Uefa FPF parte 1° – proviamo a capirci qualcosa

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Leggi e regolamenti sono sempre pensati per nobili fini che però, troppo spesso, vengono disattesi alla verifica dei fatti. l’idea originale viene stravolta passando dall’abbozzo iniziale , al progetto, allo sviluppo, alla scrittura ed infine all’interpretazione ed applicazione pratica. Giudicate voi. inizio traducendo l’incipit dal testo originale.

Questo regolamento (UEFA FPF) si pone l’obiettivo:

– Di definire e continuamente sviluppare tutti gli standard che regolano il calcio in Europa dando massima priorità all’allenamento ed alla cura dei giovani calciatori in ogni club
– Assicurare che i club abbiano un adeguato livello di gestione manageriale ed una organizzazione efficiente
– Che le infrastrutture per giocatori, spettatori e rappresentanti dei media siano adeguate, correttamente equipaggiate e sicure.
– Proteggere la continuità ed il corretto svolgimento delle competizioni organizzate dalla UEFA
– Creare un riferimento comparativo per i club per quanto riguarda la gestione finanziaria, sportiva, legale, della gestione del personale, della gestione amministrativa e delle infrastrutture valido in tutta Europa

Ed inoltre,

– migliorare le capacità finanziarie dei club aumentando la loro trasparenza e credibilità.
– Definire la necessaria importanza nel garantire i creditori ed assicurare che i club assolvano ai loro impegni nei confronti dei dipendenti (tutti e non solo i giocatori), degli enti statali e previdenziali (pagamento di tasse e contributi) e di quanto dovuto nei confronti di altri club (per acquisto di giocatori e contribuzioni varie come i diritti dovuti nei confronti dei club dove i giocatori sono stati cresciuti prima di passare al professionismo)
– Introdurre un elevato livello di disciplina e razionalità nelle finanze dei club
– Incoraggiare i club ad operare sulla base dei loro fatturati
– Incoraggiare una spesa responsabile per ottenere il beneficio dei club stessi sul lungo termine
– Proteggere la sostenibilità del sistema calcio nel lungo termine

Infine, navigando sul sito EUFA, trovo la ciliegina finale.
“L’FPF si pone l’obiettivo primario di mettere tutti i club sullo stesso piano per garantire una competizione leale e paritaria”

All’FPF aveva già fatto cenno SEAL (che non parla mai a caso) più volte nei suoi post. Confrontando le sue considerazioni a quanto riportato sopra mi sembra che qualcosa non torni. Spinto dalla curiosità e dall’interesse per l’argomento mi sciroppo l’intero testo del FPF (peraltro esistente solo in Inglese, francese, tedesco e Russo che sono le tre lingue ufficiali e la quarta lingua “ufficiosa” riconosciute dall’Uefa e già li mi verrebbe da dire…) certo che qualcosa mi è sfuggito perchè i buoni propositi non collimano esattamente con le considerazioni di Seal. Invece  …

E’ molto particolareggiato (95 pagine A4) ed in effetti non si limita solo all’aspetto puramente finanziario ma prende in esame la gestione di un club a 360°. Dagli obblighi verso i settori giovanili (giustamente stringenti), alla struttura dove le persone chiave devono avere ben precisi requisiti professionali in tutti i settori, alla gestione “medica” dei calciatori, alle strutture per allenamenti e partite. Devo ammettere che in effetti nel passato troppo spesso è accaduto che alcuni club facessero spese pazze, o mastruzzi, fallendo e lasciando debiti a destra ed a manca e che altre società, giocatori, e soprattutto, i dipendenti che non percepiscono stipendi milionari, si siano trovati nella cacca ed un freno era doveroso.  Insomma c’è veramente di tutto ma, manco a dirlo, tutto ruota volgarmente intorno ai danè. Bilanci, modi di presentarli (secondo standard internazionali), modi di finanziamento etc. etc.

Provo a sintetizzare al netto di qualche imprecisione che sarà senz’altro scappata:

– I club sono fatti obbligo di garantire il pareggio nell’anno precedente (e nel consolidato nei tre anni) a quello per cui chiedono la licenza UEFA con una perdita massima di 5 milioni che possono arrivare a 30 nel caso la proprietà ripiani interamente il debito entro il Giugno precedente la stagione per cui viene chiesta la licenza (art. 61-2).
– I club non devono avere pagamenti scaduti oltre i termini pattuiti con i creditori. Eventuali debiti (con creditori, altri club, enti statali e dipendenti) vanno interamente regolati entro il Marzo precedente la stagione per cui viene chiesta la licenza (art. 65/66/66bis)
– Eccezioni in caso di eventi di natura straordinaria nazionale e/o internazionale che potrebbero aver avuto un impatto diretto o indiretto significativo nei confronti della gestione finanziaria corrente (Annex I)
– In caso la perdita possa essere compensata da eventuale riserve straordinarie (es. utili non distribuiti) accumulata nelle gestioni precedenti da utilizzarsi per la copertura delle perdite correnti (art. 61)

Di ulteriore interesse inserite tra  vari articoli

– Dal calcolo del pareggio finanziario ai fini dell’FPF vengono esclusi investimenti per le infrastrutture (es. stadio, srutture sportive etc.) e per il settore giovanile.
– I calciatori presi in prestito con obbligo di riscatto vanno registrati nel calcolo del bilancio per l’FPF come se fossero stati comprati ed il valore da ammortizzare è pari alla somma del prestito+acquisto successivo ed ammortizzati negli anni per cui è previsto  il contratto.
– Non sono considerate valide sponsorizzazioni di enti e società collegate in alcun modo alla proprietà per un importo superiore al 30% del totale delle entrate (es. Suning che sponsorizza Interello per 40 mil/anno) e dove per proprietà sono considerati tutti gli azionisti che e titolo diretto o indiretto abbiano un controllo uguale o superiore al 10% delle quote del club.
– Ogni aumento di capitale deve essere giustificato con il motivo per cui è stato destinato
– Nel bilancio dei club devono chiaramente risultare profitti o perdite delle società collegate (es. creazione di bad company sulle quali si potrebbero convogliare le perdite verrebbero conteggiate) ed eventuali finanziamenti a breve o lungo termine dei quali si devono garantire le coperture.
– Laddove i club non siano in grado di soddisfare i requisiti si passa alla procedura di settlement che stabilisce sanzioni e paletti finanziari (e di mercato) fino, nei casi più gravi, arrivare alla revoca della licenza stessa per un anno o più a discrezione della commissione giudicante.
– Eccezione; in caso di cambio di proprietà, la società può presentare un piano strategico finanziario (il famoso voluntary) che può essere approvato o meno ma deve garantire la sostenibilità delle previsioni finanziarie, garanzie finanziarie adeguate e le capacità finanziarie della proprietà (oltre alla dichiarazione esplicita della composizione societaria)

Ops… per caso questo signore a suo tempo indagato c’entrerà qualcosa ?

Ci sarebbe da scrivere per un mese ma i tratti salienti sono questi (Seal ci aveva visto giusto). In pratica, facendola breve, si deve spendere quel che si guadagna. Tutto giusto ? In teoria si ma, alcune riflessioni vengono spontanee.

Possiamo considerare leale una competizione dove la disponibilità finanziaria (per poter allestire rose di qualità ad esempio) è fondamentale quando in Europa le condizioni finanziarie e gestionali sono così diverse tra loro ? Galliani a suo tempo lo disse pro domo sua (sia chiaro per favore…) ma, giusto per fare un esempio, il costo dei giocatori e dipendenti a parità di salario netto è molto diverso da nazione a nazione. O no ?

E’ poi così giusto che la proprietà, laddove ne abbia la disponibilità, non possa investire del suo per migliorare le potenzialità di un club, come si fa per qualsiasi azienda ? Non dimentico che ci sono proprietà e proprietà. L’esempio del PSG è indicativo. Nal caso specifico, di fatto, è uno stato. Tanto piccolo quanto ricco. Ora non sembra anche a Voi che uno stato sovrano possa, ad esempio, fare arrivare fondi ingenti ad un club di calcio ? Che so, “incoraggiando” aziende che operano nel suo territorio (ma sotto un controllo non riconducibile allo stato stesso) a sponsorizzare pesantemente ?

E’ davvero giusto considerare le società paritetiche di fronte a limiti e paletti quando una parte ingente dei proventi non dipende dal loro controllo ? Ad esempio i diritti televisivi non dipendono dalle capacità gestionali del singolo club ma dalla sua lega così come il regolamento che definisce la divisione dei proventi tra i vari club della stessa creando ulteriore disparità tra nazione e nazione.

Quindi, a meno che non stia prendendo un abbaglio, una parte significativa dei proventi non dipende dalle singole società. Di quelli invece su cui ogni club è arbitro delle sue fortune la stragrande maggioranza (sponsor e merchandising) si possono incrementare significativamente solo aumentando la performance del club e quindi la relativa visibilità. Ma per fare questo si dovrebbero poter comprare i giocatori che invece non si possono acquisire altrimenti si va in perdita e si viene sanzionati. Insomma, allo stato dei fatti, si può agire in tempi brevi sui proventi da stadio ed aggiungere i diritti dalle partecipazioni alle competizioni UEFA, CL in particolare (ma anche li per qualificarti dovresti investire) . si può dire quindi che chi oggi ha raggiunto certe posizione di privilegio è destinato a mantenerle mentre chi le posizioni le deve scalare si trova in un loop perverso dal quale uscire diventa impresa eccezionale ? e mi chiedo: dov’è la competizione leale e paritaria ? e mi richiedo: Ma chi l’ha sviluppato così e perchè ? conveniva forse a qualcuno a scapito di qualcun altro ? Sicuri che gli Italiani abbiano avuto voce in capitolo ?

Intendiamoci, non sto dicendo che non si possa comunque migliorare lo stato finanziario di un club. Ci sono molte attività che possono portare ad un incremento degli introiti che rimane il nodo cruciale. Concordo che molto dipende anche dalla sagacia dei direttori sportivi nel fare mercato sia in entrata che in uscita, dalla capacità di fare merchandising e vendere “il brand” ma credo di poter affermare che l’FPF, così come è strutturato  oggi, impone muri e paletti che rendono molto più difficile e lenta la salita (nel nostro caso risalita) di un club anche laddove la proprietà avesse capacità e disponibilità finanziaria.

Le considerazioni sulla nostra situazione e sui motivi che l’hanno creata le rimandiamo alla seconda parte altrimenti facciamo notte. Per il momento limitiamoci alle considerazioni generali. Adesso, a Voi  …

in ogni caso fpf o non fpf, SEMPRE FORZA MILAN

Axel

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