Va bene tutto. Ma a tutto c’è un limite. Ed io il mio l’ho abbondantemente superato. L’ultimo nostro bollettino di guerra registra un ennesimo caduto : Romagnoli. Quando ho sentito parlare di contrattura, di rientro precauzionale, mi sono detta: “ Firmerei per recuperarlo in un mese.” Come da dolorosa prassi , la prognosi di un mese è poi arrivata. E allora adesso me ne aspetto almeno due. E’ possibile essere ridotti così? Certo, si può incolpare il destino cinico e baro. E una componente di scalogna c’è , per carità. Io, però, devo reprimere un impulso insano. Mi duole fare una confessione. Incendierei le strutture di Milan Lab, dopo aver messo in precipitosa fuga i componenti dello staff medico e atletico. Non riesco a credere che una simile ecatombe sia attribuibile al caso. Non avessi dei potenti freni inibitori, passerei ai disonori della cronaca come novella Erostrata. Perchè? Perchè Erostrato era il pastore greco che incendiò il tempio di Artemide per il semplice gusto di essere ricordato nella Storia. Ecco, io avrei motivazioni diverse. Ma cosa combinano a Milanello, per avere più infortunati gravi che gente sana? Cosa, maledizione al secchio? Non sono una tipa superstiziosa o fatalista. Penso che per un gatto nero sia bruttissimo farsi attraversare da una macchina. E che il più sfortunato degli uomini sia colui che si crede sfortunato. Fossi nella proprietà o nella dirigenza, avrei già messo in piedi un chiaro e deciso confronto con i responsabili tecnici, atletici e medici. Le situazioni anomale hanno sempre delle cause razionali. Non è facile, ma bisogna cercarle, trovarle e rimuoverle. Occorre parlare di capacità e competenze. Tirare in ballo sempre e solo la mala sorte porta al baratro. E noi ci siamo maledettamente vicini.
Come volete possa interessarsi alla Nazionale una povera disgraziata perennemente alle prese con i suoi infortuni quotidiani? Gli altri tornano indietro per qualche acciacco vero o presunto e sono belli pronti per la partita successiva. I nostri sembrano pronti per la tumulazione. Come fa una a non imbufalirsi? Caro Erostrato, tu mi hai dato una buona idea. La scarto a malincuore. Bisogna, comunque, andare avanti. Ipotizzare una formazione per la gara con la Lazio non è particolarmente stimolante. E c’è pure una spada di Damocle. In quali condizioni rientreranno Calha e Kessie, che avevano giocato le ultime partite solo grazie ad infiltrazioni? Perchè li abbiamo concessi alle loro Nazionali? Perchè? D’altra parte da noi saltano crociati e polpacci pure negli allenamenti di rifinitura…. Pazzesco. Lasciamo perdere, va. Altrimenti ci rimetto pure il fegato. Immobile è rimasto a secco in Nazionale. Alzi la mano chi pensa che non si rifarà con noi. Vedo tutte le mani giù. Come mai? Su, in alto i cuori. Zapata, per il momento, è sano. E abbiamo Simic. Il nostro fine stratega sta pensando anche a una difesa a tre con RR e, Dio mi perdoni, Abate. Io lascerei perdere e mi affiderei al ragazzo ceco. Abate, se proprio devo, lo metto terzino destro. 4-2-3-1, con Baka, Kessie, Suso, Calha, Casti e Cutrone. E che gli dei ce la mandino buona.
Spero di non vedere anche a Roma in modo ossessivo quello che, purtroppo, è per me l’assurdo marchio di fabbrica del nostro gioco. Cioè la stomachevole serie di insulsi retropassaggi. Mi fanno imbestialire. Sento parlare, per quel poco che vale, di una voce su Gasperini per l’anno prossimo. Siccome io al Gasp avevo già pensato in proprio, il mio commento non può essere che: “ Magara!” Il fatto è che ho una voglia matta di vedere il Milan giocare un calcio semplice, arioso, verticale. La cosa non mi capita da anni e annorum e io viaggio in una pericolosa crisi di astinenza. Lavorare in un grande club è diverso che farlo con Genoa e Atalanta. Le pressioni, l’assoluta necessità di fare risultati può stritolare chi è abituato a piazze diverse. Tutto vero. Noi, però, non possiamo percorrere la via dei campioni o degli allenatori affermati, che qui non verrebbero. E allora cerchiamo di cambiare prospettiva.
Un uomo, fermo ai lati della strada, vede una macchina che va a 100 Km/h. Ne arriva un’altra che sfreccia a 120 Km/h e la supera. Per il pilota della prima auto quello della seconda viaggia a 20 Km/h. Tutto bene. Il buon senso è soddisfatto dalla Meccanica newtoniana. Vacilla, invece, con l’elettromagnetismo. Nelle sue equazioni, infatti, compare una costante. E’ “c “, la velocità della luce. 300Mila Km al secondo. Già, ma in quale sistema di riferimento? Quello di chi è fermo sul ciglio della strada o quello del primo autista, per rifarmi all’esempio precedente? Secondo la logica galileiana è impossibile che sia la stessa per tutti e due. Si presenta, però, un grosso problema. Allora le equazioni dell’elettromagnetismo, a differenza di quelle di Newton, valgono solo per un sistema di riferimento privilegiato. Quello dell’etere, si disse. Einstein non accettò questa strana asimmetria. La velocità della luce deve essere la stessa per tutti i sistemi di riferimento inerziali, pensò. Quindi a cambiare da uno all’altro, devono essere gli spazi e i tempi. Ecco la Relatività Ristretta. Dove voglio andare a parare? Be’, io non mi accodo al coro di profonda riprovazione per il reo confesso Higuain. Non seguo la leggenda della maledizione del numero 9. Faccio una semplice riflessione. I nostri centravanti, chi più, chi meno, a seconda delle proprie capacità, sono stati e sono in costante difficoltà. Assodato questo inoppugnabile dato di fatto, non si dovrebbe cambiare l’angolo di visuale e quindi sistema di gioco? Se Einstein fosse in panchina o avesse comunque un ruolo importante in Società, lo farebbe. E non solo Einstein, credo. Possibile che Milanello e il Portello siano sempre avvolti dall’etere?
Già, ma è Higuain che vuole andarsene. L’ha detto pure Brambati, che conosce suo fratello Nicolas. E’ un reprobo come Bonucci. Sciò! Io, invece, cambio la prospettiva. Visto che al momento ci possiamo permettere pochissimi campioni, non sarebbe meglio tentare di tenerceli, magari elaborando un progetto tecnico assennato in cui siano in grado di esprimersi al meglio? Mi sembra chiaro che Higuain sia decisamente migliore dei centravanti precedenti. Vogliamo ridurre anche lui a una pippa? E’ troppo nervoso. Vero. Ci ha lasciato colpevolmente senza di lui con Lazio e Parma. Verissimo. Multiamolo. Va bene. Lapidiamolo. No! Tutti possiamo capire, al di là di quello che sanno solo i ben informati, che Gonzalo non si trovi divinamente da noi. Uno con le sue capacità tecniche e la sua voglia di vincere starebbe meglio in un club più forte. Poche storie, è così. Ha sofferto molto il fatto di essere stato scaricato dai Gobbi. E il Chelsea non l’ha voluto. Per questo è venuto da noi. Prende uno stipendio faraonico. Purtroppo, nella situazione in cui siamo, dobbiamo pagare anche una sorta di spread. E allora? Affrontiamo la situazione con calma e lucidità. Abbiamo bisogno di Gonzalo. E lui di noi. Responsabilizziamolo e mettiamolo in condizione di avere palle giocabili, di fare dei gol. Se deve sempre tornare indietro per prendersi qualche pallone, non lo aiutiamo e non ci aiutiamo. E, secondo me, al di là di ragioni perfettamente comprensibili, non ci aiutiamo neppure crocifiggendo Donnarumma. Gigio, a mio parere, pur con i suoi errori, è di gran lunga il miglior portiere diciannovenne al mondo. Ha dato un contributo fondamentale, dobbiamo ricordarlo, nei successi con Genoa e Udinese. Non “tafazziamoci”, per favore.
La Nazionale ha giocato un buon primo tempo e una brutta ripresa. Prevedibili i fischi e gli insulti a Bonucci, ai quali io, peraltro, non mi associo. Lui, comunque, è il passato. Dobbiamo pensare al presente e al futuro. Meno prevedibili , invece, i cori sgradevoli sui rinvii del portiere avversario. Andare a rimorchio di brutte abitudini dei tifosi gobbi mi sembra francamente molto stupido. Tornando a Gasperini, è un allenatore che mi piace. Uno di quelli che, secondo me, insegnano calcio. Sia chiara una cosa, però. Se io lo prendo, è perchè credo lui. So che non gli posso regalare una rosa eccezionale e metto in preventivo le difficoltà dovute anche all’inesperienza di grandi palcoscenici. Parlo approfonditamente di gioco e di uomini, costruendo un progetto tecnico e concordando un Mercato adatto per realizzarlo. Certo, la qualità dei giocatori che ci si può permettere dipende da quel che è possibile spendere. La tipologia, però, no. Se ho bisogno di una mezz’ala e non di una mezza punta, vendo l’una per acquistare l’altra. Appoggio l’allenatore, parlando chiaro a qualcuno che volesse fare il furbetto nello spogliatoio, e lo difendo pure da eventuali contestazioni dei tifosi per mancanza di risultati. E non tollero che, per il fatto di essere più debole di un altro, debba subire sempre in silenzio delle ingiustizie arbitrali. Combatto fino allo stremo delle mie forze, a prescindere da quante esse siano. Non aspetto supinamente il mio nemico sulla riva del fiume. Altro che cadavere. Così facendo, lo vedo passare in gondola. Martedì ci sarà l’audizione Uefa. Vedremo cosa salterà fuori. Certo, non c’è da stare tranquilli. Hai capito in quali guai sono immersa a causa del mio immenso amore per il Milan, caro Albert? Le tue battaglie con spazi, tempi, lampi di luce, precessioni di orbite, a confronto, erano bagatelle. Superare la gravità Newtoniana con la Relatività Generale per te è stata una quisquilia. Mica dovevi superare Gobbi e Orrendi, tu. Va bene, dai, sono un po’ matta. Pazienza. Ma soprattutto sono preda di un’ardente passione rossonera. E le passioni ti possono mandare in Paradiso o all’inferno. Spesso si pagano con monete infuocate, prodotte dalla zecca della rabbia e della frustrazione. Non importa. Qualche volta cerco rifugio nel porto dell’ironia e sono sempre qui con il mio “ Forza Milan!”
Chiara
P. S. Sento ora che Calha rientra, dopo aver giocato contro la Svezia, per il riacutizzarsi del problema al piede. Solita sfortuna? No! Cretino lui e chi l’ha lasciato andare!
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