L’onda lunga

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Mamma mia, che Napoli! L’abbiamo scampata bella. L’onda lunga dell’ebbrezza post Gobbi si è infranta contro uno scoglio partenopeo. Facendosi male. Ma non malissimo. Il pareggio è un buon risultato, anche se la Roma ha vinto. E non poteva esimersi dal farlo a Brescia. Quattro punti sono un bel solco, ma non un divario insuperabile. A patto di giocare bene. E, purtroppo, è stato il gioco a latitare al S. Paolo. Un’impressionante caterva di passaggi sbagliati. Una lentezza esasperante nel far partire l’azione. Insomma, un grosso passo indietro di fronte a un Napoli che si è mostrato più forte di noi. Comunque non buttiamoci giù. Cerchiamo di recuperare energie, magari alternando gli uomini, perché siamo comprensibilmente stanchi. Guardiamo avanti. Io, invece, vado indietro. Torno ai giorni scorsi, quelli della dolce onda lunga.

Io ti penso, Zlatan.

Parrà strano, ma credo di pensare a Ibra più io che la di lui moglie. Non fatelo sapere al mio Orrendo, per favore, che poi mi diventa geloso. L’onda lunga dell’emozione in salsa gobba trova la sua piacevole risacca il Giovedì sera. Poco mi interessa di quel che è accaduto il Mercoledì. Il Napoli non è un nostro competitor. La Roma, invece, sì. Certo, mi ha infastidito il chiaro rigore non concesso al Parma. L’ineffabile Fabbri è andato al Var, proprio come successe al Gobbentus Stadium. E, come allora, ha negato l’evidenza. Bah! Uno così non dovrebbe più arbitrare. Sbaglia chi dice che non è cambiato niente, perché siamo ancora settimi. L’ostacolo più difficile era il nostro. E, quindi, le distanze inalterate possono andar bene. Archiviata la Roma, il mio interesse si sposta su Verona e Siviglia. Scaligeri in repentino vantaggio! Bene. Poi segna anche il Bilbao. No! Faccio zapping tra le due partite. Certo, Lopetegui, mettendo Suso dall’inizio, te le vai a cercare, eh! Il primo tempo finisce con questi risultati. All’inizio della ripresa gli Orrendi piazzano due ganci. Mi trasferisco definitivamente in Spagna. Ancora in campo Suso. Speriamo bene. Il mio cuore palpita al fianco dei ragazzi andalusi, che non ce la fanno a pareggiare. Ma sale in cattedra Banega, uno che, secondo me, non ha fatto una carriera degna delle sue grandi doti tecniche. Una splendida punizione si insacca per la mia gioia. E poi un meraviglioso cross pennellato per la testa di un compagno. Siviglia in vantaggio. Sì! Non è ancora fatta, comunque, perché l’Atletico tenta di reagire. Però siamo messi bene. Si sa mai che le belle notizie arrivino in coppia… Pigio il telecomando.

Mica vero che vedo il replay del gol di Veloso? Ma vai! Ed è pure meglio che il Verona non vinca. Così ci resta a una certa distanza. Seratina niente male, dai! La Lazio le busca da un bel Sassuolo, dopo essere passata in vantaggio. E’ proprio crollata. Non ho sensi di colpa per averla battuta. Non avrebbe comunque impensierito i Gobbi. Una grande Atalanta viene raggiunta due volte dal dischetto da CR7, causa colpi di mano. Rigorello il primo. Davvero ingenuo Muriel nell’occasione del secondo, a pochi sospiri dalla fine. La Dea ha gettato al vento un’occasione molto ghiotta. La cosa mi spiace, ma non mi turba. Tanto lo scudetto sarebbe stato gobbo lo stesso. Io voglio essere felice almeno fino a domani sera, sperando di poter andare oltre.

Tu mi piaci, Simon.

C’è un tarlo che si insinua nell’onda lunga della mia felicità? Certo che c’è. Elliott, Gazzidis (nostri), l’uomo Rangnick non vogliono Ibra. Ma io sì! E anche Zlatan vorrebbe rimanere. La mia sensazione è che lui, guascone o non guascone, con le sue parole abbia fatto capire che resterebbe volentieri. Anche perché, ovviamente, non è appetibile per grandi squadre. Ma la Società non ci sente. E sbaglia, maledizione al secchio! Progetto giovani? Va bene, se sono bravi. Però ci vuole qualcuno che faccia da chioccia. Ibra è l’ideale. Carisma, personalità, professionalità non gli mancano. E’ appunto la sua personalità straripante a dare fastidio ad un allenatore che teme ostacoli alla sua leadership? Rifletti bene, uomo Ragnick. E comportati da persona intelligente. Se vuoi ottenere un successo personale e dare lustro alla tua immagine, devi riportare il Milan in Champions. Come puoi non capire che le probabilità di raggiungere l’obiettivo aumentano con Ibra in rosa? Zlatan è una persona seria. Un cultore del lavoro. Uno che pretende il massimo da sé e dagli altri. Un vincente che responsabilizza e galvanizza i compagni. E’ un uomo fondamentale in uno spogliatoio giovane come il nostro. Ivan, non ho una grande opinione di te. Se tu annunciassi il rinnovo di Zlatan, daresti un’incredibile iniezione di entusiasmo all’ambiente. Incendieresti i tifosi, imprimendo una svolta positiva al difficile rapporto che, per colpa tua, hai con loro. Come si fa a non capire concetti tanto semplici? E perché si tentenna sul riscatto di Kjaer per soli 3 milioni e mezzo? Ci rendiamo conto che abbiamo centrali del calibro di Musacchio, Duarte e dell’acerbo Gabbia? Non scherziamo, per favore. Occorre prendere un altro difensore, liberandoci di un paio di zavorre. E Simon va confermato! Non farlo sarebbe un crimine. Capito, Ivan?

Eh, Stefano….

Capitolo Pioli. Se tu, Stefano, appena arrivato avessi cambiato quel maledetto, melenso modulo di gioco ammazza centravanti, io mi sarei affezionata incredibilmente a te. Ma niente. Sempre la solita minestra Susocentrica, disgustosamente propinatami dagli altri allenatori. Causa nausea, mi sono addirittura rifiutata di scrivere, prendendomi un lungo periodo sabbatico. Chi ha riacceso la scintilla? Chi ha fatto spedire Suso a Siviglia, modificando il canovaccio tattico? Ibra! E io voglio Zlatan! Senza se e senza ma! Tu, Stefano, sei indubbiamente una persona gradevole. Più equilibrata di Giampaolo. Più serena di Gattuso. Le tue conferenze stampa si possono sentire a differenza di quelle degli altri due, per carità. Ma da te pretendevo in proprio il coraggio e la lungimiranza arrivati grazie a Ibra.

Che meraviglia il tuo gol, Theo.

Con tutto questo nel cuore arrivo alla partita. Non fare scherzi, Rino. La Roma ha vinto. Se dilatiamo il suo vantaggio, rischiamo di non prenderla più, visto anche il calendario. Il pareggio in extremis di Cutrone fa sì che il Verona non ci metta il fiato sul collo. Bene. La formazione mi piace. Stasera sarà dura. Francamente di Rino ora mi interessa ben poco. Mi metto davanti alla Tv con il mio fardello di paure e di speranze. Cappero, il Napoli domina il primo tempo. Il pareggio è un risultato immeritato, propiziato dallo splendido gol di Theo e dalle parate di Gigio. Peccato che la sua deviazione in tuffo sulla sulla punizione di Insigne, sfiorata da nugoli di teste, sia finita a rotolare lateralmente verso l’altro palo, trovando Di Lorenzo pronto alla facilissima imbucata. Una traiettoria davvero strana per la dinamica dell’azione. Sta di fatto che dobbiamo ringraziare il cielo, per essere 1 a 1. Abbiamo sbagliato una quantità infinita di passaggi, giocando davvero male. Molto, molto meglio il Napoli. Splendida la gemma di Theo. Vediamo se ci riprendiamo un po’ nel secondo tempo, dai. Ma ho una paura… Che brutto passo indietro sul piano del gioco.

La ripresa trova una donna tremebonda. Entriamo con Saele al posto di un deludente Paquetà. A dire il vero, però, hanno deluso tutti. Sembriamo un pochino più svegli, penso. Mal me ne incoglie. Pigliamo un gol sul quale Gigio non mi sembra ineccepibile. Il Napoli è meritatamente in vantaggio. Leao e Bonaventura sostituiscono Ibra e Calha. Non ho molte speranze di raddrizzare la partita. Invece…. Jack cade in area. Rigore! Mi pare generoso, ma non sono schizzinosa. Ti prego, Franck. Gooll!! Poi …patemi. Gigio buca un’uscita alta e sbaglia un rinvio. Ci mettiamo delle pezze. Saele si fa espellere per due falli in sequenza. Corretta la decisione di La Penna. Insomma, riusciamo faticosamente ad arrivare alla fine senza ulteriori danni. Il sospiro di sollievo per aver evitato la sconfitta si mescola con la delusione per la prestazione. Mi fa piacere la vittoria del Siviglia sul Mallorca. Ormai è Champions praticamente sicura. Pensiamo al futuro, dai. Quello prossimo si chiama Parma per noi. Verona per la Roma. Dobbiamo recuperare qualche punto, se vogliamo riacchiapparli. Però il futuro che più ci interessa è a livello societario. L’onda lunga della preoccupazione mi avvolge tutta. L’uomo Rangnick non si palesa, ma incombe. Ivan si palesa e inquieta. I Singer? Presenze diafane e non certo rassicuranti. Io resto convinta che la rosa non sia poi così scarsa. Ha bisogno di innesti giusti , inseriti al posto di qualche zavorra. Le zavorre non sono Ibra e Kjaer. L’onda lunga ci minaccia? Basta saper nuotare, per uscirne rinvigoriti. Ma noi abbiamo dei bravi nuotatori sulla plancia di comando? Ne dubito. Forza Milan!

Chiara

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Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.