Scherzi a parte

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Sarò brevissima. Interrompo il mio dignitoso silenzio stampa, dovuto a una profonda crisi di rigetto, solo per il fatto che non mi voglio nascondere dopo il gol di Suso. A me il ragazzo continua a non piacere. La punizione da quella posizione è nel suo bagaglio tecnico. Lo so e lo sapevo. Ma questo non cambia di una virgola la mia opinione su di lui. Anzi, forse qualcosa è cambiato. Io credevo che fosse Suso la causa dell’incaponimento sul 4-3-3. Invece no. Jesus non è stato sostituito da Leao, come avrei desiderato. Nessun cambiamento di modulo. Ha giocato Casti. Quando mi hanno detto la formazione, pensavo di essere su Scherzi a parte. Insomma,voglio da una vita Suso in panchina e adesso che ce l’ho mi arrabbio pure. Mi sento presa per i fondelli. Detesto questo 4-3-3. Mi spegne e mi avvilisce. Mi fa proprio schifo. Il mio dubbio non è Leao o Piatek. Io voglio Leao e Piatek. Come non detto. Non ho guardato la partita con la Roma. Non ho seguito l’assemblea dei soci. La Società, purtroppo, è quel che è. Come la gestione tecnica. Dopo tante illusioni non posso più stendere un velo pietoso, perché ho finito le mollette. E così cerco vigliaccamente un’arma di difesa nella fuga. Mi interesso e scrivo d’altro, sfogando le mie pulsioni, assecondando le mie emozioni in ambiti che non sono calcistici. Nemmeno sapevo dell’anticipo degli Orrendi. Sono diventata una zolla arida, bruciata dalla frustrazione. Le mie passioni sono rattrappite. Congelate nel freezer di una delusione profonda. Senza via d’uscita, perchè mi hanno spento pure la luce della speranza. E’ questa la cosa grave.

Non siamo in grado di trovare uno sponsor e neanche una formazione sensata. Bilanci in profondo rosso e risultati sul campo imbarazzanti. Di cosa devo parlare? Non possiamo permetterci le due punte per via degli equilibri. Einstein diceva che la vita è come una bicicletta. Per rimanere in equilibrio, bisogna continuare a pedalare. Noi rimaniamo fermi sugli stessi concetti tattici. E io non ce la faccio più. Sono svuotata. Mi sento un povero tappeto sgualcito e frusto. Hai voglia di batterlo. Ormai non esce più niente. Traggo le mie uniche soddisfazioni sportive dalle bocce. Ho vinto la gara sociale. Per essere sincera, era a terne ed io ho goduto di un sorteggio favorevole. Molto bravi i miei soci. Ma ho giocato benino anch’io e mi godo formaggio, vino, olio e salame. Le nostre partite non me le godo da una vita. Mi metto davanti alla Tv e respingo la tentazione di cambiare canale. Più che guardare, guardicchio la partita. Il primo tempo scorre colloso. More solito. Un unico sussulto sulla traversa da metri quasi zero di Casti. D’altra parte, se si è lentissimi nello sviluppo della manovra e troppo spesso la palla viene consegnata a giocatori con le spalle volte alla porta avversaria… Ecco, c’è una cosa buona. Theo mi piace un sacco! Vedrai che non vinciamo neanche stasera. La Spal, nella sua modestia, è più pimpante e tiene meglio il campo.

La punizione è stata bella. Per me, però, continui ad essere più un fardello che una risorsa.

Magari nel secondo tempo mette Leao. Capisco da me di avere avuto un pensiero sacrilego.Blasfemo. Mi pento. Entrerà Suso. Infatti….. Ah, gli equilibri. Conosco bene i miei polli. Per questo sono così giù di morale. Vi è mai capitato di dire tra voi e voi : “ Quelle sono persone che, se invece di conoscerle, quel giorno andavo da un’altra parte, era meglio? A me sì. Un sussultino sul gol di Suso l’ho avuto. Poca roba. Lontano, sbiadito retaggio di antiche, violente passioni, sopite nel pantano di profonde frustrazioni. La squadra gioca contratta, rattrappita, impaurita. Io mi prendo i tre punti, fondamentali per mettere un po’ di fieno in cascina in vista del trittico terribile che ci aspetta. Ma non riesco a gioire. Sono spenta. Adesso Suso diventa un eroe e continueremo a sobbarcarci il suo fardello. E questo, per me, è un male. Occhio, che Novembre è il mese in cui comincia il suo letargo. Non importa. In ogni caso c’è pronto Casti. Così si continua ad andare di 4-3-3 e gli equilibri sono salvi. Meno male! Scherzi a parte, non ne posso più. Volavo sulle ali di un sogno chiamato Milan. Sono diventata preda di acque subdolamente limacciose, dalle quali non vedo una via d’uscita. Mi sento una pistola scarica come il mio Pum Pum Pum. Niente e nessuno riuscirà farmi credere che Cris non sia un grande centravanti. Per carattere non conosco il significato della parola “resa”. Scherzi a parte, ora sarebbe più opportuno dire che non lo conoscevo.

Chiara

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Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.