Zirkzee, Morata ed altri incidenti…

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In Luglio mi sono eclissato, lo ammetto. Potrei raccontarvi che il lavoro mi ha completamente assorbito che questo mese nel mio settore, come immagino anche in molti altri, è un mese terrificante. Sapete com’è, tutti vogliono tutto prima delle ferie e dovremmo avere il dono della ubiquità. Sarebbe anche vero ma in realtà, se si vuole davvero, una mezzoretta per scrivere un post la si troverebbe sempre. Il motivo reale è che ho voluto estraniarmi, staccare per un poco, purificarmi… Già dalla fine del campionato non avevo buone sensazioni ed ho preferito stare alla finestra per poter osservare da lontano, con un certo distacco, le mosse della società. La speranza che qualcosa potesse cambiare, per quanto flebile, ho voluto mantenerla e, prima di sbilanciarmi, volevo avere qualche certezza in più. Inoltre, su come si stessero muovendo, su come e per che obiettivi questa specie di banda bassotti in salsa “Bocconi e wall street” sta manovrando il Milan, sulla campagna saldi ed offerte speciali, sulle caratteristiche tecniche dei giocatori, sulle supercazzole di Ibra, che evidentemente hanno mandato a studiare alla “Mascetti Conte and friends Co, Ltd – Management and Hyperdickeries” (famoso studio di consulenze sito in Pearl street nella grande mela) e, più in generale, su tutti gli argomenti che riguardano il sodalizio rossonero, ne hanno scritto con dovizia di particolari ed in modo esaustivo quanto disincantato, i colleghi della redazione che ne sanno ben più di me. Io sono solo un tifoso, non sono uno studioso del calcio nè tantomeno un fine commercialista, come il nostro SEAL, che dei conti del Milan ne sa più di Furlani… va beh, non ci vuole molto, direte Voi, ma il buon SEAL gli ha persino contato i peli del sedere (di Furlani intendo) per capire il perché dell’anomalo ammontare della voce “lamette” nel bilancio del Milan…  Si sa che i bocconiani amano avere il posteriore liscio e ben rasato….

Ma torniamo a noi. Ero rimasto ad alcuni punti fermi più e più volte dichiarati da tutti gli esponenti della società, il Cardinale Decano Gerardo in primis. Provo a riassumere)

  1. Noi non vinceremo sempre. Non perché non potremmo… se vincessimo sempre vi annoiereste, vi rompereste le scatole, vi allontanereste dal tifo e non godreste più… e noi vi vogliamo troppo bene per privarvi di tale godimento…
  2. Non sempre, come abbiamo appena ribadito, ma vogliamo tornare a vincere, e vinceremo! (ops… dove l’ho già sentita questa…). Solo che non lo faremo comprando grandi giocatori, assumendo bravi allenatori ed investendo negli staff tecnici. Così sarebbe troppo facile… dove starebbe il gusto? No, noi useremo modi alternativi, rivoluzioneremo il mondo del calcio ed il concetto stesso di vittoria.
  3. Costruiremo stadi ovunque. A san Donato, per iniziare, ma poi anche a New York, Boston, Jakarta (lo stadio di Bagminton più capiente al mondo), Rawalpindi e Kuala Lampur, per finire con il Ping Pong red and black stadium a Pechino dove milioni di cinesi verranno ad assistere alle eroiche gesta di Ma Long con pallina e racchetta spendendo i loro Renmbimbi a profusione.
  4. Non compreremo giocatori, li alleveremo. Selezioneremo i bambini più promettenti nell’intero universo. Avete presente quelli che già nella culla risolvono equazioni trigonometriche di quarto grado, che all’asilo fanno ruotare gli oggetti nell’aria con la sola forza del pensiero, che predicono il futuro? Ecco quelli. Si mormora persino abbiano trovato un ragazzino capace di dividere le acque del Po a Piacenza. Non sarà il mar morto ma avrebbe comunque il suo perché… Li alleveremo in serre a alta tecnologia, gestite dall’intelligenza artificiale e saranno istruiti dalla congregazione dei maestri zen che insegneranno loro l’arte della preveggenza. Impareranno a prevedere le traiettorie del pallone, ad indirizzarlo con la sola imposizione delle mani nelle porte avversarie. Poi, per il vostro puro sollazzo, forse, prenderemo anche qualche giovane di belle speranze…

Forte di queste granitiche certezze mi verrebbe da dire…

Punto primo… tra il non vincere sempre, il provare almeno a vincere ed il non vincere mai, se non per suicidio conclamato dell’unico avversario (vedi lo scudetto targato Pioli,) ci sarebbe una certa differenza. Differenza che ad ora ancora non sono riuscito a notare… sono rimasto al mai…

Punto secondo… ritornare a vincere sarebbe una bella idea, condivido, ma mancherebbe l’avverbio temporale, quindi quando pensereste di realizzare cotanto miracolo? Se sarà nel prossimo millennio temo non farò in tempo a vederlo… però devo ammettere che il concetto di vittoria l’avete già rivoluzionato. La vittoria del bilancio è saldamente nelle nostre mani… ad imperitura memoria. “Ma un fondo d’investimento fa business non beneficenza” mi viene spesso rimproverato. Si certo ma allora com’è che il fondo, quell’altro, quello dei cattivi, dei cugini brutti e rognosi, la prima cosa che ha fatto dopo aver rilevato una società con i bilanci più disastrati della baia di Pearl Harbour dopo l’attacco Giapponese del 1941 ha rinnovato a nove netti all’anno al suo giocatore più impostante e rappresentativo? Magari esistono anche altri modi di fare business. Modi che prevedano anche il vincere sul campo?

Punto terzo… sarei già contento se finalmente costruissero sto benedetto stadio a San Donato. Non per altro ma almeno finirebbe questa neverending story. Nemmeno la trilogia del signore degli anelli è così travagliata…

Punto quarto… tralascio i bambini, che saranno pronti quando, ammesso di essere ancora su questo mondo (non così scontato visto che ho una certa…), ben che vada sarò in una RSA non più in grado di intendere e di volere… rimanendo ai giovani di belle speranze. Per mesi tutta la stampa, inclusa quella di regime, ci ha scartavetrato gli zebedei con Zirkzee. Adesso faccio il serio. Ogni giorno una novità. “Il Milan è vicino a Zirkzee”, “il Milan è sempre più vicino a Zirkzee”, “Il Milan ha scelto Zirkzee”, “Zirkzee ed il Milan si sono già scelti”, “il Milan è sopra Zirkzee”, “Il Milan è talmente sopra Zirkzee da temere la deflorazione…”. Beh, se la politica societaria fosse davvero quella di investire su giovani con grandi potenziali avrebbe un suo senso. Non sarà Haaland o ‘Mbappè, ma sarebbe stata una scelta logica anche in funzione del tipo di centravanti. Di manovra piuttosto che stoccatore, che con gli esterni offensivi che abbiamo avrebbe potuto starci alla grande. Poi di colpo in pochi giorni la storia si è sgonfiata ed il buon Zirk è atterrato in altri aeroporti… Intendiamoci, che una trattativa salti ci starebbe ma è il come è stata narrata a lasciare quel filo interdetti.

Prima è stata fatta filtrare l’indiscrezione che stavano valutando diversi profili. Evvabbè…
Poi è partita la campagna contro l’immoralità dei 15 milioni di provvigione richiesti da Kia J. con tanto di articoli ed interviste ai “giornalisti sportivi più influenti” che si affannavano ad applaudire la rettitudine della nostra dirigenza. Che allora mi chiedo… se il cartellino fosse costato 52 milioni e le provvigioni fossero state tre onesti milioncini sarebbe cambiato qualcosa? Non sarebbe stato meglio dire che 55 milioni per un giocatore non li spendono per assioma? Per finire con un perentorio: “Zirkzee? non è mai stato un nostro obiettivo”. Non sembra anche a voi che qualcosa strida? Poi, per soprammercato, in onore alla politica dei giovani da far crescere in casa, per sostituire un “vecchietto” in partenza per una dorata pensione negli Usa abbiamo preso Morata. Buon giocatore, per carità, ma 32enne (ad ottobre) e non proprio di primo pelo… Non esattamente il profilo che mi sarei aspettato.

Sarà ma questa società sembra un ubriaco che guida di notte, in inverno, su una provinciale in lomellina con la nebbia più fitta dei fumogeni dei navy seal all’assalto… speriamo di non incontrare un TIR carico di mattonelle in arrivo sull’altra corsia…

Chiudo, che per oggi ve li ho scartavetrati a sufficienza, gli zebedei… Nonostante queste premesse non voglio partire prevenuto. Prometto che attenderò con ansia l’inizio della prossima stagione e che se faremo una bella figura (non pretendo vincere a tutti i costi mi accontento di competere degnamente) e le premesse per il futuro saranno positive sarò il primo a cospargermi il capo di cenere, fare atto di contrizione, ammettere di non aver capito una beata e mi metterò in marcia per “il cammino di Milanello” indossando il cilicio con il flagello in mano per espiare il mio peccato di mancata fede nel verbo… Al momento però, permettetemi di essere quanto meno scettico…

Questo non è più calcio… sono solo … altri incidenti.

il calcio vero per me è un’altra cosa ma per questo vi rimando al prossimo post…

Forza Milan

Axel

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