Eppur si muove, disse Galileo. Eppur si muove, dico io. Sì, si muove qualcosa dentro l’anima,quando vince il Milan, anche in un campionato che per noi non ha più nulla da dire. L’umore diventa più leggero. E il mondo diventa più bello. Poi, però, scende un velo di profonda tristezza. Arriva la tremenda notizia. E’ morto Prati. Con lui se ne va una parte della mia infanzia e della mia adolescenza. Una parte lontana e bellissima della mia vita sempre colorata di rossonero. Pierino la Peste. Quanto l’ho amato. La meravigliosa tripletta nella finale con l’Ajax mi mandò in delirio. Scrisse una pagina fantastica della nostra Storia. E questa pagina rimane scolpita in modo indelebile nel mio cuore. Che la Terra ti sia lieve, Pierino. E sia lieve anche a Mariolino Corso, che aveva ai miei occhi il grave torto di giocare dalla parte sbagliata del Naviglio. Voglio scuotermi dalla tristezza e coltivare la speranza che Alex Zanardi, un uomo davvero grande, ce la possa fare.
Torno indietro nel tempo. La settimana è rallegrata dall’insperata vittoria del Napoli in Coppa Italia. Io mi arrabbio più di un tantinello, sentendo l’inno nazionale deturpato, violentato da un tizio senza arte né parte, al quale direi volentieri due paroline. Penso sia il pessimo preludio di una brutta serata. Invece no. Mica vero che i Gobbi perdono ai rigori? Ma dai! Sono contenta per Gattuso, intendiamoci. Però non lo rivorrei al Milan, eh! Insomma, io accolgo l’esonero di Montella e l’arrivo di Rino con un certo entusiasmo. Vedrai che adesso giochiamo con le due punte e Calha centrocampista avanzato. Suso? Prima in panca e poi in altri lidi, penso nella mia ingenuità. Invece? Come non detto. Il 4-3-3 o, per meglio dire, il 4-5-1 per Ringhio è un dogma. Anzi, il dogma. E Suso rappresenta la colonna portante del Milan. Io non voglio scomodare ancora Procuste, che è alle prese con i problemi suoi, ma in un allenatore gradirei un minimo di flessibilità, favorita dalla conoscenza di diverse alternative tattiche. Al Napoli sì che ha senso giocare in quel modo, considerando la rosa. Con quei giocatori si può puntare sul contropiede veloce. Però non mi pare astuto farlo, schierando Suso e Calha ali. E poi, per dirla tutta, non mi è piaciuto nemmeno il modo di gestire le conferenze stampa. Io non le stavo più a sentire. Mi sono arrabbiata per i presunti problemi di postura attribuiti, coram populo, a Baka. O per l’esposizione al pubblico ludibrio di Kessie e dello stesso Baka. A mio parere, se un tuo giocatore sbaglia, lo devi redarguire aspramente in privato. Ma non puoi ergerti a principe dei fustigatori in pubblico. Comunque sia, sono felice per Rino, che sta vivendo un momento personale molto difficile. Ho apprezzato il fatto che abbia rinunciato alla buonuscita. Il suo non è certo un gesto da tutti e gli fa onore. Gli porgo i migliori auguri sul piano umano e professionale. L’allenatore, però, per me non è all’altezza del giocatore che adoravo. Pure Giampaolo e Pioli mi hanno schierato quel maledetto 4-3-3. E’ dovuto arrivare Ibra, perché cambiasse qualcosa. E allora, dipendesse da me, Zlatan sarebbe allenatore – giocatore l’anno prossimo. Invece se ne andrà, con mio dispiacere, e arriverà, sembra, l’uomo Rangnick. Comunque la voce secondo la quale lui ritiene fondamentale Calha per il nuovo Milan me lo rende simpatico. Cosa volete che vi dica, ragazzi. Io sono di coccio. Per me, checchè ne pensiate voi, Hakan ha qualità tecniche superiori alla media. Non è riuscito a farle fruttare un po’ per una sua fragilità caratteriale e un po’ perché è stato impiegato male dai non eccelsi allenatori sedutisi sulla nostra panchina. Calha il peggior numero 10 della nostra Storia? E quando mai l’hanno fatto giocare da numero 10?
So che mi giudicate male anche per via dell’avversione mai nascosta verso Suso. Ma sbagliate. Sono addirittura diventata una grandissima tifosa del Siviglia. Altro che storie! In questo momento neanche ricordo quanti punti in classifica abbiamo noi. So, invece, perfettamente che il Siviglia ne ha 53. Buono il pareggio interno con il Barça. Ho tifato Eibar nella gara con il Getafe. E Madrid contro la Real Sociedad. Mi è spiaciuto che l’Atletico abbia battuto nel finale il Valladolid con una palla che era entrata in porta molto meno di quella di Muntari. Insomma, seguo la Liga, gufando le dirette concorrenti del Siviglia. Il tutto perché Suso possa finalmente coronare il sogno di giocare la Champions. Come si può accusarmi di Susofobia?
Arrivo alla partita un po’ perplessa per la scelta di schierare Bonaventura. Santa pazienza, non abbiamo nulla da chiedere a questo campionato. Dobbiamo semplicemente cercare di valorizzare i giocatori in rosa e capire chi possa essere da Milan. Non da grande Milan, purtroppo. Da squadra che abbia un senso compiuto e che intraprenda un progetto per diventare competitiva. In quest’ottica come si può far giocare un Jack a fine contratto e lasciare in panca Paquetà? E, volenti o nolenti, bisogna provare a dare spazio pure a Leao, visto quanto l’abbiamo pagato. La mia insoddisfazione sfocia in un pensiero fulminante. Se la nostra presente stagione e troppe di quelle precedenti fossero una serie Tv, ogni puntata inizierebbe con: “ Nelle minchiate precedenti.” Ciononostante alle 19.30 precise sono lì, come sempre, per il fischio di inizio. E’ la mia maledizione. Non riesco a staccarmi dal Milan.
Iniziamo bene. Prendiamo in mano le redini della partita. Si vedono perfino commoventi cenni di pressing alto. Permane quel senso di mancanza di cattiveria, di robusto pragmatismo, di sana incisività. Ci perdiamo spesso nell’ultimo passaggio. Quando andiamo al tiro, impegniamo Gabriel in parate belle, sì, ma non impossibili. Arriviamo finalmente al gol con Casti che allarga la gambina sul cross radente da destra di Calha. Il nostro è il più meritato dei vantaggi. Io un minimello esulto, eh! Poi le solite titubanze, con palle perse banalmente. Non riusciamo a farci raggiungere prima della fine del tempo, perché al Lecce viene annullato un gol per un fuorigioco millimetrico. Ci riproviamo quando un loro rilancio lungo trova tre dei nostri alle prese con un solo attaccante. Ebbene, la spizziamo di testa, mettendo il Leccese davanti a Gigio. Bah! Bellini ma acerbi. Ceno velocemente e mi rimetto in poltrona per il secondo tempo. Mi arrabbio di brutto sul vergognoso rigore fischiatoci da quel meschino antimilanista di Valeri. Non si può continuare ad andare avanti a furia di soprusi, sberleffi arbitrali, senza ribellarci mai. Ma che razza di Società invertebrata abbiamo? Com’è possibile che nessuno senta mai la necessità di impugnare il microfono e pretendere vigorosamente rispetto? La mia rabbia è solo temperata dall’immediata doppietta di Jack e Rebic. Davvero gagliarda e generosa la partita di Ante, che ho già perdonato per l’episodio di Torino. Resta il fatto che Valeri ha provato ancora una volta a non farci vincere. E questo non mi va giù. Bello il gol di Leao, che si catapulta di testa sul cross di Conti da centravanti vero.
E adesso aspettiamo la Roma. Ancora 11 partite da giocare in tempi ravvicinati, per finire questo ennesimo disgraziato campionato. Non fosse che per un’indispensabile questione di turnover, Paquetà giocherà, eh! E pure Leao. Poi un Mercato che mi spaventa e il gufare contro chi so io in Europa. Getafe, scusami se ho tifato per l’Eibar. Avrò presto l’occasione per riscattarmi e fare un sano e robusto tifo per te. Spero che il Siviglia mi dia qualche soddisfazione. Uomo Rangnick, vuoi arrivare sì o no? Se avessimo una Società un minimello interessata ai nostri risultati sportivi, avremmo fatto da tempo pelo e contropelo a Nicchi. E sicari alla Valeri dovrebbero stare più attenti. Ciao, Pierino. Forza Alex!
Chiara
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