Ehi, ragazzi, vi sentite schiacciati dall’insostenibile leggerezza dell’essere? Su con la vita! Che ridano poco gli Orrendi! Anche l’Udinese ci ha battuto. Però, per farlo, si è sfiancata così tanto che poi ha perso tutte le partite successive. Questi sono fatti. Non parole! I cuginastri, per domare il nostro bel giuoco veloce e ficcante, la nostra furia agonistica, hanno avuto bisogno di un gol fortunoso e di validità non cristallina. Non mi si venga a dire che hanno preso pure qualche palo e che Gigio è stato il migliore dei nostri. Questi sono dettagli insignificanti. Solo gente capziosa e in malafede può metterli in evidenza. Abbiamo lasciato inoperosi Musso e Silvestri. Joronen si è scaldato i guantoni solo negli ultimi 5 minuti. Perchè avremmo dovuto permettere ad Handanovic di mettere in mostra le sue qualità? Mica vogliamo valorizzare i portieri altrui, noi. Siamo della faine. Dobbiamo avere pazienza, si dice. La pazienza è la forza dei deboli. L’impazienza è la debolezza dei forti. Credo sia di Kant questo aforisma. Mica siamo forti, noi, suvvia! Quindi stiamo calmi e diamo a JP il tempo di portare avanti e perfezionare il suo progetto. Qual è questo progetto, di grazia? Quello di farmi imbestialire, perbacco.
Nel mio pre, disilluso e disincantato, mi sentivo come un pollo nudo davanti a uno spiedo. Non avendo perso, comunque, la voglia di fare la baluba, pensavo tra me e me: “ JP potrebbe sorprendermi, giocando con Suso falso nueve, supportato dai diligenti Casti e Borini.” Era una battuta, d’accordo. Mica vero, però, che abbiamo iniziato davvero con Jesus falso nueve e Piatek largo a destra? La cosa mi ha strappato un’amara risata. Almeno c’è Leao, dai. Deo gratias. Biglia e non Bennacer? Il Maestro ne saprà più di me, no? RR e non Theo? Il reprobo Paquetà in panca? Come sopra. Per carità, io so che siamo inferiori agli Orrendi. Capisco che i problemi grossi stanno in una proprietà che in realtà è un advisor, temo di sapere di chi. La flebile speranza di tornare grandi risiede nell’arrivo di un acquirente serio. D’accordo. Gradirei, però, che la rosa venisse gestita in modo da rendere al meglio delle sue possibilità. A torto o a ragione, non la ritengo poi così scarsa. Credo, invece, che sia molto scarsa la guida tecnica. Paquetà e Piatek per molti ora sono giocatori modesti. Io non la penso così. Temo che li stiamo rovinando. I nuovi non sono migliori dei vecchi, dicono in tanti. Per me non è vero. Certo che, se si continua a preferire RR a Theo, Biglia a Bennacer, Suso a tutti. Se Paquetà, Leao, mica male la sua prima, e Rebic devono continuare a scaldare la panchina, non venitemi a dire che siamo lenti e mediocri per costituzione. E non stupitevi, se io non apprezzo un allenatore, che pure avevo accolto a braccia aperte. Speravo e credevo in lui. Come non detto. Ho dovuto ritirarmi con dolorose perdite. Sarà pure un mio limite, ma non capisco proprio quale sia il suo raffinato progetto. Lui esalta chi non sopporto. Bastona, avvilisce, demotiva chi mi piace. Quale tempo volete mai che io sia disposta a concedergli? Secondo me JP può usare il tempo solo per fare altri danni, purtroppo.
Difficile parlare di Milan, oggi. La cosa provoca troppa sofferenza. I nostri dirigenti, come sempre, si defilano. Ma io no, perché sono una donna forte, tetragona ai colpi dell’avverso destino. Vi parlerò di Milan……Kundera. Occhio, perché presto potrei intrattenervi anche con ricette culinarie o discorsi profondi sulla Meccanica Quantistica. Sulla tomba di Heisenberg, uno dei suoi padri fondatori, sta scritto questo epitaffio. “ Giace qui da qualche parte.” Il riferimento è al Principio di Indeterminazione. Principio che riguarda anche noi. Essendo molto ridotta la nostra velocità, è piuttosto facile captare la statica delocalizzazione degli uomini sul campo. State in campana e rifuggite dai miei articoli. Sono arrivata quasi al punto di rispolverare la faccenda della colonia penale. Di che roba si tratta? Ve lo dico, magari, la prossima volta. Sono un po’ a disagio, perché non si tratta di una storiella particolarmente fine. Tempo al tempo. Dobbiamo darne a quel sottile stratega di JP. Quindi me lo prendo anch’io. Ma torniamo a parlare di noi. Cioè di Milan… Kundera. Il suo libro più famoso è “ L’insostenibile leggerezza dell’essere”. Ne prendo quel che più mi interessa. Per esempio, il richiamo alla teoria dell’eterno ritorno di Nietsche. Quello che abbiamo passato lo rivivremo nel futuro. La vita ha un senso circolare. Come no? Speranze, illusioni per la fine del Giannino e poi mi ritrovo esattamente allo stesso punto. JP come Gattuso. Come Montella. Le sensazioni trasmessemi dal campo sono esattamente le stesse. Un incubo che si ripete. Scrivo pezzi che avrei potuto scrivere uno, due o tre anni fa. Già, la teoria dell’eterno ritorno. Ma non è che possiamo tornare anche ad essere grandi come un tempo? No, eh.
Dobbiamo aspettare un acquirente vero. Nel frattempo non potremmo avere un allenatore, un Direttore tecnico capaci, che vedano di schierare una formazione sensata? Che non ritengano Suso il perno della squadra e cerchino di mettere nelle condizioni migliori i più bravi, invece di bacchettarli, sfiduciarli e frustrarli? No, eh! La vita è essenzialmente vuota, pensa Milan Kundera. Quindi bisogna viverla con frivolezza. Però una vita affrontata con leggerezza, senza responsabilità, è incompleta. E’ questo il paradosso dell’insostenibile leggerezza dell’essere. Allora cosa si può fare per essere felici, maledizione al secchio? Noi tifosi del Milan potremmo staccare dal calcio. Ma non ce la facciamo. Credete che a Torino JP schieri una squadra diversa, panchinando Suso e dando spazio ai nuovi? Se sì, siete degli illusi. Anche se lo facesse, poi, sarebbe su input della dirigenza. Ma lui non crede in Bennacer, Theo, Paquetà , Piatek, Leao, Rebic, Krunic. Crede solo in Suso. Quindi andrebbe contro natura, con il dente levato e non infonderebbe fiducia alla squadra. Tutt’altro. Aspetterebbe prestazioni negative, per poter tornare alla sua formidabile idea di formazione e di calcio. Bah! A me sembra che qualunque altra squadra, ma proprio qualunque, eh, giochi meglio di noi. Ho le traveggole? Dimmelo tu, Kundera, che hai un bel nome. Mi piacerebbe affermare che chiudo con il Milan. Il mio fegato mi ringrazierebbe. Però so che non ce la farò. E’ difficile recidere il cordone ombelicale con qualcosa che mi è entrato nell’anima da quando non avevo neppure l’età della ragione. Guarderò la partita di Torino. Appuntamento a Venerdì con la colonia penale o con qualche ricetta. Quelle di JP mi disgustano.
Chiara
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