La biglia numero 22

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Mi viene il magone...

Eh, sì, dopo aver snobbato le amichevoli americane per idiosincrasia societaria, ho guardato il Milan Futuro a Lecco. Vedere correre per il campo quelle maglie rossonere, anche in periodi di rancore misto ad apatia, non lascia indifferenti. La vittoria mi ha fatto piacere e la prestazione non mi è certo dispiaciuta. Un sussultino sui gol di Liberali e Jimenez l’ho avuto. Qualcosa ho guardato anche della presentazione di Morata. Alvaro mi ha fatto una buona impressione. E poi…..Wow! Arriva Emerson Royal! Tripudio! Libidine! Apoteosi! Catarsi! Alla faccia di quella brutta gente che osa rivolgere critiche cattive, prevenute, immotivate alla nostra perla di Società. Alla faccia di quelli come me, insomma. Sì, ci si mette un po’ di tempo per gli acquisti. Ma pare brutto risparmiare qualche soldo? A me no, per carità. Mi infastidisce, però, molto, per usare un eufemismo, la lunghezza estenuante di trattative affrontate con l’aplomb dei mentecatti. Come meravigliarsi poi, se non si riesce a chiudere? Io, intendiamoci, sull’arrivo di Emerson non avevo dubbi. E non solo per la mancanza assoluta di concorrenza. Chissà perché, eh! Il ragionamento che taglia la testa al toro per me è sempre questo. Non lo voglio? Allora lo prendiamo. E’ matematico. Il sospetto, anzi la certezza, che il discrimine per gli acquisti non siano le caratteristiche del giocatore ma il suo costo avvelenano i miei tempestosi rapporti con l’ecclesiastico, il suo sagrestano e i tirapiedi tutti. Così la biglia della mia insofferenza rotola lungo il piano inclinato. E il suo movimento acquista una velocità sempre maggiore, che la Fisica quantifica con precisione.

Perchè l’acquisto di Emerson nostro mi innervosisce? Be’, ho sentito che i tifosi del Tottenham gli hanno dedicato un coro. Recita pressappoco così: “Abbiamo un terzino che non sa difendere, non sa attaccare. Non sa fare niente. Si chiama Emerson Royal.” Ottimo, direi. Io, che, per carità, non ho la lungimiranza, la competenza dei nostri bravissimi dirigenti, avrei pensato a un impiego a destra di Kalulu, dirottando una parte dei soldi risparmiati per aumentare l’offerta per Fofana. Già, Fofana. Mi piacerebbe. Quindi non arriverà. E’ matematico. C’è poi il non trascurabile problema liste. Sia per la Uefa che per la serie A si possono presentare un massimo di 17 giocatori stranieri. Gli altri 8 devono essere cresciuti nei vivai italiani e, tra questi, almeno 4 nel tuo. Per il regolamento Uefa puoi inserire nella lista B under 21 con almeno due stagioni passate nel tuo vivaio. Nella lista per il campionato puoi mettere senza limite di numero e nazionalità ragazzi che non abbiano compiuto 22 anni al 31 Dicembre della stagione precedente. Nella categoria rientra Musah. Ora, noi avevamo 18 stranieri, senza contare Jimenez e, naturalmente, Origi e Ballo, che sono fuori progetto. C’era bisogno di aggiungerne un diciannovesimo che, a livello tecnico, non sposta nulla? E, arrivasse il mediano di cui abbiamo, invece, tanta necessità, sarebbero 20. C’era bisogno di regalare in fretta e furia Daniel, che di cognome fa casualmente Maldini, al Monza e Colombo all’Empoli, visto che non avrebbero tolto il posto a nessuno? Perchè è stato rinnovato Jovic? Chi verrà tagliato? Oltre i 17 non possiamo mettere giocatori stranieri né il lista Champions né in lista serie A. Di qui non si scappa.

I nostri dirigenti non sanno vendere. A maggior ragione con l’acqua alla gola per il problema liste. Certo, è piuttosto facile piazzare giocatori forti e appetibili. Tremo al pensiero. Perchè non hanno pensato alla questione per tempo? Per me la risposta è semplice. Perchè sono degli incompetenti al soldo di chi dei risultati sportivi del Milan se ne frega, avendo a cuore altri interessi. Capito il motivo per cui li detesto? Chi pensa che io, invece, sia prevenuta non dovrebbe portare motivazioni fideistiche, ma argomentare in modo da contraddire le tesi che ho esposto. Certo che sono una vedova di Maldini. Non lo nascondo. Anzi, lo rivendico con orgoglio. Origi e Ballo sono errori suoi. Non lo nego, anche se su Ballo ha messo del suo il sopravvalutato Moncada. Ma Paolo ama il Milan e ha fatto tante cose buone. Diceva giustamente che la Società doveva fare qualche investimento, per mantenerlo competitivo ad alto livello. Altrimenti avremmo vivacchiato, cogliendo magari qualche casuale e sporadica vittoria. Ebbene, lo si voglia capire o no, siamo, purtroppo, alla seconda opzione. La cosa mi fa imbufalire, perché io il Milan lo amo! Chiaro? Non riuscirò mai a tifare contro. Sono felice quando vince. Ma, per sognare di vincere, deve essere messo nella condizione di poter competere. E questi speculatori non lo fanno! Pensano solo a guadagnare sodi sulla pelle sua e anche mia, che soffro, vedendo la ferrea volontà di non fare investimenti appropriati e ragionevoli, perfettamente compatibili con il bilancio. Io alla mediocrità, all’anonimato non mi rassegnerò mai. La biglia che scende inesorabilmente lungo il piano inclinato gliela tiro in fronte! Con l’indicazione scritta di dove possono metterlo lo scudetto del bilancio.

Mi viene il magone…

Per questo, nella notte di S. Lorenzo, vedendo una stella cadente, ho espresso con forza un desiderio. Quale? Mica lo posso dire. Altrimenti non si avvera. Anche se…. Non si avvererà comunque, maledizione al secchio! Lo Champagne devo tenerlo in frigo chissà per quanto tempo. Voglio Fofana. Voglio giocare con il 4-3-3, vista l’abbondanza di mezze ali. Con Pulisic trequartista siamo troppo sbilanciati. Ci mancherebbero non uno ma due centrali di centrocampo. E cosa ne facciamo di Reijnders, che a me piace? Lo adattiamo, rovinandolo? Mi è arrivata una biglia che sembra porterà il numero 22. Proprio quello di Kakà. Già, Kakà. Un tuffo al cuore. Io di questi non mi fido. Ho avuto ampie prove della loro inaffidabilità. E, prima di fidarsi, le prove le aveva giustamente volute fare anche una scimmietta, incappata in una disavventura con una biglia. Quale? Mo’ vi racconto la faccenda. Dunque, un signore passeggia con una scimmietta sulla spalla. Entra in un bar e dice al titolare:” Mi permetta di lasciar libera la mia Cloe nel suo locale. Sa, è depressa. Voglio farla divertire. Non si preoccupi dei danni che farà.” Il barista è perplesso, ma acconsente. La scimmietta si scatena. Salta sui tavoli e sul banco. Rompe bicchieri e piatti. Mangia e beve. Sparpaglia le biglie del biliardo e riga il tappeto. Un’ira di Dio. Il povero barista sbianca e protesta. “ Non si preoccupi, signore. Mi dica a quanto ammontano i danni.” “ Non so. Almeno 10.000 euro. “ “ Va bene. Eccone qui 15.000 e grazie. ” Poi se ne va felice con la sua scimmietta. Dopo 15 giorni si ripresenta. “ Rieccomi. La mia Cloe e’ ancora triste e depressa. Ha bisogno di sfogarsi. La prego, glielo permetta. Sarò ancora più generoso dell’altra volta. Ho qui 20.000 euro pronti per lei. “ Ok, dai.” La scimmietta fa ancor di più il diavolo a 4. Un vero putiferio. Ad un certo punto il barista sbotta. “ Va bene tutto, ma che schifo! Non è possibile! Si è messa una ciliegia nel sedere, l’ha tirata fuori e poi l’ha mangiata” “ Vede, Cloe è stata solo previdente. L’altra volta aveva ingoiato la biglia numero 22….”

Chissà quante biglie mi toccherà ancora ingoiare…. Sarò, però, sempre qui, a soffrire e lottare, con il Milan nel cuore. Compulsione per i terzini destri. Una riserva per Theo, ammesso che resti, no? Guarderò il trofeo Berlusconi. Non riuscirò ad evitarlo. E non mi ritirerò sull’Aventino. Sono disposta a correre il rischio di diventare un caso clinico internazionale. Sì, perchè la nostra encomiabile Società, oltre all’orticaria, pure l’orchite potrebbe farmi venire. Un paio di cose buone, comunque, le ha messe insieme. L’Under 23 e la sostituzione degli imbarazzanti staff tecnico, atletico e medico. A 6 giorni dall’inizio del campionato il Mercato è questo, purtroppo. Bravi molti nostri atleti alle Olimpiadi. Khelif e Lin d’oro nel pugilato femminile. Strano! Peccato non gareggiassero nella stessa categoria. Avremmo avuto una finale ad armi pari, in sintonia con lo spirito olimpico. Mi spiace per Tamberi. Una menzione speciale per la Battocletti. Magnifico il suo argento. L’emozione più grande me l’hanno regalata le meravigliose ragazze della pallavolo. Fantastiche. Immense. Sono entrate nella leggenda. Un oro che mi ha entusiasmato. Ma, in un tourbillon di emozioni forti, in entrambi i sensi, trafitte da un richiamo alla razionalità, la conclusione è sempre la stessa. Je suis Paolo Maldini.

Chiara

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Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.