Milano in questi giorni è sferzata da forte vento, un elemento atmosferico quasi sconosciuto a queste latitudini. Un flusso d’aria atteso e benevolo visto che sta spazzando via, almeno temporaneamente, la coltre di inquinamento che ahimè ci soffoca da settimane. In modo del tutto casuale, la settimana del vento coincide con quella del Derby della Madonnina.
In vista della partita contro l’inda di Gonde le mie sensazioni non sono positive. Ribadire che spero di sbagliarmi è persino ridondante, ma gli ultimi lustri di delusioni mi hanno spinto addirittura a NON RIUSCIRE AD IMMAGINARMI di vincere un derby quasi quanto NON RIESCO AD IMMAGINARMI la sensazione di battere la giuve a San Siro o di non perdere al cessum di Torino.
Le statistiche degli ultimi anni sono impietose: abbiamo preso spazzolate a destra e a manca e forse il ricordo più bello rimane un pareggio, quello di Zapatone la vigilia di Pasqua del 2017. Obiettivamente domenica sera avranno più da perdere loro: sono in piena corsa per lo scudetto e, vista la pressione psicologica che mette la tirannia juventina, difficilmente si potranno permettere altri passi falsi dopo il periodo di pareggite che li ha attanagliati a gennaio.
Noi invece ci giochiamo, relativamente, poco: il nostro obiettivo massimo (al netto dei deliri dei sognatori o dei prezzolati) è una qualificazione all’Europa League, molto probabilmente passando per i preliminari agostani. E in questa ottica perdere contro la seconda in classifica non sarebbe questa gran tragedia. Però dall’altra parte proprio la recente tradizione iper negativa nelle stracittadine e la fragilità emotiva e mentale del gruppo rossonero potrebbero una volta di più essere fattore devastante in caso di sconfitta.
Pur essendo un fan scatenato di Zlatan, temo che la versione attempata dello svedese, pur necessaria per dare una parvenza di dignità a questa squadra, possa non essere sufficiente a compensare la differenza con una compagine, quella nerazzurra, molto più attrezzata, completa e matura del Milan. E del resto il divario in termini di punti in classifica e i piazzamenti degli ultimi anni mi pare parlino da sè: il solco tra le due sponde calcistiche del Naviglio è ahimè molto profondo.
In più mi pare piuttosto chiaro come l’ipotetica influenza dello svedese celi invece un acciacco fisico (muscolare?) da cui Ibrahimovic sta cercando di recuperare in modo da essere pronto sia per la stracittadina sia per la semifinale di Coppa Italia del 13 febbraio contro la juventus. L’aria che tira, anzi il vento che tira. è quello di un Derby inaffrontabile senza avere Zlatan in campo. L’effetto prodotto dal numero 21 sull’ambiente è stao ed è senza dubbio rivitalizzante. La sua sicurezza, persino la sua arroganza, il suo carattere, la sua capacità di accentrare su di sè oneri ed onori si stanno riverberando positivamente anche sui più pavidi (e sono putroppo tanti!) dei suo compagni.
Ma il rovescio della medaglia è che se per caso, e la sorte ci scampi da questa evenienza, Zlatan non dovesse riuscire a recuperare, la depressione globaletotale (cit.) sarebbe talmente profonda da azzerare anche le residue speranze di non uscire con le ossa totalmente sfasciate dalla 5 giorni più impegnativa della nostra stagione.
La stessa reticenza di Pioli & co. nel comunicare che il problema dello svedese non sia esattamente un raffreddore, cela una insicurezza di fondo che non lascia certo ben sperare. L’impressione è che il vecchio leone tornato così fondamentale verrà in qualche modo recuperato, pur di portare in campo la sua presenza totemica.
FORZA VECCHIO CUORE ROSSONERO
Raoul Duke
ps: a tre giorni dal Derby coi ragazzi della redazione ci siamo scatenati a ricordare i tempi andati in cui protagonista nell’inter era Nicola Berti, giocatore dell’inter più antipatico della storia al pari di Materazzi. Sperando di fargli ingoiare i pronostici, si veda sotto uno storico striscione di decenni fa. Quella situazione di classifica è molto diversa da quella odierna ma si sa che la ruota gira
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