Il cavatappi e il barometro

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Wow! Dai, che si ricomincia a fare sul serio! L’adrenalina sale. Frementi di passione, non vediamo l’ora che i nostri ragazzi vadano ad espugnare il Gobbentus Stadium. Avete pronto il cavatappi? Vi state preparando a stappare e festeggiare? E poi il cavatappi può avere tanti usi. Come il barometro di Bohr. Cos’è il barometro di Bohr? Ve lo spiegherò solo alla fine. Non prima. Così, per farvi soffrire nell’attesa. Intanto penso all’uso che io potrei fare del cavatappi con Ivan davanti a me… Anche voi, vero?Comunque noi saremo sadici, ma mica siamo schizzinosi, eh! E neppure esosi. Non pretendiamo una schiacciante vittoria. Ci accontentiamo di un non eclatante 2 a 2. Anche di un semplice, modesto 1 a 1, se…. i rigori ci riportassero a Manchester. Già, Manchester. Confesso che, presa da uno strano impulso, ho rivisto gli higlights di quella partita. Mamma mia! Sono riuscita a provare un po’ di paura sul rigore di Sheva, per potermi gustare i lapilli dell’esplosione di gioia. Ma poi sono stata sopraffatta dalla malinconia. Non fa per me cercare di rifugiarmi in un meraviglioso passato, per sfuggire all’angoscia, alla mortificazione di un presente cupo, privo di futuro. Finisco per trovarmi sopraffatta dalla tristezza. E allora che faccio? Pur essendo più antiinterista che antijuventina, guardo le finali perse dai Gobbi. Da Rep ad Asensio, passando da Magaht, Mihatovic, Riedle, Ricken, Rakitic, Suarez, Neymar, Cristiano Ronaldo, Casemiro, è stato un bel vedere, eh!

Il gol regolare annullato dall’infame Lo Bello a Chiarugi

Perchè la mia avversione per gli Orrendi è perfino superiore a quella, robusta intendiamoci, che nutro per i Gobbi? Be’, si tratta di una storia antica, che affonda le sue radici in un’infanzia vissuta tra Rocco, il giovanissimo Rivera ed Herrera, con vicini di casa ferocemente interisti. Io andai al Martelli con gli juventini a vedere quel Mantova Juve del gol di Di Giacomo su papera di Sarti. E festeggiai con loro. Le radici crebbero, si irrobustirono in un’adolescenza segnata dal dolorosissimo sorpasso, dopo i 7 punti di vantaggio, e divennero inestirpabili in quel 20 Maggio 1973. Io andai a Verona, per festeggiare il mio scudetto dopo la faticosissima vittoria in finale della Coppa delle Coppe con il Leeds. Gol di Chiarugi e poi una sofferenza infinita. Cosa c’entra l’Inter con quello scudetto, che ci fu sottratto dai Gobbi con la complicità di Lo Bello, autore di una delle tante nefandezze perpetrate ai nostri danni? Mi imbestialisco ancora, pensando all’annullamento del gol regolarissimo di Chiarugi in una precedente partita con la Lazio. Be’, ad aspettarmi a casa al ritorno da Verona c’erano gli interisti, non gli juventini. Poi capite che, furto dopo furto, ho sviluppato una gagliarda acredine verso i Gobbi. Va bene. Finiamola con gli amarcord. Mi fanno venire il magone. Purtroppo i ricordi della felicità non portano felicità, quando il presente è nero. Il rimpianto è latore di tristezza e malinconia. I ricordi dolorosi, invece, fanno riassaporare echi dell’antica sofferenza, capaci di farti ancora male. Bah. Basta con il passato.

Tutti contro Calha? Io no!

Sembra che la curiosa, bizzarra faccenda dell’algoritmo sia stata superata. Geniale risoluzione quasi unanime della Lega. Niente retrocessioni, nel caso in cui il campionato si debba fermare. Eventualità più che probabile, se una positività al Covid prevede la quarantena per l’intera squadra. Il club retrocede solo se la Matematica lo condanna nel momento della sospensione . Non ci vuole un’aquila a capire che la cosa potrebbe indurre a maliziose tentazioni. La Società ha fatto l’unica cosa giusta che le sia mai riuscita, votando contro. Vedremo se la Figc boccerà la singolare faccenda, come pare intenzionata a fare. Comunque si tornerà all’algoritmo. Scommettiamo che ci sarà sicuramente una squadra penalizzata rispetto ai non esaltanti risultati conseguiti sul campo? Ma noi ora abbiamo altro a cui pensare. La partita con i Gobbi incombe e nel mio prossimo pezzo dovrò farne un commento. Brrr!!! Sulle fasce difensive siamo a posto con Conti a destra e Calabria a sinistra. Se Andrea non ce la dovesse fare per problemi fisici, Davide tornerà al suo posto e giocherà Laxalt. Romagnoli e Kjaer centrali. Voglio proprio vedere come faranno i Gobbi a bucarci! Un dubbio dal centrocampo in su. Sarà alberello con Rebic falso nueve, Calha e Paquetà a supporto e Leao in panca? Oppure 4-2-3-1 con Rafael vertice offensivo e l’esclusione di Lucas? Staremo a vedere. Certi di scendere in campo sembrano Bennacer, Kessie, Bonaventura e Hakan. Lo so che tra gli utenti del blog e pure nella redazione è montata un’assoluta insofferenza, una vera e propria idiosincrasia verso Calha. Sappiate che io non la condivido. Ma forse lo sapevate già. E vi dirò un’altra cosa. Non penso neppure che Paquetà sia quel brocco che viene dipinto. A me sembrano studenti dai quali io saprei tirar fuori qualcosa di buono. Ma forse sbaglio. Comunque , chiudiamo l’argomento. E’ venuta l’ora di affrontare la questione del barometro. Mica posso scrivere un tomo da far impallidire la Magna Carta, eh!

Niels Bohr. Uno che, a differenza di gente che conosco io, se ne intendeva un sacco. E non solo di barometri.

Dunque, a un ragazzo fu posta la seguente domanda all’esame di Fisica: “ Mostrare come sia possibile determinare l’altezza di un grattacielo con l’aiuto di un barometro.” Lo studente scrisse: “ Si sale sulla sommità del grattacielo. Si lega il barometro a una corda, lo si cala fino a che raggiunge il suolo. Si fa il segno sulla corda e si tira su. La lunghezza della corda darà l’altezza del grattacielo.” Il professore era deciso a bocciarlo. Ebbe, però, uno scrupolo e parlò della cosa a Rutherford. Il famoso Fisico gli consigliò di dare una seconda chance al ragazzo. Se ne occupò lui. Lo convocò e gli diede 6 minuti per rispondere alla domanda. Lo studente restò pensieroso per 5 minuti. Poi scrisse: “ Lascio cadere il barometro. Misuro il tempo di caduta e calcolo l’altezza con la formula h= 1/2*gt² “. Rutherford gli chiese perché avesse pensato tanto prima di rispondere. “ Ho valutato molte soluzioni possibili. Ad esempio, misurare la lunghezza del barometro, quella della sua ombra, dell’ombra del grattacielo e poi fare una semplice proporzione. Oppure si può partire dal pian terreno, salire le scale e riportare sul muro dei segni, utilizzando il barometro come unità di misura di lunghezza. Un metodo più sofisticato consiste nel legare il barometro alla corda e nell’usarlo come un pendolo, per misurare la differenza dell’accelerazione di gravità g sulla sommità dell’edificio e a livello del suolo. In base agli scostamenti tra i due valori, è facile risalire all’altezza del palazzo. Con un procedimento simile si sta sulla sommità del grattacielo, legando il barometro a una lunga corda che arrivi fino al suolo. Misurando il periodo di oscillazione del pendolo, risulta semplice arrivare alla lunghezza della corda e quindi all’altezza del grattacielo. Ma forse il metodo migliore è prendere il barometro, bussare alla porta del custode e dirgli: “ Vede, questo è un ottimo barometro. Glielo regalo, se mi dice quanto è alto il grattacielo.” Rutherford, ammirato di fronte all’arguzia del ragazzo, gli chiese: “ Di’ la verità. Tu conosci perfettamente la risposta che volevamo da te. Quella convenzionale, insomma.” “ Certo. So bene che avrei dovuto parlare di differenza di pressione tra il terreno e la sommità dell’edificio. E conosco i calcoli da fare per convertirla nell’altezza del grattacielo. Ma non ne posso più di una scuola e di professori che vogliono insegnarmi a pensare.” Quel ragazzo era Niels Bohr. Davvero sveglio, eh! Forse perfino un tantinello più di Ivan. E voi, ragazzi, cosa potreste fare con un barometro e un cavatappi davanti a Gazzidis? E non solo a lui, a dire il vero. Premetto che l’errore nella digitazione del nome è un lapsus freudiano. Non so perché, ma, quando con gli occhi della mente accarezzo Ivan, mi salgono dal cuore parole con la doppia zeta. Pensate a Bohr e siate creativi, mi raccomando. Misurate, per esempio, per via indiretta la distanza tra noi e le prime della classe. Insomma, sono Gazzidis vostri. Scommetto che l’utente ex Patton sarà in grado di escogitare un sistema capace di calcolare quanti Km ( tiè!!) sia lungo il meridiano terrestre, alla faccia di Eratostene. Ma bando alle ciance. Con la profonda convinzione che Bohr ed Eratostene siano milanisti, andiamo sereni a suonarle ai Gobbi. Con o senza barometri e cavatappi. In alto i cuori, Casciavit!

Chiara

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Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.