Pietre e Paoli

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Passano i giorni, le settimane. E noi siamo sempre qui, a vivere al condizionale. Intendiamoci, siamo degli esperti in materia. Abbiamo vissuto al condizionale ai tempi del closing più lungo, tribolato, suggestivo, anomalo, singolare dell’intera storia del calcio. E quanti condizionali si sono sprecati sui problematici arrivi degli assegni di zio Yongo? Adesso dobbiamo affrontare delle bazzecole. Dunque, Giampaolo dovrebbe essere l’allenatore. Paolo Maldini il Direttore tecnico. Boban il vice Ivan con mansioni specifiche che non ho ben capito. E il DS? Bah! Sembrerebbe tramontato Tare, incapace di sottrarsi al maliardo fascino di Lotito. Qualcuno, comunque, si troverà. Che fretta c’è ? In fondo il Mercato si fa gli ultimi tre giorni. Condor docet. E al 31 Agosto manca parecchio tempo. C’è qualche burlone che quasi quasi rimpiange i tempi del doppio AD. Con tanto di Maiorino a tessere allettanti, succose trattative per l’acquisto di campioni. Io, da parte mia, ho sviluppato una robusta idiosincrasia per gli AD zero criniti. Ivan, va’ subito da Cesare Ragazzi, per favore. Che dire? L’anno scorso la nuova Società era appena arrivata e non si poteva pretendere troppo. E’ ovvio che ci voglia del tempo per impostare delle strategie. E’ passato un anno. Dov’è la programmazione? Ecco, a me sembra latitare un briciolino, con tante caselle dell’organigramma societario ancora vuote al 10 Giugno. E la cosa mi preoccupa un tantinello.

Certo, sono messi peggio gli Orrendi. Tempo fa avevo due sogni: Conte e Barella. Loro li hanno realizzati. Non leggono Oscar Wilde. Non sanno, i tapini, che la vita è troppo breve per sprecarla a realizzare i sogni degli altri. Ma torniamo a noi. Precisamente ai nostri Paoli. Uno è anche un po’ Gian. Mi piacerebbe Giampaolo? Io avrei preferito il Gasp. Però non sono una schizzinosa. Quindi rispondo con un bel “ Sì!” Si può dire quel che si vuole sul Giampa. Il suo non è il curriculum di un top. Nessun top, d’altra parte, verrebbe da noi. A me farebbe semplicemente piacere avere in panca finalmente un allenatore vero e non un improbabile aspirante di scarso talento. Quanto a Maldini, il suo primo anno da dirigente non mi ha certo entusiasmato. Vogliamo dargli tempo? Va bene. A patto che si decida, però. Certo la faccenda del Milan ai Milanisti mi ha stancato. Io vorrei il Milan in mano a persone competenti. San Pietro e San Paolo mi perdoneranno. Noi abbiamo, anzi avremmo, i nostri Paoli. E anche le nostre pietre. Ce le tirano addosso praticamente tutti. Ivan, non pretendo che tu possieda la pietra filosofale capace di trasformare metalli di bassa lega in oro. Capisco le grosse difficoltà in cui ti dibatti. I parrucconi dell’Uefa hanno sospeso la sentenza in attesa dell’esito del ricorso al Tas. L’abbiamo presentato sei mesi fa e neppure risulta ancora calendarizzata un’udienza in cui venga discusso. La cosa è strana e, forse, non negativa. Non possiamo vivere sotto la continua spada di Damocle di sanzioni, che, essendo inerenti a trienni, di volta in volta si pronuncino su bienni già “ puniti”. E’ un’aberrazione giuridica. Come stiamo ad avvocati belva? Dai, che si scatena anche il City. Ivan, tu sarai pure un managerone, per carità. Il calcio, però, è un’industria che non può prescindere dalla cura degli aspetti tecnici. Fossimo entrati in Champions, la prospettiva economica sarebbe molto migliore. Non solo per i soldi vivi della manifestazione ma per l’appeal sugli sponsor.

Perdonami, Ivan, che sponsor ci hai portato tu? Si può fare qualcosa di buono anche con mezzi economici non eccezionali. Bisogna essere bravi. Niente campioni, d’accordo. Non possiamo permettercelo. Occorre saper vendere bene. Vanno fatti un’attenta analisi delle risorse tecniche a disposizione e un sensato progetto insieme all’allenatore e al DS. Nel nostro caso anche con Maldini e Boban. Forse. Perchè noi viviamo al condizionale. Qualche anima candida, preoccupata per le sorti della lingua italiana, dice: “ Allarme congiuntivo. La situazione è grammatica.” Che ce frega? Noi c’abbiamo il condizionale! A me Zvone piace un sacco. Più di Paolo, per dirla tutta. Non ti sembra che i dirigenti sarebbero un po’ troppi? Monte stipendi oneroso e rischio di conflitti nel momento di prendere le decisioni. Mi fa sorridere chi parla del 4-3-1-2 come di un modulo obsoleto. A me sembra obsoleta questa opinione. Tutto dipende semplicemente da come sei messo. Nel nostro caso liberarci di Suso per prendere un’ala vera non basterebbe. Ne servirebbe anche un’altra a sinistra. E che ne sarebbe di Paquetà e Calha, che io continuo cocciutamente a ritenere un buonissimo giocatore? Lucas lo vedo trequartista. Hakan sua riserva o centrale di centrocampo. Ma qui andrebbe messo alla prova nelle mani di un allenatore capace. Giampa, secondo me, lo è. A mio parere, con lui in panchina saremmo arrivati in Champions. Atletico disposto a pagare la clausola rescissoria di Suso? Magari! Io, però, non ci credo. Sarei comunque disposta a concedere un corposo sconto. Gigio? Mi spiacerebbe un sacco perderlo. Lo ritengo un grandissimo portiere. Ma, con la morte nel cuore, lo venderei per non meno di 80 milioni di totale plusvalenza. Non prima di aver acquistato un sostituto. Magari Sirigu , che potrebbe arrivare dal Torino, insieme a un robusto conguaglio, per Cutrone. Muriel? Perchè no? Perin? No, grazie. I Gobbi ci diano qualcosa e noi gli cediamo Reina. Scambio André Silva Schick? Lo farei. Una quarantina di milioni la valutazione dei ragazzi e belle plusvalenze per entrambe le Società, considerando gli ammortamenti. Il centrocampo? Eh, be’. Liberatici dalle zavorre Montolivo, Bertolacci e Josè Mauri e perso il mio Baka, qui bisogna investire, e bene, per forza, se non per amore.

Io avrei rinnovato , a cifre umane ovviamente, a Zapata. Non avendolo fatto, serve un centrale di difesa. Spero tanto nel pieno recupero di Conti e Caldara. Nel ruolo di terzino sinistro non vorrei più vedere il compassato e macchinoso RR. Nemmeno in fotografia. Esattamente come Suso. Poche parole sullo straziante addio di Montolivo. Ti senti ferito, Riccardo? Mi spiace. Ma consolati. Non ti sono state inferte ferite nel portafoglio. Hai esercitato i tuoi diritti, per carità, grazie al pazzesco contratto che ti aveva firmato il tuo amico Condor. Trattare una robusta buonuscita e toglierti dalle scatole non avrebbe aggiunto niente alla tua mediocre figura di calciatore. Ti saresti, però, regalato una migliore considerazione sulla tua dimensione di uomo. Addio, peggior capitano della Storia del Milan. Non chiedetemi nulla sulla Nazionale o sulla Nations League. Non ho visto niente. Sono in modalità astensione dal calcio. A questo mi ha ridotto il Milan. Contro di me sento tirare solo pietre. E i miei Paoli sono in stand by. Certo, la speranza è l’ultima a morire. E basterebbe poco per rialzare il morale. Vivere sempre al condizionale provoca frustrazione e depressione. I dubbi sulla natura e la consistenza della proprietà sono forti. Rischio di perdere anche la forza di criticare. La critica è una spazzola che non si può usare su stoffe leggere, perché porterebbe via tutto. Purtroppo a me i Singer e Ivan sembrano stoffe leggerissime. Fatemi cambiare idea, per favore!

Chiara

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Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.