Il ferro di cavallo

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Certo che la vita è strana. Una volta ero infastidita dalle soste per le Nazionali. Ora mi sembrano benedette. Per lo meno evito di frustarmi, guardando il Milan, e di leccarmi le ferite dopo ogni prestazione imbarazzante, dopo ogni sconfitta. Mica vero che l’unica partita giocata bene è quella che non ho visto, perché non volevo assistere a un massacro? Anch’io sono strana. Voi siete superstiziosi, ragazzi? Non so rispondere alla mia stessa domanda. Certo, me ne frego beatamente di gatti neri, di olio, sale, specchi, scale, corni, cornetti e ammennicoli vari. Però con il Milan sono scaramantica. Pardon, lo ero. Perchè capite che adesso, con l’aria che tira, non c’è scaramanzia che tenga. Mi viene in mente il grande Fisico Niels Bohr. Un visitatore vide appeso alla porta della sua casa un grande ferro di cavallo. Stupito, gli chiese se credeva davvero che portasse fortuna. Bohr rispose serafico: “ Naturalmente no. Ma mi hanno detto che funziona anche se uno non ci crede.” Caro Niels, io non possiedo la tua ironia. Mi potresti prestare il tuo ferro di cavallo? Sai, dovrei sbatterlo vigorosamente sulla testa di qualcuno…

Ancora impuniti?

La Nazionale non l’ho guardata e non la guarderò. Tornerebbe a sanguinare la ferita che i maledetti mi hanno inferto, vendendo Tonali. Tanti auguri, Sandro, per il tuo futuro di calciatore e di uomo. Per la Nazionale si emozioni la Federazione Interista Gioco Calcio. Sì, la tifino l’ineffabile Gravina, l’ultrà nerazzurro Viglione, marito dell’ottima ex presidente della Covisoc Panzironi, lo strabico Chinè. C’è gente davvero… bizzarra in Figc. L’irreprensibile Viglione va a festeggiare in campo lo scudetto con Inzaghi e ora mette in dubbio la liceità dell’articolo 4. La sua paura è che con la faccenda della slealtà sportiva si possa incastrare la sua amata per la bazzecola della collusione con la Ndrangheta. Il timore sarebbe fondato, tenendo conto della realtà dei fatti. Tende a scomparire, però, se si pensa a chi questi fatti deve giudicare. E’ possibile che tutto sia ancora nelle mani di uno di nerazzurro vestito, anche se il cognome parla del colore viola? Il povero Spalletti ha osato fare una critica al comportamento di Inzaghi. Lui in certi casi sbatterebbe giù il telefono, si è permesso di dire. Mal gliene incolse. Giornaloni all’attacco. Il tapino tiene famiglia ed è costretto a fare una poco gloriosa marcia indietro chissà sulla base di quali pressioni….. Caro Luciano, munisciti di un ferro di cavallo. La ragione per cui devi farlo, decidila tu.

Sei un grande, Marcos!

Ma parliamo di noi. Ci sono cose belle e brutte. Quali cose belle, che siamo uno sfacelo, chiede qualcuno? Be’, non mi riferisco certo a quella schifezza di Società che abbiamo. Una cosa bella, intrisa di milanismo, è stata l’intervista di Boban. Qua la mano, Zvone. Il mio cuore batte in sintonia con il tuo. E mi è capitato di guardare un video di Rinaldo Morelli. Si tratta di un’intervista fatta a Cafù da Alciato. Marcos ha speso parole meravigliose per Paolo. Quando nel mondo si parla di Milan, lo si identifica con Maldini. Già, ma adesso non c’è, ha detto Alciato. Purtroppo sì e non capisco il perché, la risposta di Cafù. Paolo è il Milan! Potevo non commuovermi? Marcos ha dato voce ai miei pensieri, forma alle mie emozioni. E inevitabilmente la mia mente è volata verso l’infinito, annegandosi nelle sue meravigliose proprietà. Nel mare dell’infinito una parte può valere come il tutto. L’insieme dei numeri naturali non è più grande di quello dei loro quadrati. Non è vero, penseranno in molti. I primi sono più numerosi dei secondi! Lo capisce anche un bambino. No, signori. Siamo di fronte al fantastico palcoscenico dell’infinito e qui accadono cose che paiono irreali a chi si accontenta di scrutare l’orizzonte. Ogni numero naturale trova un corrispondente nel suo quadrato. Si può andare avanti quanto si vuole. Fino….all’infinito. E quindi la parte vale come il tutto. Dove voglio arrivare? Semplicemente a questo. Paolo Maldini è la parte che vale come il tutto. Paolo Maldini è il Milan! La gentaglia che ci possiede e ci dirige ci porta nel baratro. Rappresenta un brutto, orrendo capitolo della nostra Storia. Squallidi e neanche intelligenti affaristi, non hanno niente a vedere con noi. Questi distruggono il milanismo. Perfino Scaroni, dopo anni, è arrivato a capire che forse sarebbe meglio vincere qualche partita… Dobbiamo liberarci di questi individui! Magari facendoci aiutare da un ferro di cavallo, che porti molta fortuna.

Ce l’ho a morte con quei tifosi che, in buona o cattiva fede, confondono il Milan con gli individui che lo dilaniano e se la prendono con i giocatori. Bravi, applaudite questo schifo di Società. Farà bene a vendere o, per meglio dire, svendere quel reprobo di Theo. Vuole 8 milioni il cattivone, hanno fatto amabilmente sapere, subito smentiti dal procuratore. E vendano pure quella pippa di Leao, che, mi dicono, non abbia giocato male con il Portogallo. Questo volete e quindi vi meritate questo Milan. Io e tanti altri no. Ma ce lo dobbiamo cuccare lo stesso. Cosa ne capite voi di amore, di senso di appartenenza, di passione, di frantumi di bellezza, di aneliti di infinito? Nulla. Dunque non ci può essere un dialogo. La mia flebile speranza è racchiusa nelle parole di Don Cristoforo. Verrà un giorno…. Ma spero poco sul fatto che l’agognato giorno della Liberazione venga presto. A meno che non si vada robustamente di ferro di cavallo. Figuriamoci…

Voglio concludere in Letizia il mio pezzo. Sì, tra le cose brutte non c’è solo la nostra esimia Società. Ci sono pure i suoi zelanti supporters. Va bene. Viva la libertà di opinione . Francesco Letizia, però, si è spinto oltre. Un suo video mi è stato segnalato da un amico. L’ho aperto con un po’ di riluttanza, perché mi spiaceva dargli una visualizzazione. Ebbene, ho vissuto un’esperienza…. surreale. Il tipo si chiede. “ Perchè c’è tanto accanimento contro questa Società, contro il bravissimo Furlani? Perchè tanti youtubers si scagliano con virulenza contro i nostri capataz?” La risposta è semplice. Parlare male di queste perle di proprietari e dirigenti porta tante visualizzazioni e quindi soldi. Chi critica lo fa per denaro. Fare gli avvocati difensori come lui, Pellegatti o Suma non porta, invece, nessun guadagno. Loro lo fanno solo per amore, perché sono veri tifosi e quindi difendono i sacri colori, al contrario dei buzzurri come me. E c’è pure chi gli ha dato ragione! Che menti raffinate! Che tifosi Doc! Comunque non illudetevi, ragazzi. Non chiedetemi di dividere con voi i copiosi introiti che ottengo con i miei attacchi feroci e immotivati. Il generoso Gian, quando chiedo di raddoppiami o addirittura triplicarmi lo stipendio, mi accontenta subito. Ma io tutti questi soldi li tengo per me. E magari mi compro un ferro di cavallo. Cerco di buttarla sul ridere. Ma che amarezza. Della partita con l’Udinese non ho voglia di parlare. Eh, sì, il campionato ricomincia, purtroppo. Avanti con la sofferenza. Non ci sarà che questa per noi fino a che l’inquietante mix di affarismo e incompetenza resterà nella stanza dei bottoni. Mi conforta il fatto che…. Je suis Paolo Maldini.

Chiara

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Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.