Pioppi e scarafaggi

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Pum! Pum! Pum! Pum! In alto i cuori! Abbiamo rifilato quattro pappine al Venezia! Ma dai! Si può non essere felici dopo una vittoria così roboante? Sì. Si può. Ne ho le prove. La prova sono io. Ma non faccio testo, visto che non sono una vera tifosa. Carristi al titanio, tranquilli. Fate a meno di impormi dei divieti. La cosa è inutile, perché io sui vostri carri non ci salgo. Manco morta. Siete entusiasti per questo magnifico risultato? Fatti vostri. Vi piace questa sottomarca di Società? A me repelle. E non posso nemmeno dire, come faccio di solito, de gustibus… De gustibus un cappero, visto che questi sciacalli bastonano il Milan e, di conseguenza, anche me. Certo, i tre punti che danno una boccata di ossigeno alla nostra esangue classifica, fanno in modo che sia un pochino meno esacerbata rispetto ai post partita precedenti. Solo un filino, però. E forse neanche quello. I ragazzi ci hanno messo un po’ più di animus pugnandi. Ma i problemi di una fase difensiva da brividi restano inalterati. Anche il Venezia si è creato le sue occasioni. Temevo che Pohjampalo il palo ce lo ficcasse non so dove. Non è successo. Però…. All’orizzonte si stagliano le sinistre figure del Liverpool e degli Orrendi. Aiutooo!!!!

Il mio Sabato? Non è dei migliori. Rimugino sulla conferenza stampa di Fonseca. Mamma mia, che allenatore del cappero. Rispetta le opinioni di Sarri e Boban, per carità. Ma lui ha le sue idee e queste segue. Poco male, se non fosse per un piccolo particolare. Sono idee dell’ozzac! Vuoi continuare a prendere caterve di gol come il tuo illuminato predecessore, immolandoci sull’altare del maledetto 4-2-3-1? Siamo passati da un asino a un somaro. Grazie, Società. Pure il comunicato della Sud mi ha irritato. Dai, che finalmente cominciano a contestare, mi dice qualche amico. Figuriamoci, dico io. Siamo a un bivio. La colpa è di tutti e bla bla bla. Aspetteranno il pullman all’ingresso di S. Siro. Io non voglio contestazioni alla squadra. Voglio contestazioni alla Società! Voglio che dentro allo stadio ci siano striscioni del tipo “ Gerry out!”, “ Furlani, datti fòco!”. Scommettiamo che non ci sarà niente di tutto questo? Infatti…. Mi viene in mente la splendida intervista di Boban. Sei un grande, Zvone! Ti voglio bene. Mi narrano di un Pellegatti che comincia ad avanzare qualche garbata critica alla nostra perla di Società. Ma dai? Starà mica iniziando una sorta di metamorfosi in scarafaggio. Kafka ci fa un baffo. Già, scarafaggi, ipse dixit. Ehi, Carlo, menestrello di ‘sta ceppa, gli scarafaggi come me restano molto diffidenti nei confronti di aedi e cantori del nulla. Non hai presenziato alle ultime conferenze stampa, perbacco. La cosa è causa o effetto del fatto che nel tuo cervello, prima in tutt’altre faccende affacendato, abbia cominciato a fare timidamente capolino qualche dubbio? Bah! E’ più probabile che tutto torni…. more solito.

Il vacanziere imperterrito non rientra. Davvero risibile il discorso che abbia impegni di lavoro presi prima di legarsi a Gerry nostro. Ci pigliano proprio per scemi. In questo modo, però, offendono la loro intelligenza. Non certo la nostra. Non sarà che il consulente di ‘sta ceppa sia ai ferri corti con qualcuno? Magari con uno alto un metro e un’oliva? Bah! Nel mio tumultuoso Sabato mi trafigge la mente anche la questione stadio. D’accordo, siamo in Italia e le faccende burocratiche sono montagne impervie da scalare per chiunque non si chiami Agnelli, ça va sans dire. A maggior ragione lo diventano per la nostra banda di speculatori non propriamente aquile e dal braccino corto. Io mi aspettavo un’evoluzione del genere, perché ho imparato dolorosamente sulla mia pelle che questi sono capaci di tutto. Ricordo bene le voci su una telefonata dell’ecclesiastico a Zhang, per proporgli uno stadio condiviso. Peccato che Zhang fosse più squattrinato di lui. Così adesso ci riprova con Oaktree. Non c’è niente di strano, purtroppo. Grrrr……

Capite bene che, con tutti questi chiari di luna, io sono un mare in tempesta. Non quella del sagrestano dell’ecclesiastico, eh! In più ci si mettono altri eventi negativi. Guardo il Mantova a Bari e il Milan Futuro con l’Ascoli. Due partite giocate malissimo e perse per 2 a 0. Ora, pur avendo un buon carattere, come fa una a rimanere serena? Non è possibile, dai. E allora la malnata si trasforma in un tremendo temporale estivo. Tuoni e fulmini come non ci fosse un domani. Le viene in mente “ La mia sera” del Pascoli.  Le tremule foglie dei pioppi trascorre una gioia leggiera. Nel giorno, che lampi, che scoppi! Che pace, la sera!”. Figuriamoci… Per me anche la sera sarà terribile, caro Giovanni. Altro che pace. Attenzione a Pohjampalo! Mi piace l’idea del palo di pioppo. Mi ricordo della scena in cui Matuggia, il sagrestano, tirò le corde delle campane, scatenando un diluvio di petardi. Don Camillo impugnò un palo di pioppo, per andare a discutere amichevolmente della faccenda con Peppone. Ma venne fermato dalla voce del Gesù, alla quale lui con beata innocenza rispose. “ Ma non è mica di noce, Signore. E’ leggero, morbido. E’ di pioppo…” Ecco, io, che non sono un tipo becero, prenderei con garbo un palo di pioppo. Mica di noce, eh! E, con questo, massaggerei volentieri le zucche e le schiene di Gerry, Furlani e compagnia cantante. Che bella idea. Pioppi e scarafaggi sono un’ottima accoppiata. Quasi quasi ne faccio il titolo del pezzo.

Je suis Paolo Maldini. Je suis Zvone Boban.

E arriva la partita. Che dire? Segniamo subito sull’asse dei reprobi Theo e Leao, insomma di quelli che sono il vero problema del Milan. Poi il Venezia si fa pericoloso più di una volta. E’ il solito discorso. Quando gli altri, qualunque sia il loro livello tecnico, prendono palla, noi tremiamo. Abbiamo sempre la sensazione che possano farci gol, perché la nostra fase difensiva è orripilante. Con avversari modesti, magari, non paghiamo dazio. Ma cosa accadrà con Liverpool e Orrendi? Lo diceva Einstein, mica io. “ Follia è fare sempre la stessa cosa, aspettandosi risultati differenti”. Spiegaglielo a Fonseca, Albert. Il genio non sa rinunciare a sbilanciare la squadra. E’ pur vero che il centrocampo è costruito male. Altro che Mercato fatto bene dalla Società, curva dei miei stivali. A me sarebbe bastato che dal Tottenham avessero preso Hojbjerg, cioè è un centrale di centrocampo, invece di quel simil giocatore scarso di Emerson Royal. Mi sarei tenuta stretta Kalulu e poi avrei voluto un terzino sinistro italiano come riserva di Theo. Mi sarebbe andato bene Augello. Pure Valeri. Mica chiedevo la luna. Ma questi fanno sempre tutto alla rovescia, assecondati da allenatori scelti in base al criterio che costano poco, essendo asini come loro. Insomma, siamo alle solite. Io parole di fuoco, loro botte da orbi. Come volete che me la possa prendere con Theo per il gesto dopo il gol? Sì, ha sbagliato. Ma lui vive un disagio profondo come il mio. E io lo comprendo alla perfezione. Se non si fosse capito, visto che sono criptica nell’esprimere le mie opinioni, in quanto ho paura di espormi, dirò una cosa. Sto con Theo, Leao, Magic, perché vedo più milanismo, pur se frustrato e mortificato, in questi ragazzi che nella nostra sottomarca di Società e, purtroppo, anche in tanti tifosi. Loro, come me, sono degli orfani di Maldini. Dei discorsi perfettini, seriosi e vuoti, delle critiche che sicuramente riceverò francamente me ne infischio, come disse Rhett Butler. Anzi, le desidero feroci, per potermi sfogare da par mio in risposte al fulmicotone. Il mio problema è solo uno. Domani non sarà un altro giorno, cara Rossella O’Hara. Domani, purtroppo, sarà un giorno buio come tanti altri trascorsi nelle mani degli sciacalli. Guarderò la partita con il Liverpool. Non il derby. Datemi pure della vigliacca, che avete ragione. Domenica andrò a cena in un ristorante dove non ci sia la televisione. Mi metterò in modalità cellulare spento. Non sarò in alcun modo testimone della mattanza. Andatevene, maledetti, incapaci speculatori che tenete in ostaggio il mio Milan. Scarafaggi di tutto il mondo, munitevi di pali di pioppo! Je suis Paolo Maldini. Je suis Zvonimir Boban.

Chiara

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Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.