Il Mar Morto

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Meno male che ho bruciato l’arrosto di vitello! Una piccola distrazione mi ha permesso di fare un pranzo leggero. Avessi mangiato più pesante, con le tre pastine veronesi avrei rischiato la congestione. Che delusione, ragazzi. Sono talmente depressa che il Mar Morto mi sembra localizzato su un altopiano. Non mi aspettavo proprio questa brutta sconfitta. Per dirla tutta, io ero convinta di vincere. I miei pensieri? Dai, che ci facciamo un bel regalo di compleanno! Gli Orrendi hanno perso. Che libidine! Grazie, Udinese! Il Pordenone ci era andato vicino. Tu ce l’hai fatta. Che carica mi hai dato! Ne avevo proprio bisogno, perché la settimana è stata dura. Il sollievo per la vittoria in Coppa Italia con il Verona è poca cosa di fronte all’ennesimo capitolo della stucchevole saga Donnarumma. La notizia sull’invio della lettera con cui il ragazzo affermerebbe di aver subito una violenza morale proviene da fonti giornalistiche impregnate dell’humus del Giannino. E’ chiaro che un’affermazione del genere non può essere davvero finalizzata alla risoluzione del contratto. Lo scopo è quello di creare le condizioni per cui il portiere debba essere ceduto a un prezzo basso, in modo da riempire di milioni le casse di Raiola. Nessuno smentisce l’esistenza della lettera. Davvero non ci sono clausole rescissorie? Gigio dice di non aver mai detto o scritto una cosa del genere. Questo, però, non significa che non possa averlo fatto l’avvocato Rigo a suo nome. Se qualcuno avesse combinato una cosa del genere a mia insaputa, io farei fuoco e fiamme. Gigio tace. Anche la Società potrebbe rivalersi a livello penale, se la lettera fosse arrivata con firma falsificata. Pure lei tace. Non vuole creare problemi con il portiere.

La curva contesta duramente Donnarumma allo stadio. Gigio piange. La contestazione è sbagliata? Può essere, perché porta acqua al mulino di Raiola. Ma io non ci vedo sotto chissà quale macchinazione. Mi sembra il gesto istintivo di rabbia di chi non ne può davvero più. In ogni caso ha almeno provocato quelle due parole di Donnarumma su Instagram. Non si aspettava la contestazione, poverino. In fondo avevano solo scritto che lui accusava la Società di avergli estorto il rinnovo e che per questo chiedeva la risoluzione del contratto. Una bazzecola che non si era premurato di smentire. Strano che i tifosi siano diventati furibondi. Incredibile! Inutile girarci intorno. Se il ragazzo non si stacca dal suo procuratore, e non lo farà, vuol dire che è d’accordo con lui. I pessimi risultati sul campo, la nebulosità della proprietà, la bocciatura del Voluntary Agreement rendono la Società molto debole. E quindi gli squali si scatenano. Io posso anche capire che Donnarumma voglia un club più forte. Non mi vanno, però, i mezzucci adoperati. Raiola agisce per il bene del ragazzo? Non mi pare, vedendo a quale massacro psicologico lo espone. Ma voglio dargli credito. Ok, porti un’offerta congrua al valore di Mercato, cioè ottanta milioni, e tanti saluti. Se vuole darne 30 o 40 a noi e tenere il resto per lui , la cosa non mi sta bene. E non la faccio. Donnarumma è un patrimonio tecnico ed economico della Società. E come tale va tutelato. Stop. Le mozioni degli affetti non hanno alcun significato in una vicenda come questa.

Il problema sta cominciando a diventare Mirabelli anche per parecchi tifosi. Non certo per me. Qua la mano, Mira! Mi sei piaciuto molto nelle tue dichiarazioni. E a me è piaciuto pure il tuo Mercato. Stiamo andando malissimo? E’ vero. Ma un progetto c’è e gli errori si possono correggere. Fassone e Mirabelli sono degli assoluti incompetenti? Manco per idea. Sono persone che devono operare in condizioni difficilissime. Hanno gestito al meglio la polpetta avvelenata confezionata da Raiola e Galliani. Il rinnovo di Donnarumma c’è. Pare addirittura senza clausola rescissoria. Ce lo porteranno via? Sicuramente. Ma a un prezzo congruo. Non andrà a zero ai Gobbi, come era nei progetti. Non hanno preso dei campioni? Certo. Potevano spendere i 230 milioni per Neymar. I migliori sono i vecchi? Se fosse così, non andremmo da nessuna parte. Io conto su Rino, perché mi rimetta in piedi gente come Biglia e Calha. E perché crei le condizioni più opportune per far rendere al meglio RR, Kessié, Andrè Silva, Kalinic, che per me non sono dei brocchi. Purtroppo abbiamo avuto una sfortuna nera con Conti. La partita di Verona, condita dalla ciliegina regalataci dall’ Udinese, è un’ottima occasione per cercare di svoltare. Sento che vinceremo. La Sibilla Cumana mi fa un baffo. Invece… Sono rossonera ma non certo un Oracolo. Cappero, da noi funzionerebbe bene solo Cassandra. Comunque mi avvicino alla partita bella carica. Neanche il piccolo incidente dell’arrosto mi inquieta. A Gattuso voglio bene. Quindi accolgo senza fiatare Montolivo. Si vede che Biglia non è proprio in condizione. E Loca… Vabbè, Manuel non è un drago e l’ex capitano non ha fatto male ultimamente. Borini l’avrei messo terzino con Andrè nel tridente. Pazienza, dai. Ci sono poi a disposizione i cambi e Rino ha mostrato di saperli fare. La partita sta per iniziare e io sono lì, davanti alla Tv. Ho una voglia di vincere che mi trabocca da tutti i pori.

Si comincia! E io finisco. Non mi va di fare la cronaca di questa disfatta. L’inizio non era stato neanche male, è vero. Noi, però, non diamo mai l’impressione di poter essere davvero pericolosi. Le difese avversarie non vanno in difficoltà. Gli altri si chiudono, lottano su ogni palla e poi cercano di ripartire con un ardore, una velocità che noi ci sogniamo. Se poi becchiamo gol da corner, lasciando un loro giocatore libero di saltare…. Cerchiamo anche di reagire, ma i nostri tiri non sono rasoiate destinate a gonfiare la rete. Spesso si infrangono contro i difensori e qualche volta ci pensa il portiere. Suso, solo davanti a lui, non è stato certo un killer. Nel secondo tempo scompariamo. Io penso a Cutrone al posto di Calabria, con Borini terzino destro. Patrick entra, sì, ma per RR. Boh! Dopo aver rischiato le espulsioni di Borini e Romagnoli, a poco dalla fine e con tre bastonate sul gobbo, arriva quella di Suso. Basta. Non voglio più pensare a questa orrenda partita. Le mie povere speranze calpestate sono qui, a tenermi mesta compagnia.

Mi spiace tanto per Gattuso. Questa squadra scolastica, priva di forza, di personalità, di brio non rispecchia le caratteristiche del suo allenatore. E neppure le mie. Sono delusissima. Neanche arrabbiata. E questo è molto brutto. La depressione del Mar Morto mi fa un baffo. Non vado neppure a giocare alle bocce. Ho voglia di farmi male e guardicchio i Gobbi passeggiare a Bologna. Vengo presa da una profonda malinconia. Quanto tempo è passato. Quando noi vincevamo, il Mar Morto era ancora vivo. Cercavo una Domenica di gioia. Eccola qui. Impalerei i giocatori. Possibile che non abbiano mai un guizzo, un lampo, un moto di ribellione verso il destino della sconfitta? Possibile che si consegnino inermi e docili all’inerzia delle partite? Hanno dentro il germe dei perdenti, inoculato dal Giannino. Li manderei a pescare nel Mar Morto. Più facile per loro tirar fuori un pesce da lì che un gol in campo. Rivoluzione sbagliata? No! Rivoluzione insufficiente. Che amarezza, ragazzi. Avrei voluto inaugurare la nuova veste del Night con un articolo di tono diverso. Avrei voluto che la squadra facesse un bel regalo per il compleanno del Milan. Ma… Però non voglio mollare. Magari, quando si pensa che tutto sia finito, è il momento in cui tutto ha inizio. Come, se giochiamo da cani, andiamo ai due all’ora e abbiamo una proprietà… inquietante? Non lo so. D’accordo, è impossibile essere ottimisti in una situazione del genere. Ma non può andare sempre tutto male, maledizione al secchio! Forza Società! Forza Milan!

Chiara

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Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.