Arrhenius e dintorni

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Eccoci a un altro Lunedì. E non è ancora successo niente. Nessun rinnovo. Nessun acquisto. Solo tre ragazzi per la Primavera. Bjorklund, Kalulu e Roback. L’inquietudine serpeggia nel mio animo e, credo, anche in quello di molti tifosi . Sono pervasa da un sottile senso di fastidio, che guizza malandrino tra i miei pensieri. Per il momento riesco a tenerlo a bada. Ma per quanto, se la Società non si sveglia? Non credo per molto, visto che Lunedì inizia il ritiro. Il mio ottimismo viene incrinato da increspature di preoccupazione. Quali le ragioni della mia iniziale euforia? Essenzialmente una. Finalmente si è individuato un modulo sensato con il quale abbiamo recuperato alcuni giocatori, mettendoli in condizione di rendere al meglio delle loro possibilità. Vista la Via Crucis da cui proveniamo, costellata da scelte tattiche demenziali, non è poco. Si tratta semplicemente di fare degli innesti in ruoli ben precisi, migliorando la qualità di alcuni interpreti e inserendo buone riserve. Non mi sembra un’impresa impossibile per una Società che abbia a cuore le sorti del club e possieda la  volontà e la capacità di muoversi. Abbiamo trovato una chimica giusta, senza scomodare Arrhenius. Cosa c’entra Arrhenius? Di lui parlerò dopo.

Non esagerare, Zlatan, dai.

A prescindere da Arrhenius, il problema è che non è stato fatto nulla. Il rinnovo di Ibra, al di là delle belle parole sui soli dettagli da sistemare, è in alto mare. D’altra parte, se la firma non arriva, un motivo importante ci sarà. Sui prolungamenti di Gigio e Calha non si è neanche incominciato a trattare. Ora, è vero che Zlatan ha il coltello dalla parte del manico, molto di più che a Febbraio, quando Boban avrebbe voluto rinnovarlo. Però…. La cosa è vera solo fino a un certo punto. Checchè ne possa dire Raiola, infatti, Ibra non è appetito da nessuna grande squadra. La sua occasione di gran lunga migliore siamo noi. Mi sembra perciò possibile giungere ad un accordo che non preveda un base fissa di 7 milioni e mezzo. Per essere chiara, come compete al mio nome, io non glieli darei mai, anche se so che lui è indispensabile per noi e lo adoro. Offrirei volentieri 4 milioni e mezzo più bonus tali da permettergli di avvicinare i 7 solo nel caso in cui tutto vada bene. Suvvia, buone maniere, educazione, parole amorevoli. Ma un po’ di sano vigore, Società! Il rispetto deve essere reciproco. Non vuole accettare? Rimane inamovibile nelle sue richieste? Allora con immenso dispiacere, con la morte nel cuore lo lascio andare ….. all’Hammarby. Non penso proprio che lo possa fare. Bisogna fare presto. Tirarla per le lunghe significa mettersi in una situazione sempre più svantaggiosa. Raiola, dalle mani rapaci, è abilissimo? Noi non siamo fessi!

Credo che per Gigio sia giusta la richiesta di una clausola rescissoria in caso di mancata qualificazione Champions. Lui ha il diritto di giocare in un club davvero competitivo. Si tratta solo di valutare gli importi. 60 milioni a fronte di un ingaggio netto di 6 mi sembrano una cifra equa. E non valuto l’incidenza dei bonus, un po’ perché sono una signora e un po’ perché tanto quelli sono legati alla Champions. Capitolo Calha. Tutti sapete il debole che ho per lui. Il perché è presto detto. Ho sempre intravisto le doti che sono emerse nel finale di stagione. Alcuni dicono che lo scambierebbero volentieri con Draxler. Io diventerei una belva, se lo facessero. Molti pensano che sia una pippa o mezza tale. Si è messo a giocar bene o abbastanza bene solo a causa del lockdown e dell’assenza del pubblico negli stadi. Io credo che la ragione, invece, sia diversa. Semplicemente abbiamo virato verso un assetto tattico sensato, che ha permesso a Calha di ricoprire il suo ruolo. Un trequartista impiegato come ala-terzino sinistro non viene messo nelle condizioni di esprimersi al meglio. Lo stesso dicasi per Kessie. Il tapino doveva spolmonarsi per dare pure un’occhiata alla fascia destra presidiata da Suso e Calabria. Una roba da incubo. Gente che deve fare la bestia da soma non può arrivare poi lucida al tiro. Alla faccia della balistica. E, capendo di essere una rotella messa al posto sbagliato in una macchina dall’assetto assurdo, finisce per frustrarsi e demotivarsi.

Le opinioni, comunque, sono opinioni. Il calcio non è una scienza esatta. Necessita semplicemente di un po’ di sano buon senso. Ora arrivo ad Arrhenius. Lui comprese per primo l’esistenza degli ioni. La sua intuizione venne ignorata, se non derisa. Ottenne molto tempo dopo i dovuti riconoscimenti , vincendo il premio Nobel. Nel calcio non funziona così, perché non esistono controprove. Chi era convinto che Suso fosse il miglior giocatore di quel Milan, Gattuso un buon allenatore e Piatek una pippa resterà di quell’idea. Bisogna rispettare le opinioni, anche se a volte fatico a farlo. Però occorre quanto meno leggere con un po’ di attenzione quanto viene scritto. Io a volte, quando sono in giro, non vado a scorrere per tempo i commenti ai miei pezzi. Ma poi li recupero e li leggo tutti. Rispondo a quei pochissimi che, invece di parlare per i fatti loro, mi chiamano in causa direttamente, quando li leggo in giornata. Non lo faccio, invece, se vado lunga, perché la tempistica ha la sua importanza. Ma veniamo al dunque. Io ho detto che venderei, pur se a malincuore, Romagnoli, qualora la sua cessione mi permettesse di arrivare a Baka e Milenkovic. L’ipotesi non è percorribile? Amen. Non si fa niente. Uno mi può obiettare che la cosa per lui è sbagliata, perché Alessio è molto più forte di Milenkovic. Io non credo, ma la considerazione ci sta ed è pertinente. Però non ha senso dire : “ E dopo con chi sostituiamo Romagnoli?” Una precisa indicazione in tal senso l’ho data.

Le mie inquietudini non mi hanno impedito di dare un’occhiata alla Champions, che mi piace molto di più dopo l’eliminazione dei Gobbi. Mi è spiaciuto per l’Atalanta. Mi affascinano le storie delle piccole realtà capaci di ottenere risultati impensabili , ai limiti dell’impossibile. Non a caso mi capita di riguardare i video sull’incredibile impresa del Leicester. Un peccato che il patatrac sia avvenuto a un sospiro dalla fine. Però ha vinto la squadra più forte. Si capiva che sarebbe andata a finire così. A maggior ragione dopo l’ingresso di quell’ira di Dio di Mbappé. Onore, comunque, alla Dea. L’Atletico cede il passo a un bel Lipsia. La cosa mi lascia indifferente. La mia simpatia per il Cholo è andata a farsi benedire dopo quel che ha combinato l’anno scorso a Torino. Il naufragio del Barça è una cosa vergognosa per i Catalani. Uscire con il Bayern ci sta. Ma otto pere sono una macedonia davvero troppo amara. I numerosi scricchiolii facevano presagire che il Barcellona fosse alla fine del ciclo. Una disfatta del genere, però, non se l’aspettava nessuno. Sorprendente l’impresa del Lione contro il City. Sono rimasta davvero stupita. Ogni mattina una zebra si alza e sa che deve correre più del Lione. O no? Com’era? Be’, Guardiola non è una zebra. Neppure una gazzella. Ma il Lione ha corso più di lui e se l’è mangiato. La Uefa League mi angustia. Gli Orrendi sono i grandi favoriti, purtroppo. Siviglia in finale con un gol di Suso. Non c’è più religione. Scommetto che qualcuno adesso lo rimpiange. Non certo io. Va a finire che mi toccherà tifare per Jesus ex (fortunatamente) nostro. Speriamo stasera nello Shakhtar…..

Va bene, ho divagato. Il mio pensiero, però, corre sempre a noi. Mancano 7 giorni al ritiro e siamo al palo con rinnovi e acquisti. Così non va bene, Società. Tira fuori gli attributi e fatti valere, per raggiungere i tuoi obiettivi. Arrhenius studiava e coccolava gli ioni. Alla fine loro gli hanno dato grandi soddisfazioni. Non è che noi siamo come quello che coglie ioni, vero? La mia paura è questa. Ma coltivo sempre la speranza. Ti prego, Società, metti il turbo. O, quanto meno, un motore di discreta potenza. Non seguire Arrhenius. Lascia che i cogli ioni siano gli altri. Forza Milan!

Chiara

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Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.