Bilancino provvisorio di metà stagione

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Arrivati al giro di boa di questa assurda pausa Mondiale, è giunto il momento di provare a stilare un bilancio di questa prima parte di stagione rossonera, che per ovvie ragioni non può che essere del tutto provvisorio.

Premessa fondamentale: se questa doveva essere una stagione di conferma dopo lo strepitoso scudetto del maggio scorso possiamo dire a ragion veduta che nei fatti lo è, pur con qualche doveroso distinguo.

Con i suoi 33 punti dopo 15 giornate, il Milan ha appena 2 punti in meno dello scorso anno e occupa il medesimo posto in classifica allo stesso punto della stagione (secondo), con 10 punti nelle ultime 4 partite del girone alla ripresa del campionato (difficili ma non impossibili) potrebbe chiudere l’andata addirittura con un punto in più rispetto alla stagione precedente.

Per di più, fatto assolutamente non trascurabile, a febbraio la squadra sarà ancora in ballo per giocarsi le sue chances in Champions, cosa che l’anno scorso non era avvenuta complice anche un girone di qualificazione decisamente proibitivo.

Eppure se volessimo descrivere il sentiment del tifoso rossonero medio con un’emoticon non sarebbe sicuramente quella di un sorriso a 32 denti, tuttalpiù una faccetta che sorride a denti stretti se non addirittura quella con il sopracciglio alzato alla Carletto… mi riferisco ai social, più che altro, a cui anche questo blog non sfugge, perché se guardiamo ai dati del botteghino (con un sold out dietro l’altro) e all’entusiasmo che si respira a San Siro e in trasferta, di cui sono stato più volte testimone diretto, il clima sembra essere ben diverso.

Qual è dunque l’elemento di disturbo momentaneo che impedisce di godere del tutto di un momento storico favorevole?

La risposta è facile e scontata, quello che sta facendo saltare il banco è la stagione inaspettata e del tutto straordinaria del Napoli di Spalletti, che con una striscia di vittorie senza precedenti ha accumulato un vantaggio consistente di 8 punti in campionato (ma attenzione, i partenopei erano in testa alla classifica anche lo scorso anno a questo punto della stagione, seppur con 5 punti in meno).

Insomma, il Milan era forte e tale è rimasto, ma il Napoli al momento sembra esserlo di più.

E non c’è dubbio che il solco tra le due squadre si è allargato in virtù dell’ultimo mercato estivo, dal quale i partenopei sembrano aver tratto nuova linfa vitale (Kim e Kvaratskelia su tutti, ma anche Ndombelé, Raspadori e Simeone per certi versi), mentre la nostra squadra al momento sembra aver ricevuto poco o nulla.

Inutile girarci intorno, l’all in estivo di Maldini e Massara con gran parte delle risorse dirottate sull’acquisto di Charles De Ketelaere si sta rivelando al momento un gigantesco flop.

Forza, Charles!

Dato che le capacità del duo (e dello scouting che sta alle loro spalle) sono comprovate da un track record di tutto rispetto negli ultimi anni, sento di poter dire che il giovane belga ci sta mettendo purtroppo del suo.

Tre/quattro mesi sono effettivamente pochi per dare giudizi definitivi, soprattutto su un giovane di 21 anni che si è trovato catapultato in un mondo totalmente diverso rispetto alla sua comfort zone, e casi analoghi di maturazione lenta all’interno della squadra quali quelli di Leao e Tonali suggeriscono ulteriore prudenza nel formulare opinioni tranchant, eppure…

Eppure è forte l’impressione che il ragazzo difetti proprio di personalità, a limite di quella sana sfacciataggine latina alla Theo o alla Brahim che porta a superare le difficoltà contingenti sbattendosene il giusto, sembra proprio poco inserito all’interno di un gruppo che lo cerca poco in campo (e probabilmente anche fuori mi verrebbe da dire, ma non ho elementi a supporto in tal senso).

Sembra che il belga sia perennemente impegnato nell’esecuzione dei compiti tattici ricevuti, senza peraltro capirci granché, quasi che la libertà di poter creare a proprio piacimento sia un lusso che la squadra possa concedere ad un solo giocatore per volta, nel caso specifico Leao.

I due hanno capacità tecniche e mezzi fisici per certi versi paragonabili, ma il portoghese possiede una velocità di base sconosciuta per il giovane belga, e nell’impianto tattico di Pioli questo ahimè fa tutta la differenza del mondo.

Sul resto della campagna acquisti estiva è persino inutile spendere troppe parole, visto che di base è stata fatta con i resti e le briciole, sfugge un sorriso amaro al pensiero della “leggenda di Anfield” e un sentimento di attesa per qualche bagliore lasciato intravedere qua e là dai vari giovanotti di belle speranze, che finora hanno giocato soltanto scampoli.

Ciononostante siamo forti, siamo ancora lì in lotta su tutti i fronti, a gennaio recupereremo Mike in porta e l’intera fascia destra, più avanti forse potremo anche avere il privilegio di assistere al canto del cigno del Leader Maximo, l’asse centrale formato dal quadrilatero Tomori-Kalulu-Tonali-Bennacer è di prima scelta, la catena di sinistra Theo-Leao di livello assoluto, il centravanti titolare di livello mondiale.

Quindi aspettiamo il nuovo anno con fiducia e godiamoci le certezze della nostra squadra, se non ora quando?

 

Max

 

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Il mio primo nitido ricordo del Milan risale all'8 aprile 1973, compleanno della buonanima di mio papà: sono sulle sue spalle a Marassi, e' il Milan allenato dal Paron e da Cesare Maldini, vinciamo 4-1 e lui mi indica la 10 di Gianni Rivera... Da allora tutta una vita accanto ai nostri colori, vivendo con la stessa passione gioie e delusioni, cadute e rinascite, disfatte e grandi trionfi, fino alla foto a fianco...ecco, il mio Milan è finito lì, dopo è iniziata l'era del Giannino....ma adesso, forse, si ricomincia.