rabbioso dei dobermann sguinzagliati ad hoc, spalleggiati da personaggi pubblici che, come i ‘benaltristi’, ignorano il peso della propria posizione in merito a determinate dichiarazioni. Quando riguarda loro, ovviamente. Sono circolati persino presunti audio WhatsApp in cui si prometteva astrattamente un’adeguata vendetta sul campo (?). Che dire, c’è di tutto in questa calda sfida di Champions League. Il Milan dovrà fare quello che ha spesso saputo fare in questi ultimi due anni: isolarsi dal veleno e ammutolire l’avversario tra lo stupore di tutti i pronosticanti dal grilletto facile e dalla memoria corta.
Sarà dura, roba da giocatori temerari. Roba da uomini dal carattere temprato. Per tal motivo, stando a quanto riportato dai più, il tecnico Stefano Pioli non dovrebbe cambiare nulla rispetto all’undici che ha avuto la meglio a Milano. Ne è stata lapalissiana riprova, neanche a dirlo, la rivoluzione attuata nella squadra che ha fronteggiato il Bologna sabato pomeriggio. Solo Maignan – dei titolarissimi – è sceso in campo al ‘Dall’Ara’. Pertanto, sembra presto fatta la probabile formazione del Milan: 4-2-3-1 con interpreti Maignan; Calabria, Kjaer, Tomori, Theo Hernandez; Tonali, Krunic; Bennacer, R. Leao; Giroud. Negli ultimi giorni, Thiaw e Giroud, hanno accusato qualche problema fisico in allenamento ma dovrebbero essere regolarmente a disposizione. Il centravanti francese sarà titolare al centro dell’attacco; il giovane difensore tedesco siederà in panchina. Riconfermato Kjaer, reduce da buone prestazioni. La sfida si fa tosta e Pioli cerca l’esperienza del vichingo in prima linea.
Il Napoli, dal suo canto, dovrà forzatamente cambiare qualcosa. Mancheranno Kim Min-Jae in difesa e Zambo Anguissa a centrocampo, squalificati nel match d’andata. Il sudcoreano per aver preso il cartellino giallo da diffidato. L’ex Fulham dopo essere stato espulso a San Siro. Non recupera Giovanni Simeone: l’attaccante argentino ex Verona e Fiorentina non ha risolto i suoi problemi fisici, pertanto, non sarà della partita. Luciano Spalletti dovrebbe optare per Politano dal primo minuto e non Lozano, titolare nella sfida d’andata. Ma, la nota più dolce per i partenopei, è il rientro del proprio uomo simbolo, nonché del giocatore più pericoloso in area di rigore: Victor Osimhen. Il nigeriano, oltre a portare in dote – ad oggi – 25 reti in 30 partite complessive in stagione, è il vero trascinatore emotivo del Napoli e degli oltre 50 mila tifosi azzurri che spingeranno la squadra di Spalletti in questa elettrica serata di primavera. L’ex Lille sa accendere anche l’estro già spiccato del georgiano Kvicha Kvaratskhelia, formando un tandem che richiederà concentrazione massima e grande solidità. Infine, curiosamente, Osimhen non ha presenziato a nessuna delle tre sfide disputatesi finora in stagione tra Napoli e Milan, sempre per infortunio. Per il numero 9 degli azzurri, sarà la prima volta e, inevitabilmente, le motivazioni saranno elevate. Probabile formazione Napoli (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Mario Rui; Ndombelé, Lobotka, Zielinski; Politano, Kvarastkhelia, Osimhen.
Impossibile non concludere citando la voce del cuore rossonero: la Curva Sud. Le nostre mani. Il nostro destino. Forza Milan.
Joker
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