Dimmi quando te ne vai?

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Ora, una ha già i suoi problemi, le sue angustie nella vita. Perchè in un Venerdì, in cui la partita di Verona la attizza come una bistecca può intrigare un vegetariano, deve ricevere la mazzata tremenda del rifinanziamento del vendor loan? Cos’ha mai fatto di male la tapina per meritarsi questa tremenda sciagura? Perchè pugnalare così il suo sanguinante cuore rossonero? Perchè? Altri 3 anni con questi aguzzini incapaci e imbecilli? Noooo!!!!!! Non ce la posso fare. Gerry, ti detesto più di ogni altra cosa al mondo, esclusi i tuoi vomitevoli tirapiedi. Dimmi quando te ne vai? Dimmi quando, quando, quando? Se tu, memore di Vespasiano, fossi il proprietario di una Società che gestisce una catena di latrine, cosa che dovresti fare invece di violentare il Milan, io mi guarderei bene dall’usufruire dei tuoi servizi. Anche perché, se tanto mi dà tanto, tu faresti mancare la carta igienica. Inviteresti i tifosi, pardon i clienti, a sostituirla con lo scontrino da pagare per accedere al bagno. E troveresti pure qualcuno contento del tuo operato!

Confesso che, appena conosciuta la ferale notizia, ho perso un po’ della mia ammirevole pacatezza, della mia connaturata eleganza. Insomma, per dirla tutta, sono diventata un essere che solo vagamente conservava qualche sembianza umana. Fortunatamente ho un buon carattere. Ma come posso accettare senza colpo ferire altri anni di mortificante mediocrità per il mio Milan? Qui siamo di fronte a gente che sbaglia ogni scelta. Che frustra, demotiva, avvilisce i migliori giocatori, sbattendogli in faccia l’assoluta mancanza di ambizioni sportive, mortificandoli con l’afflizione di un allenatore mediocre, dalle discutibili qualità umane. Uno che non ha dato uno straccio di organizzazione alla squadra. Uno che dice che non ci sono problemi tattici o tecnici. A non funzionare è solo la testa dei giocatori. Che colpa ha l’allenatore, se si trova di fronte a dei lavativi lazzaroni? Nessuna, perbacco. Come è incolpevole questa perla di Società. I responsabili sono quelli che scendono in campo, mandati allo sbaraglio alla io speriamo che me la cavo, senza un minimo di credibile canovaccio tattico. Vivo come un insulto personale il fatto che uno così sieda ancora sulla panchina. Pastel de Nata, dimmi quando te ne vai. Dimmi quando quando quando? Ma il problema grosso non sei tu. Sono quelli che ti stanno sopra. Mamma mia, che accozzaglia di indegni. Sono dei cuor di leone che entrano dal retro dei locali. E ho detto tutto.

Tu e Fofana avete fatto un capolavoro, Tj.La partita? E cosa me ne frega? Metteremo in scena il solito film : La grande bruttezza. Se c’era un merito che davo a Fonseca, era quello dei pochi infortuni. A quanti indisponibili siamo stasera? Terracciano a centrocampo. Theo fuori. Dai, non voglio neanche vedere quella che sarà l’ennesima, scialba esibizione. Il rifinanziamento mi ha distrutto il cuore. Invece guardo. Si fa male Leao. Noooo!!!!!! Saranno contenti i fini intenditori che ritengono Rafa un problema. La partita è soporifera. Viene illuminata dalla splendida coproduzione Fofana- Reijnders. Il resto? Nulla. La grande bruttezza si è palesata anche al Bentegodi, trafitta da un’unica magia di grande bellezza. Io sono preoccupata per Leao. Infortunio muscolare. Di quale entità? Non poteva capitare a un altro? Ne prendo uno a caso. Emerson Royal. Nel frattempo seguo di malavoglia un’altra prova imbarazzante. Bravo Jimenez. Il Real, ovviamente, si è tenuto il diritto di recompra. Mica hanno i dirigenti del Milan, loro. A dire il vero nessun altro club dell’intero orbe terracqueo ha dirigenti scarsi e conigli come i nostri.

Va bene. Mi porto a casa i 3 punti. Tanto, neanche avessimo perso, avrebbero licenziato Fonseca. Io non stimo la curva, perché avrebbe dovuto svegliarsi tanto tempo fa. Ma, insomma, la contestazione a Verona mi è piaciuta. Dimmi quando te ne vai? Dimmi quando, quando, quando? Speriamo che la Sud continui. Difficile pensare a inetti più inetti dei nostri capataz. Non abbiamo preso gol e neppure subito tiri pericolosi, tranne uno. Abbiamo finito con 5 terzini, imbrigliando il Real Verona. Di grazia che di gol ne sia arrivato uno. Che bravi! Io dico, ma perché non fare una difesa a 3 con Gabbia centrale, Tomori e Thiaw o Pavlovic. Jimenez a destra. Theo, che farei di tutto per cercare di recuperare, a sinistra. Fofana e Reijnders a completare il centrocampo. E poi Pulisic, Leao e Morata. Una sorta di 3-4-2-1, insomma. Ma le mie preoccupazioni vanno ben oltre il campo. Il rifinanziamento del vendor loan mi ha fatto uscire dai gangheri. Cerco di calmarmi un po’. E’ dura. Quando hai un vulcano dentro, è difficile ragionare. Questa proprietà e questa dirigenza per noi sono un disastro. Una sciagura che fa impallidire le piaghe d’Egitto. Lo stadio, se mai un giorno verrà fatto, sarà insieme agli Orrendi. Sentito Scaroni e il piano A? Ci hanno preso in giro. E pure il discorso sul fair play finanziario è una presa per i fondelli. Ma basta! Basta! E ci sono quelli che celebrano il rifinanziamento del vendor loan! Ridicoli! Mica ha saldato il debito, l’ecclesiastico!

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E’ facile predicare la calma. Ma come si fa a ritrovarla? Bisogna cercare di buttarla sul ridere. Ripenso alla faccenda della Società che gestisce una catena di latrine. All’improvviso la mia mente viene trafitta da un episodio di tantissimi anni fa. Siamo al Ginnasio. Versione dall’Italiano al Latino. Bisogna tradurre “cessò”. Un mio compagno si butta sul vocabolario e, trionfante, trova la soluzione. Scrive “latrina”. Scoppiai a ridere allora. Rido anche adesso. E poi quell’altra traduzione, stavolta dal Latino all’Italiano. Insomma, c’era Cesare che stava inseguendo qualcuno. Come finì la versione? Con un bel “ E Cesare lo pigliò nel Foro!” Mi sganasciai. Allora come ora. Va bene. Divagando, mi sono un po’ calmata. Cerchiamo di ragionare, come dice il mio amico Umberto.

Cosa cambia per noi? Se Gerry non si fosse accordato con Elliot, la mancata restituzione del vendor loan ci avrebbe gettato nelle braccia dei Singer. La speranza era che vendesse prima, perché altrimenti avrebbe perso i circa 600 milioni che aveva pagato. Ma si è messa in mezzo la solerte procura di Milano, che non ha voluto indagare l’Inter, nonostante ci fossero tutti i presupposti per farlo. In compenso ci tiene ancora sotto scacco, in quanto si guarda bene dal chiudere un’indagine che, francamente, lascia il tempo che trova. E’ chiaro che la cosa scoraggia possibili acquirenti. Il sospetto è semplice. Gli ultrà del tribunale milanese desiderano che non venga comprato il Milan, in modo che l’interesse di eventuali investitori si orienti verso l’amata Inter. Quindi Gerry ha guadagnato del tempo. A quale prezzo, a quali tassi di interesse non so. E allora, al di là della nebulosa faccenda dello stadio, non vende a breve, purtroppo. Quindi, quale speranza possiamo avere? Che venga assunta una dirigenza capace. Vorrei almeno non vedere gli scempi, le bestialità a cui dobbiamo continuamente assistere. Con un Ds competente, per esempio, non avremmo preso Emerson Royal, regalando Kalulu. Con qualcuno che capisse di calcio avremmo acquistato un centrale di centrocampo, non avremmo regalato i nostri giovani e non ci saremmo ridotti a crearci quel demenziale problema delle liste. Già, ma con la coppia Elliot- RedBird Furlani rimane in sella. E con lui al comando per noi è notte fonda. Sì, cerco di aggrapparmi a speranze flebili e vane, come fanno i disperati. Dimmi quando te nevai, bocconiano di ‘sta ceppa! Dimmi quando, quando, quando? Mamma mia, quanto detesto questi maledetti che ci rubano il presente e il futuro! Eh, sì, sono acrimoniosa, perché… Je suis Paolo Maldini.

Chiara

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Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.