C’è qualcosa di più malinconico di una finale di Champions con un Milan in queste condizioni? Niente. Che mi importa delle paperone di Karius, dell’infortunio di Salah o dell’ennesima vittoria del Real? Nulla. E di Ancelotti al Napoli? Zero. In un’epoca ormai lontanissima il Milan era il ponte che mi permetteva di passare dalla riva del monotono tran tran quotidiano alla meravigliosa sponda dell’immaginazione, del sogno. Da moltissimo tempo mi rifugio nella vita di tutti i giorni, per sfuggire alle angosce che mi infligge la mia squadra del cuore. Una caduta dolorosa, incomprensibile e senza fine. Quando credi che sia stato finalmente raggiunto il fondo e che inizi la risalita, ti arriva, inesorabile, la mazzata. E sprofondi sempre più giù. Che fare? Una cerca di divagarsi e di pensare ad altro. Venerdì sera, per esempio, sono andata alla cena di fine anno degli insegnanti di Fisica. Così non ho letto, come faccio di solito, i commenti al mio pezzo. L’ho fatto il giorno dopo, quando era ormai tardi per dare qualche risposta a chi mi avesse chiamato direttamente in causa. Contando anche sulla spinta di Archimede, decisamente inferiore nell’alcool rispetto all’acqua per questioni di densità, pensavo di affogare i miei dispiaceri in qualche bicchiere. Niente da fare. I maledetti sanno nuotare benissimo. Non so voi, ragazzi, ma io sono soggetta a uno stillicidio di risolini e punzecchiature. Cosa rispondo? “ Sono tranquilla, perché adesso il Milan lo compro io. Devo sistemare solo gli ultimi dettagli per avere il finanziamento. Li metterò sicuramente a posto prima del verdetto dell’Uefa.”
Di Yongho non voglio nemmeno più parlare. C’è più fosforo in un branzino che nelle sue miniere. Ignoro quali siano i suoi pupari. Il problema è che si tratta di gente che gioca senza scrupoli sulla pelle del Milan e dei suoi tifosi. Non mi sento vittima dell’Uefa. Lo sarei, se mi fosse stato negato il settlement in presenza di un rifinanziamento del debito, che ne procrastinasse la scadenza oltre la fine della prossima stagione. Le parole di Fassone sono vuote, vacue. E di un Milan vuoto ne ho piene le brocche fino all’orlo. Anzi, ben oltre. Grazie, Silvio. Di accelerazioni a breve verso il rifinanziamento non ce ne sono, dice Fax, che distingue sottilmente il club dalla Holding proprietaria. Cosa ne sa lui di ‘sti Cinesi, suoi datori di lavoro? Anche la figura di Fassone, colui che ha coinvolto Elliot, rendendo possibile il closing, mi fa riflettere. Qual è il suo vero ruolo in tutta la vicenda? Non riesco a cavare un ragno dal buco. Ma niente paura. Si va sereni, senza colpo ferire, verso una maxi multa e l’esclusione dalle Coppe. Che sarà mai? Cappero, che Società in gambissima abbiamo. La figuraccia di me..nta è planetaria. Vergognosa. Il danno di immagine è incalcolabile. Mi terrorizza il possibile fuggi fuggi dei giocatori. Ripenso con struggente tenerezza ai miei sogni di mezza estate. Io un progetto l’avevo visto. E come! Sognavo un immediato accesso Champions. Non ho fatto tragedie per il sesto posto. Questo piazzamento non è come quello dell’anno scorso, pensavo. Da qui si può partire, per ottenere nella prossima stagione quello che ci è stato negato in questa. E sono corsa a S. Siro per l’ultima di campionato. Che dire? Non devo essere un’aquila. Tutt’altro.
Io fantasticavo sulle due punte, su Calha trequartista, sulla mezz’ala sinistra da acquistare. Con alcune cessioni, in primis quella di Suso, si poteva, secondo me, raggiungere lo scopo senza avere neppure onerosi esborsi economici. Mandzukic, Dembelé, che a MIlinkovic non si può arrivare, magari un terzino sinistro e qualche discreta riserva. E adesso? Siamo qui ad aspettare un verdetto già scritto, per manifesta impotenza della Società. Alle questioni di campo penseremo dopo. Arriveranno a fatica gli aumenti di capitale. Lo stillicidio continuerà per alcuni mesi tra ombre e silenzi cinesi. Così, tanto per prolungare l’agonia. A Ottobre arriveremo finalmente al redde rationem? Mi sembra di impazzire. Ho l’istinto di fare come Erostrato, che bruciò il tempio di Artemide, per passare alla Storia. Io vorrei purificare con il fuoco gli scempi fatti sulla pelle del Milan. Archimede, il tuo Principio è importante. Gerone lo sfruttò per capire che la corona regalatagli non era tutta d’oro. Noi per comprendere perchè è certa robaccia a
rimanere immancabilmente a galla. Il Milan, nel frattempo, sprofonda sempre più giù. Caro Archi, ti ruberei l’idea degli specchi ustori con i quali incendiasti le navi romane. Li punterei su Arcore, Monza e sulla Cina tutta. Non parlatemi di Cinesi, perché mi viene da vomitare. Maledizione anche a te, Marco Polo. Io adesso mi trovo qui, bastonata da un Milione di illusioni. La via della seta per noi si è trasformata in un’ennesima Via Crucis. Ma cos’abbiamo fatto di male per meritare tutto questo?
Aspettando Elliot e un compratore serio, che speriamo non sia Godot, dobbiamo pure tirare avanti. Un patrimonio di tifosi che ha pochi uguali al mondo si guarda negli occhi, frastornato, umiliato, mortificato. Colpa dell’Uefa? Non direi proprio. Il calcio mi fa schifo. Piuttosto che vedere una trasmissione sportiva mi cuccherei tutta la corazzata Potemkin. A questo sono ridotta. Vorrei scappare lontano da tutto e da tutti. Avrei anche sotto mano il mezzo di locomozione adatto per farlo: il trenino Thomas. La Nazionale di Mancini? Il ritorno in azzurro di Balotelli? Non potrebbe fregarmene di meno. Mi aggrappo a Rossella O’Hara. Domani è un altro giorno. Vediamo che ulteriore croce ci porta. Un tifoso immerso nella sua passione riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto pari al peso della sua Società. Questo è il nostro Principio di Archimede, purtroppo. E per questo affondiamo. Speriamo arrivi presto qualcuno che ci ridia la forza di nuotare!
Chiara
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