Il tempo delle pere

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Ma che bella settimana! Il Mercoledì che non ti aspetti. Tu sei lì, malmostosa, apatica, convinta che accadrà il peggio. Ti metti davanti alla Tv come fossi un pollo nudo di fronte a uno spiedo. Vorresti tanto essere da un’altra parte. Ma non ce la fai. Nessuna emozione. Incredibile per una visceralmente antiinterista, che ha sempre considerato il derby come la madre di tutte le partite. Provo un senso di fastidio, di sottile angoscia, di smarrimento. Sono avvolta dalla calma gelida di chi si sente morta dentro. Loro giocano meglio. Trovano spazi che noi sappiamo generosamente concedere a tutti. Ci graziano due o tre volte. Io sono una statua di sale. Attendo quel che mi sembra inevitabile. Poi il gol di Jovic. E lì mi ribolle qualcosa dentro. L’apatia è spazzata via. Inizio a soffrire. Il cuore pulsa forte. Sì, perché una speranza comincia timidamente a far capolino nel mio cuore. E temo sia solo un’illusione. La speranza a volte è una cura. Nel mio caso temo sia una malattia. La partita è molto lontana dal termine. Ancora Jovic! Sobbalzo! Un vulcano si impadronisce della mia anima. Il cuore batte all’impazzata. Ce la possiamo fare. Già, ma, se non fosse così, la delusione sarebbe tremenda. Paradossalmente soffro ancora di più. Miracolo di Mike! Sììììì!!!!! Dai! Forza ragazzi! Non so più dove stare. Sono attanagliata dalla paura fino al terzo gol. Reijnders! E andiamo, Tij! Mi gusto attimi di assoluta felicità. E’ accaduto l’incredibile e io mi assaporo una gioia inaspettata e intensa. Uno, due, tre. Ma questo è il tempo delle pere. Non sto più nella pelle. Poi…. La consapevolezza di essere in mani immonde e di non avere un futuro si affaccia nella mia mente. La scaccio. Voglio godermi il momento. A tutto il resto penserò più tardi.

Grazie, Luka.

Eh, insomma. Dopo il Bologna siamo arrivati noi. Un po’ di certezze gliele abbiamo incrinate, eh! Si avvieranno verso il doblete? Vedremo. Forza Roma! Continua il lavoro. Forza Barça! E forza Napoli! Mi disinteresso della partita con il Venezia. Non conta nulla. L’importante per noi è la finale di Coppa Italia. Ci potrebbe portare in Uefa League. Poca cosa rispetto alla Champions. Ma, comunque, più dignitosa di una Conference a cui non voglio partecipare. Niente paura. Il pericolo non c’è, visto che resteremo saldamente ancorati al nono posto. Caro Beethoven, tu hai composto la nona. Noi abbiamo scritto nelle pagine di questo orrendo campionato un componimento scombiccherato: I noni. Quanto odio la mia squallida parodia di Società. Mi astengo dal cercare notizie sul Milan, per preservare il mio fegato. La pantomima del casting ovviamente continua. Siamo, come sempre, oltre il ridicolo e il grottesco. Come si fa a gestire un club così male? A non azzeccarne mai una? Ditelo che che siete interisti, dirigenti di ’sta ceppa! Mai visti degli incapaci del genere. Mamma mia, che asini. Il capo assoluto, il piccolo Napoleone, poteva accontentarsi di essere un cretino qualunque. Ma no! Lui ha voluto strafare. Ecco, mi dico. Passata la meravigliosa ebbrezza derby, ritorno a macinare gli stessi pensieri. Pensa a come sarei messa, se ci avessero asfaltato. Io ho una voglia matta di un futuro in cui possiamo tornare ad essere competitivi. Ma come posso sognarlo, se rimaniamo in queste manacce?

Brutte facce

Eppure non è difficile capire cosa si dovrebbe fare. In primis rinnovare Theo e Mike. Prendere un centrale di centrocampo a cui lati far giocare l’ottimo Reijnders e il buon Fofana. E’ inutile, però, fare tanti discorsi. Servirebbe qualcuno che capisce di calcio, a differenza dei somari che stanno nella stanza dei bottoni. L’invereconda pochade del Ds è l’ennesimo esempio di quanto faccia schifo la nostra sottomarca di Società. Tiriamola lunga fino a quando l’odioso Moncada prenderà il patentino. Quale Ds capace vorrebbe mai venire da noi, dovendo sottostare ai demenziali diktat del piccolo Napoleone? Ma a molti tifosi va bene così. A maggior ragione dopo aver vinto il derby. A me no! Certo, ho avuto la mia sbornia di felicità per l’inatteso tempo delle pere. Basta poco affinchè il sangue rossonero torni a ribollire nelle vene. Proprio perché amo il Milan alla follia vorrei cacciare a pedate gli usurpatori di un luogo dell’anima. Io non ce l’ho con la squadra. Detesto la proprietà e la dirigenza! Dove volete che andiamo con questa gentaglia? Quando vedo certi individui inquadrati in tribuna, sono assalita da impulsi insani e violenti.

Grazie, Roma!

Le mie pulsioni vengono assorbite dall’avvicinarsi delle partite. Della nostra mi interessa ben poco. Guardicchio. Mi fa piacere il gol di un Pulisic che mi sembra un po’ in ripresa. Non vengo scossa dalla rete del Venezia, che sul momento ritenevo valida. Sono contenta che abbia segnato Santi. Non credo che il ragazzo sia il giocatore scarso che molti dipingono. E’ stato semplicemente risucchiato nel vortice negativo creato dalla Società. Non ho voglia di parlare di moduli, anche se agogno una squadra meno sbilanciata. Bando alle ciance. Sta arrivando la partita per la quale sono in mostruosa tensione. Mamma mia, sono un fascio di nervi. Soulé! Sììììì!!!!! E poi soffro e spero. Quanti gol si mangia la Roma! Non vorrei che…. Al fischio finale sono sudata e contenta. Poteva essere il tempo delle pere. E’ il tempo della pera. Va bene così. Grazie, Roma! Grazie, Sir Claudio! Lasciamo che, per una volta, siano loro a lamentarsi per un rigore. Ma mi aspetta un’altra partita da vivere con la massima partecipazione. Un altro festival delle emozioni. Il Napoli non mi tradisce e vola in testa da solo. Bene!

E adesso mi concentro sul Barça. L’ho seguito nelle ultime partite. E’ una squadra bellina da vedere. La classe non le manca certo. Segna parecchio. Però mi sembra leggerina. Difende molto alta. Non applica bene la tattica del fuorigioco e lascia enormi spazi, nei quali si infilano avversari anche non  irresistibili. Insomma, mi sembra la squadra più adatta ad esaltare le caratteristiche degli Orrendi. E sarà senza Lewandowski. Speriamo bene, dai. Certo, è molto amaro ridursi a cercare gioie negli insuccessi altrui. Ma è colpa mia se, con un Milan così, posso soltanto gufare? Cos’altro mi resta da fare? Spero di vincere la Coppa Italia, certo. Ma, a prescindere dal fatto che sarà difficile, perché il Bologna gioca meglio, i termini della questione non cambiano in base al risultato. Tremo, pensando all’estate che mi aspetta con questi cialtroni. Non abbiamo nessun progetto tecnico per la prossima stagione. Ds? E che casting! Allenatore? C’era la possibilità di prendere Conte. Hanno virato prima su Lopetegui e poi su Fonseca. Ho detto tutto. Conceiçao? Si è bruciato il credito iniziale che gli avevo concesso. Mercato? Invece di tenere quelli forti, di integrarli con altri complementari, di metterli in mani capaci, di creare un chiaro un progetto sportivo, che permetta ai giocatori di esprimersi al meglio, li svenderanno. Poi faranno la solita ammucchiata di gente poco costosa, presa a caso, con sovraffollamento in alcuni ruoli e vistose lacune in altri. Adl, pur essendo uno attento ai conti, ha molte più capacità e ambizioni sportive dei nostri maledetti speculatori incompetenti. Questa è l’amara verità. Barça, questo è il tempo delle pere. Da distribuire. Non da subire. Spero che l’entusiasmo per la vittoria sul Real ti faccia superare la stanchezza dei supplementari. Scommetto che anche l’acrimonioso, nonostante tutto, avrà gioito per il derby. Perchè lui ama il Milan e perché…. Je suis Paolo Maldini.

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Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.