Mi accingo a scrivere queste poche righe per l’ennesima volta, gli avvenimenti si susseguono in tempo reale e per chi tiene famiglia e lavoro stare sul pezzo è davvero dura.
Una cosa però è certa: è finita l’era Li, una gestione sciagurata, disastrosa e oscura ma che non mi sorprende, chi mi ha letto in passato sa che sono sempre stato ipercritico sia sulla solidità finanziaria sia sull’attuale management. I fatti mi hanno dato ragione, purtroppo, non immaginate quanto avrei voluto sbagliare e chiedere umilmente scusa.
Il fondo Elliott ha preso il controllo della società e dal comunicato emesso martedì sera pare siano propensi a tenere il controllo del Milan, iniettando capitali, cambiando il management, si spera, e confermando Rino apparso abbastanza triste e dimesso nel giorno del raduno a Milanello.
Quel che è accaduto dall’aprile del 2017 o oggi però ha ancora molti lati oscuri, ce lo ha spiegato il buon Max nelle settimane scorse e l’idea che mi sono fatto è che probabilmente la verità non la conosceremo mai a meno che non subentri un’indagine della procura…
Quello di martedì sera è stato un comunicato forte e deciso che ha spazzato via i cinesi e che ha lasciato intendere una gestione abbastanza duratura da parte del gruppo che fa capo a Paul Singer.
Chi ne esce con le ossa rotte è senz’altro Marco Fassone, da buon affabulatore ci aveva convinto un po’ tutti, ed invece si è dimostrato alquanto inadeguato.
Un business plan che non stave né in cielo né in terra con presunti introiti provenienti dalla Cina, cifre riviste al ribasso ogni volta che ci presentavamo a Nyon ma che di certo non hanno fatto cambiare idea alla UEFA.
A proposito di Uefa, credo si possa dire che la stangata europea ci abbia in un certo senso agevolato, immaginate se avessero accettato il Settlement Agreement, probabilmente ci troveremmo ancora il presunto proprietario di miniere di fosfato come presidente ed invece la squalifica ha scoperto e sparigliato le carte. Ringrazio la UEFA per questo.
E adesso che si fa? Io ho le idee ben chiare: fuori Fassone e Mirabelli che hanno fallito e dentro l’unico nome che avrebbe la classe, la preparazione, le conoscenze e la stima di tutti: Paolo Maldini.
Dobbiamo ripartire da zero e per farlo solo una persona come Paolo potrebbe prenderci per mano e rialzarci. Aveva rifiutato l’offerta cinese, primo perché, giustamente, a mio parere, aveva intuito che il suo sarebbe stato un ruolo di facciata, che i giocatori li avrebbe scelti un ex interista ex capo scout e che quindi ci avrebbe messo la faccia senza potere decisionale. Secondariamente non lo convinceva la poca trasparenza della gestione cinese. Come dargli torto.
Ci aveva visto giusto ed è per questo che un eventuale ingresso di Paolo in società sarebbe sinonimo di affidabilità e competenza della nuova proprietà.
Andiamo però con ordine: si faccia piazza pulita fuori dal campo e poi si riparta seriamente. Abbiamo perso un anno e anche la faccia, chi ha preso parte a questo teatrino dovrebbe essere accompagnato all’uscita.
Le voci non sono rassicuranti ma voglio sperare che a breve Marco Fassone verrà rimpiazzato anche se sono certo che farà di tutto per ”rimanere a galla” e Massimiliano Mirabelli, se entrasse una figura alla Paolo Maldini, non credo accetterebbe di venire retrocesso. Normalmente, come è giusto che sia quando una nuova proprietà subentra porta con sé una nuova classe dirigente con nuove idee. Ma siamo sicuri si tratti di nuova proprietà?
Sul tema TAS sono abbastanza freddo, nel senso che al momento il Milan ha altre priorità che dovranno essere: l’ingresso appunto di Paolo, una forte stabilità economica e soprattutto la riapertura del fascicolo stadio vera fonte di ricchezza del calcio moderno.
MattLeTiss
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