Alzi la mano chi nell’ottobre del 2019, quando Stefano Pioli prese il posto di Giampaolo, avrebbe scommesso un euro sui risultati ottenuti dal nostro allenatore nei due anni successivi. Il #pioliout spopolava sui social e la poca fiducia nell’allenatore emiliano era palese anche nei piani alti della nostra società, veniva visto come un buon traghettatore e niente più, tant’è che dopo pochi mesi circolava già il nome di Rangnick. È da qui che Pioli ha però rinforzato e rafforzato la sua posizione, coi risultati certo, ma anche con la sua serietà e professionalità durante il lockdown, mettendo davanti sempre gli interessi del club e della squadra a quelli personali. Lo ricordiamo bene quando sembrava un allenatore appeso a un filo ma continuava a tirare diritto per la sua strada non facendosi mai scalfire da quello che accadeva intorno a lui.
Creare un gruppo solido, serio e unito non è cosa da poco, crearlo con una rosa giovanissima, a parte qualche elemento esperto, è ancora più arduo. La squadra si aiuta e lo si vede in campo, una corsa in più per il compagno la si fa sempre e senza fatica, ed è palese che tutti ma proprio tutti stiano remando dalla stessa parte.
Ha migliorato il rendimento di quasi tutti i giocatori e non può essere un caso ma credo che quello che più si è migliorato in questo biennio sia proprio il nostro allenatore.
Parliamoci chiaro, se non fosse arrivato il Milan nel 2019 Pioli avrebbe accettato qualsiasi panchina in serie A, Brescia, Lecce o Verona ad esempio, però l’occasione è arrivata e lui non se l’è lasciata sfuggire.
Il calcio cambia e si evolve e di conseguenza gli allenatori devono cambiare e devono aggiornarsi altrimenti rimangono come Max Allegri che fa giocare, male, le sue squadre, ora come cinque anni fa, convinto che il calcio sia sempre lo stesso e non si è né aggiornato né crede sia necessario farlo.
L’evoluzione tattica di Pioli è evidente, se lo si confronta col Pioli di una decina di anni fa sono due allenatori completamente diversi. Aggiornarsi e mettersi in discussione è sinonimo di intelligenza e umiltà. Ora il Milan è una squadra che ha una base, uno spartito sul quale fare affidamento nei momenti di difficoltà, sappiamo sempre cosa fare, a volte lo facciamo bene e altre meno, però abbiamo chiari i nostri compiti in campo.
Il rinnovo fino al 2023 di Stefano Pioli è più che meritato, ci ha restituito un gioco e soprattuto una dignità, ci ha rimesso in mano una bandiera rossonera da sventolare con orgoglio.
I prossimi passi però saranno i più difficili perché sorprendere è sempre più facile che confermarsi ma ancor più complicato è vincere, perché questo adesso deve essere l’obbiettivo del Milan e di Stefano Pioli, partendo dalla partita col Sassuolo di domenica pomeriggio. Il Sassuolo non sarà la fatal Verona ma in questi anni ci ha dato fastidio svariate volte e mi piacerebbe vendicare la sconfitta interna della passata stagione. Non sarà facile perché giocano un buon calcio e perché siamo reduci dalla dispendiosa partita di Madrid, avremo pochi ricambi ma in qualche modo dovremo cercare di sfangarla.
Il rinnovo di Pioli è meritato, per quel che ha fatto vedere sul campo il suo Milan e perché è sicuramente una persona perbene. Questo non guasta mai.
Congratulazioni Mister.
MattLeTiss
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