Wellcome Back A.C. Milan – Parte 1°
Per un impegno di famiglia non ho potuto vedere Milan-Lazio in diretta ma l’ho seguita di sfroso su WU costantemente informato dai compagni della redazione e da tanti fratelli rossoneri. Al 6° minuto la prima sentenza di Max che Vi riporto paro paro: “Leao immarcabile”. Conoscendo il tipo (intendo Rafa) mi sembra un po esagerato ma comunque è un bel segnale. ‘Sa mai che abbia davvero deciso di diventare un giocatore di calcio come molti di noi (me compreso) avevano sperato a lungo?
Passa poco e su un’altra chat Stefano da San Siro ci messaggia: “Raga, è ufficiale, siamo forti”. Continuo a chiedermi cosa sta accadendo visto che, personalmente, temevo molto questa partita in quanto la prima probante della stagione. Il resto lo sapete meglio di me. Il gol di Leao, l’errore dal dischetto del presidente (ma il tenore dei messaggi non sembra minimamente preoccupato), il gol di Ibra alla prima (e poteva forse mancare?) e poi, un finale in tranquillità. L’impressione che ho ricevuto da tutti coloro che la stavano vedendo era che il risultato non fosse mai stato in dubbio fin dalle prime battute. Mi chiedo se ho veramente interpretato correttamente il tenore dei messaggi o ho viaggiato troppo con la fantasia.
Scrissi qualche tempo fa: “…Il calcio d’Agosto, quello delle amichevoli, anche se di prestigio, dice poco. Dice poco ma non niente…” e scrissi anche che questa squadra mi piaceva per come stava in campo dando l’impressione di sapere sempre quello che doveva fare e come. Ora, non voglio intonare i miei peana dopo sole tre partite e, per essere del tutto sincero, il troppo entusiasmo che sento (e leggo da quasi tutti Voi qui sul night) un poco mi spaventa ma, ribadisco…
Che ad Elliott del risultato sportivo freghi poco e che abbia ben altri obiettivi in mente (quali boh… vedremo) pare chiaro, ma a mio parere, vista a posteriori (al tempo non ero così convinto per la verità) ha fatto una scelta intelligente. Dopo aver provato (e fallito) con Leonardo (che magari è pure bravino… se gli metti a disposizione una montagna di quattrini), ha messo nelle posizioni che contano tre uomini di calcio (Maldini, Massara e Moncada) di cui uno (Paolino) è indiscutibilmente legato al Milan con la mente, il corpo, l’anima ed il cuore essendo la sua una storia di famiglia che è arrivata alla terza generazione. Provo ad immaginare una cosa così…
Elliott: “questi sono i paletti finanziari entro cui dovrete operare”
MMM “Ok, ma sulle nostre scelte tecniche nessuno deve mettere lo zampino, fatto salvo il bilancio comandiamo noi se no la faccia non ce la mettiamo”
Elliott “No problem”, ed i tre hanno messo insieme una squadra (ed una rosa) che ha un senso. Tutto perfetto? Non direi. Chiaro che noi tifosi vorremmo un’altra proprietà, giocatori forti ed affermati, più certezze, insomma… siamo tifosi, siamo stati abituati bene, siamo il Milan e vorremmo tutto. Io per primo Criticai la scelta di Pioli (ad esempio), che sembrava il classico rimedio low cost quando c’era disponibile, che so, Spalletti (per dirne uno), ma sta dimostrando di essere l’uomo giusto al posto giusto. Di aver saputo dare tranquillità ai giovani, di averli fatti integrare con i senatori (Ibra in primis che è una specie di allenatore aggiunto, per me, perché dal suo punto di vista è il capo e basta), di aver dato stimoli a tutti e, soprattutto, aver dato a questa squadra una fisionomia ben precisa. Aggiungiamoci diverse scelte che si sono dimostrate azzeccate ed il risultato, fino ad ora, è stato questo. Adesso però ci aspettano le forche caudine di Anfield Non sarà una passeggiata contro gli Inglesi nella loro tana con la Kop a spingerli. Mi aspetto di giocarmela a testa alta, senza troppe paure e condizionamenti, il risultato conterà fino ad un certo punto. Wellcome back ? See you later guys…
Wellcome Back A.C. Milan – Parte 2°
L’esordio in Champions contro una delle squadre a mio avviso più forti in Europa, in un campo iconico come Anfield, con un pubblico ed una curva unici per passione e partecipazione, che quando canta “you’ll never walk alone” fa tremare gambe ben più esperte di quelle dei nostri ragazzotti, che supporta la sua squadra per 90’ filati qualsiasi sia il risultato, era sicuramente una delle prove più difficili che potevano capitarci.
Attenzione, ho detto più difficili, non peggiori. Una partita che implicava molti rischi, certo, tra cui quello della goleada, della sconfitta “brutta” per il modo prima ancora che per il risultato. Di contro uscire da un esordio così duro in modo positivo (al di là del risultato puramente numerico) poteva dare ai nostri ragazzi altre certezze da aggiungere a quelle già acquisite la scorsa stagione.
Che questo Liverpool disponga di valori parecchio superiori è lapalissiano (basterebbe guardare la loro panchina…), che Klopp sia uno dei migliori in circolazione anche, che sono avanti con la preparazione è una realtà e che noi, per non farci mancare nulla, arriviamo con fuori Ibra (che al di là di quello che poteva fare praticamente è sempre un esempio alla lotta per tutti gli altri), con Giroud in panca reduce dalla positività, e la versione 2.0 di Tonali, quella in gran forma, che piuttosto che niente ci arriva debilitato dalla colite spastica lo sapevamo. Bene, a partita conclusa mi arrivano due WU
“Stasera siamo diventati più forti”, recita il primo, “Sembravamo Stallone in Rocky, che continuava a cadere al tappeto ma si rialzava sempre. Un po di coraggio e consapevolezza in più ed avremmo fatto il colpaccio”, replica il secondo. E concordo con ambedue…
Per 30’ abbondanti soffriamo come cani, non riusciamo a gestire un pallone, a costruire una azione degna di questo nome, chiusi nella nostra metà campo. A mio avviso non è solo la differenza “tecnica ed atletica” tra i due team ma i nostri sono proprio bloccati mentalmente, le gambe molli e instabili (tranne Kjaer e Tomori). Complice un IronMike gigantesco (che para un rigore e sulla respinta fa una cosa insensata), non sbrachiamo e resistiamo sullo 0-1. Poi in un lampo i due gol. Inaspettati, impossibili anche solo da immaginare. Nel secondo la partita è un poco più equilibrata ma, come era logico aspettarsi, i reds continuano a spingere ed arrivano prima il pareggio poi il vantaggio definitivo (ed a mio avviso giusto).
Eppure… abbiamo lottato alla morte e fino alla fine ci abbiamo provato, abbiamo saputo resistere e colpire non appena abbiamo avuto una occasione, abbiamo spaventato una squadra (ed il suo pubblico) sulla carta molto più forte di noi, abbiamo conquistato il loro (e non solo loro) rispetto. Soprattutto abbiamo acquisito la consapevolezza che pur con tutti i nostri limiti, con tutte le mancanze, con un mercato dal quale tutti noi ci saremmo aspettati qualcosa di più (ammettiamolo dai…), possiamo giocarcela con tutti ed essere ostici anche per i più forti in assoluto. La classica squadra dalla quale puoi aspettarti di tutto. Pericolosa. Credo che ora lo sappiano anche i nostri ragazzi, lo sappia Pioli e lo sappiano in società. Sanno che possono osare e, ancora di più, lo sanno i nostri avversari che ci affronteranno ora con qualche (forse parecchi) timore in più e sicurezze in meno.
Questo ha detto il primo spezzone di stagione e francamente era difficile aspettarsi di meglio. Allo stesso tempo però bisognerà non disperdere le certezze acquisite e continuare con lo stesso atteggiamento per il resto della stagione. A partire da Domenica dove troveremo una Juve rinfrancata dalla facile vittoria con il Malmoe e desiderosa di riprendersi anche in campionato ma che se riusciremo a battere potrebbe avere un contraccolpo “definitivo” togliendoci una rivale per i posti che contano. Se ci riusciranno, se spogliatoio, allenatore, staff e società, rimarranno uniti (come sembra che sia), se sapranno andare oltre i momenti difficili che capitano a tutte nell’arco della stagione, qualcosa di (molto) buono accadrà. Adesso sta solo a loro, a noi il compito di crederci. Wellcome back A.C. Milan; così hanno commentato anche gli Inglesi l’altra sera…
FORZA MILAN
Axel
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