Vi presento il vero standard del… tifoso milanista.
Come per i cani, anche i tifosi si dividono in razze diverse a seconda delle squadre per cui tifano. Potrebbe sembrare strano ma la squadra per cui palpita il nostro cuore dice molto di noi ed all’interno di una tifoseria si possono riscontrare tratti comuni ben definibili e noi dei nostri possiamo andare orgogliosi. Perché non sembri una tesi di parte Iniziamo da noi stessi, agli altri arriveremo poi; perché rossoneri si nasce…
Lo standard ufficiale ci identifica come “casciavit” che, nel linguaggio comune, starebbe per provenienti dalla classe operaia. Diciamo che è un tratto distintivo che ci piace parecchio e non fa niente se (parlo per i pochi più fortunati di noi) giriamo in Cayenne, abitiamo in un attico superattico con piscina privata in Brera, con a servizio la servitù, la cuoca, la dogsitter a tempo pieno, il medico privato (cioè quello che ti risponde al cellulare perché ti manda la fattura ogni santo fine mese), ceniamo da “Contraste” una sera si ed una no (l’altra comunque ce la sfanghiamo, seppur a fatica, da Aimo e Diana), abbiamo lo Yacth a Montecarlo, l’amante in sette diverse capitali del mondo (quelle che giriamo tra le filiali del nostro impero finanziario/industriale) e via così.
Quando andiamo a San Siro (o in un pub per vedere la partita con i nostri sodali) arriviamo con la panda 30 del 1984 squinternata (che abbiamo comprato apposta e rigata come farebbe un vandalo professionista di Tor Bella Monaca trovandosi una Maserati nuova fiammante parcheggiata in doppia fila che blocca l’uscita dal parcheggio della sua twingo di quarta mano), con indosso un jeans “Rica Levis” comperato al mercato di Gratosoglio, le Mecap (già le Tepa sono considerate un lusso indegno), e la maglietta del Milan rigorosamente non originale e comprata per 12 Euro alle bancarelle di San Siro. I nostri genitori sono tutti di pura razza operaia (al massimo contadina) ed hanno fatto tutti gli straordinari agli altoforni della Italsider per darci un futuro migliore. Insomma; anche coloro di noi che potrebbero ostentare a pieno diritto si nascondono, minimizzano, non danno importanza alle cose materiali, non quando sono con altri rossoneri almeno… perché al marchio “casciavit” non sappiamo rinunciare.
Apro una parentesi. Già solo da quello avremmo dovuto capire che il Berlusca è interista e che, se è arrivato da noi, è stato solo per qualche strano caso della vita o per calcolo di convenienza…
Da buoni cacciaviti questa proprietà non può piacerci. Una potenza finanziaria come Elliott non può proprio piacerci essendo quanto di più capitalista esiste al mondo, però se non ci comprano Tizio, Caio e Sempronio (soprattutto Kaio, che anche se non sappiamo nemmeno chi è ma se le voci lo davano già a Milanello e poi va dagli odiati ladrones ci parte l’embolo, ma ognuno metta i nomi che vorrebbe), se non rinnovano a Zizzorumma ad 832 milioni all’anno (più le provvigioni del panza), se cercano di vendere e comprare al meglio negoziando alla morte ed attendendo il momento favorevole per chiudere gli affari li tacciamo immediatamente di conclamata barbonaggine e ci incazziamo come degli Ussari all’assalto di Balaclava pronti a passare per le armi, dopo adeguata tortura, la dirigenza al completo. Di contro però, vorremmo che la nostra rosa fosse di 25 giocatori tutti provenienti dal vivaio, gente che ha il Milan nel cuore, che gioca (si allena alla morte, fa vita monastica, si comporta d’atleta si sacrifica e rinnova ad occhi chiusi) per un pugno di bruscolini perché non vi deve essere nulla di più appagante che giocare nel Milan, come nemmeno un’orgia con un gruppo di pornoattrici (di pornoattori per le rossonere) potrebbe essere. Vorremmo vincere (questo vale per tutti i tifosi), ma vorremmo vincere con la lotta e col sudore, col sacrificio e la determinazione tipica della nostra classe sociale di appartenenza, contro le forze del male (cioè tutti gli altri), e farlo spendendo niente semplicemente per orgoglio, ma se poi con i soli ragazzini non si vince son dolori e contumelie che volano.
Il tifoso Milanista poi è appassionato. Molto passionato, pure troppo. Come tale, e sentendosi un fonditore professionista (nell’anima anche se non sempre nel fisico), è pronto a combattere a mani nude contro un grizzly per la sua squadra. Capace, a parole, di affrontare chiunque si metta sulla sua strada, specie se nerazzurro o, peggio ancora, bianconero.
Il tifoso milanista, poi, si distingue anche nella vita di tutti i giorni. Anche il “top manager” (ma come ho pure io nel muretto dietro alla mia banale scrivania) nel suo ufficio dirigenziale al 26° piano della torre Velasca, di fianco ad un “taglio” di Lucio Fontana, o ad un “san Siro” di Alessandro Busci (vedi foto immagine a fianco) ha rigorosamente appeso il calendario dell’anno con la foto della rosa ed i picoglass con gli autografi di Baresi e Madini (i più attempati pure quella di Rivera e Prati) e sullo smart di ultimissima generazione appaiono rigorosamente le foto di Gullit e Van Basten. Se poi il visitatore di turno, fosse anche un Tycoon Giapponese venuto per trattare un accordo miliardario, chiedesse incuriosito cosa sono quegli sgorbi appesi, gli appiopperebbe un pippone di tre ore sul come, scavalcando una folla di tifosi all’assalto, sia stato in grado di arrivare al beniamino per scroccare l’autografo; e affanculo i miliardi dell’accordo…
Per noi i tristi sono piangina (e questo è indiscutibile…) ma poi, specie quando giochiamo contro i ladrones (o contro qualcun altro ma siamo in lotta con i suddetti per qualche cosa), siamo pronti alla rivoluzione con tanto di manifestazioni di piazza, cortei, poteste ed atti quasi violenti per una rimessa laterale invertita a centrocampo per la quale sodomizzeremmo l’arbitro ed i suoi collaboratori in pubblico.
Il tifoso milanista ha una moglie (o un marito per le tifose) che in casa detiene il completo possesso della TV ma, non ci sono santi ne madonne, quando gioca il Milan, arrivasse pure la “news” in anteprima mondiale che un asteroide grande come il sole sta per scontrarsi con la terra e che il mondo ha le ore contate, non accetta scuse. “Silenzio, gioca il Milan, tutto il resto, fine del mondo compresa, viene dopo”.
Si, si, lo so, ho un po esagerato, ma in questo momento in cui ci struggiamo per questo che non arriva e quell’altro che non va via (vedi i post di Johnson e larry che hanno già spiegato tutto), mentre cerchiamo inutilmente di scoprire quale sarà il Milan ad inizio campionato (ma questi non parlano e qualche sorpresa a mio avviso capiterà), in attesa frenetica dell’amichevole di questa sera (a proposito, stasera il TV è mio e non si discute, fine del mondo o meno…), prendiamoci un poco in giro e facciamoci quattro risate… Non preoccupatevi, arriverà presto il turno degli altri…
PS: Giusto l’altro ieri Giroud: “Penso che Dio abbia voluto giocassi nel Milan e non nell’Inter nella passata stagione”. So che sono frasi di circostanza, ci siamo già passati (e spesso scottati) molte volte ma… Queste cose, a noi rossoneri, piacciono un sacco…
FORZA MILAN
Axel
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