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Non mi è mai piaciuto granché stare all’opposizione, non sono mai stato un convinto fautore del partito del NO.
Forse perché sono un inguaribile ottimista che vede sempre il bicchiere mezzo pieno, forse perché ho sempre pensato che costruire sia infinitamente più faticoso e difficile che distruggere: pensate a quanto tempo, quanta fatica e a quanto sudore ci voglia per tirare su un palazzo, dalle fondamenta al tetto, e a come basti una scossa di terremoto a far venire giù tutto.
Questo preambolo è doveroso per farvi capire cosa troverete in queste poche righe, né pagelle né commento alla partita che lascerebbero il tempo che trovano perché la partita che si sta giocando in questa fase storica del Milan è ben più importante e significativa.
Credo che in questa precisa fase sia doveroso schierarsi, non è più tempo di grigi o di compromessi, o bianco o nero: opporsi allo scempio che stiamo vivendo e a coloro che lo stanno perpetrando è preciso dovere di ogni milanista che si professi tale.
Lo ripeterò fino allo sfinimento, del quarto posto ME NE STRAFOTTO.
Sarebbe solo un palliativo, un prolungamento dell’agonia, una scialuppa di salvezza offerta in pasto a questa banda di avvoltoi e di strozzini che da troppo tempo ci tengono in ostaggio facendo strame della nostra storia e della nostra fede.
Ma lo vogliamo capire una volta per tutte che a questi sciacalli del Milan non gliene può fregare di meno? Che non hanno alcun tipo di interesse nei confronti delle vittorie sportive? Cos’altro devono ancora combinare per farcelo capire?
Non è bastato vedere come si sono comportati negli ultimi due anni?
Come abbiano liquidato in due rozze righe una leggenda vivente che al Milan teneva davvero?
Come abbiano venduto in due ore per fare plusvalenza (nemmeno troppo ricca) colui che sarebbe potuto diventare il capitano della squadra nei successivi 10 anni?
Come stiano cercando di cancellare ogni traccia di appartenenza nel logo, nei colori sociali, nella tifoseria organizzata per inseguire squallidi obiettivi di merchandising?
Come abbiano inscenato una finta vendita mettendo lì un utile idiota (uno Yongo 2.0 ripulito a forza di slogan e vendor loan) solo per allungare il brodo nel tentativo di massimizzare il profitto vendendo con un progetto di stadio approvato?
Come abbiano dimostrato totale incompetenza, arroganza e presunzione mettendo nei ruoli chiave dei perfetti incapaci tragicamente a digiuno delle nozioni di base che servono per costruire una rosa (per poi ritrovarti con 6 terzini destri e 4 mezze ali senza uno straccio di regista e senza un centravanti)?
Come si siano mossi soltanto a gennaio quando hanno sentito la merda arrivare al mento, e soltanto per il terrore di perdere gli incassi della prossima Champions e non poter più mettere a bilancio faraonici costi per servizi?
Io non tiferò MAI CONTRO il Milan perché vorrebbe dire tifare contro la mia stessa ragion d’essere, lo scrive uno che il Milan lo segue attivamente da oltre 50 anni, che ha fatto chilometri e sacrifici per essere spesso presente allo stadio pur partendo da un’altra città, che da ragazzino talvolta assisteva ai derby scavalcando i cancelli (sembra preistoria, ma allora si faceva) perché non c’erano più biglietti, che non era a Milan Cavese ma che si è preso due ore di pioggia torrenziale in testa in un Milan Lazio di serie B, che ha passato l’adolescenza a difendersi dagli sfottò di gobbi ladri e strafottenti…insomma scrive uno che lezioni di tifo non deve prenderne da nessuno.
Però è ora di aprire gli occhi una volta per tutte, di SVEGLIARSI, di iniziare a capire che del MILAN vero in questo simulacro non è rimasto quasi più nulla, che è arrivato il tempo di ribellarsi a questa gente, altro che “tifare per la maglia”.
Quale maglia poi?
Quella arcobaleno inclusiva? Quella color menta? Quella panafricana densa di significati reconditi? Quella che ti spara sugli spalti all’intervallo il pupazzone tra musica a bomba e inviti ad alzare le mani mentre magari sei sotto zero a due?
E’ tempo di far capire a questa gentaglia che i loro obiettivi non sono i nostri, vanno contestati in tutti i modi e in tutte le sedi, a San Siro anche con gesti eclatanti, a Milanello, davanti a Casa Milan, davanti ai ristoranti o in qualunque posto di Milano si facciano vedere in giro, devono capire una volta per tutte che non è più aria.
Questo non è più il Milan, è una volgare contraffazione che sottende ben altri fini e deve essere spazzata via se al Milan si tiene davvero.
Ora è tempo di distruggere e di fare tabula rasa, dopo penseremo a ricostruire.
Perché è sempre meglio farlo partendo dalle fondamenta.
Max
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