Premessa 1.
Lasciatemelo dire. Voi nighters siete straordinari, non c’è niente che riguardi il Milan, anche se da lontano, che sfugga a qualcuno di Voi. In un modo o nell’altro qualcuno arriva sempre al punto. In questo caso il fratello Madsun ha stimolato il nostro ForThose che, essendo praticamente di lingua madre, si è ascoltato e riascoltato l’intervento del nostro buon Gerry. Rispetto a quel poco e raffazzonato che hanno riportato i nostri media (svsd) ha cercato di capirne i concetti essenziali e ci ha mandato la sua traduzione e le relative interpretazioni. Approfitto della pausa (e per fortuna che c’è…) per riportarVi integralmente quanto mi ha scritto che ho trovato illuminante… Il post è lunghino ma vale la pena. Grazie a For e Madsum e … buona lettura !
Grazie all’amico Madsun mi sono ascoltato l’intervento di Gerry Cardinale alla conferenza su sport e investimenti organizzato dalla MIT Management Sloan School che alcuni media legati al Milan* hanno riportato con una traduzione (e riduzione) a dir poco balbettante. Il testo sgangherato faceva riferimento ai soli interventi di Cardinale ma in realtà, insieme a lui, c’erano altre due figure: Mitch Lasky, imprenditore e co-proprietario degli LAFC e Steve Pagliuca, co-proprietario dei Boston Celtics e dell’Atalanta (che sapevo avesse un proprietario americano ma non sapevo chi fosse).
*C’è da dire che almeno loro lo hanno ripreso. Sui media nazionali non mi pare di avere visto nulla (correggetemi se sbaglio). Eppure, come sto per esporre, si è parlato anche del futuro del calcio italiano ed europeo, non certo di Milan e basta.
PREMESSA 2
Economia e finanza sono per me come aramaico antico. Ciononostante, ho trovato la chiacchierata di un’ora coi tre imprenditori parecchio interessante e vorrei provare a proporvi alcuni dei passaggi (quelli che ho capito!) che credo possano interessare noi tifosi del Milan e del calcio in generale.
A differenza delle riduzioni dei media citate prima, che hanno riportato solo gli interventi di Cardinale, farò riferimento agli interventi di tutti e tre gli speakers.
LA BOLLA
Proprio per ciò che ho appena detto non mi soffermerò molto sul primo argomento trattato, molto tecnico, ma una cosa mi ha subito fatto storcere il naso. Parlando delle valutazioni mostruose che stanno assumendo certe società sportive (basti pensare al miliardo e trecento milioni del nostro Milan, ai 4 e più miliardi del Chelsea) Lasky fa notare una cosa: negli USA non esistono le retrocessioni. Il concetto è poi sottolineato anche da Cardinale. Questo aspetto, dal punto di vista dell’investitore, è molto importante perché garantisce alla società un valore più o meno stabile proteggendola dal “disastro” che comporterebbe una eventuale retrocessione. Più avanti (vedi capitolo Wild West) parlo della volontà di Cardinale e Lasky di cambiare le cose in Serie A e in Europa in generale. Ecco, spero che la lega chiusa non sia tra le innovazioni che vogliono introdurre perché, come ho già avuto modo di dire, la ritengo l’antitesi della competizione sportiva.
INTROITI
Qui non ci sono enormi novità rispetto a quanto noi tifosi milanisti stiamo velocemente imparando. Secondo i tre amigos le società sportive sono (attenzione al termine: sono, non diventeranno!) sostanzialmente delle media company. Scommesse sportive, musica, cinema, video games (molti di voi in questi giorni avrà ricevuto la mail che pubblicizza la livrea rossonera dell’auto di un videogioco), sistema di token (per quelli come me che ci capiscono poco o nulla, come esempio cito uno dei nostri sponsor, Socios che, dietro pagamento, ti fa partecipare attivamente ad alcune scelte sulla squadra. Anche qui tornerò sul concetto poco avanti nel capitolo Community). Insomma, tutta roba che per i più romantici e casciavìt di noi (leggi: vecchi) sono peggio dell’acqua santa per il diavolo ma a cui dovremo fare il callo se vogliamo tornare a competere con i colossi europei perché oggi sono anche queste le attività che ti fanno guadagnare.
WILD WEST
A proposito di “come fare soldi”, una cosa che afferma piuttosto nettamente Pagliuca è che le varie leghe (europee, ndr) dovranno prima o poi darsi delle regole un po’ più stringenti, facendo riferimento in particolare al salary cap (a proposito, è cap, non cup). “La NFL è la lega più di successo perché garantisce un equilibrio competitivo con regole certe e un adeguato bilanciamento dei salari. Credo che anche altre leghe dovrebbero adottare tali regole”
Personalmente sono assolutamente d’accordo con un salary cap anche nel calcio. Azzardo che andrebbe fatto a livello UEFA. Eviteremmo la cannibalizzazione che sta operando le EPL ai danni del resto d’Europa.
Cardinale è ancora più severo:
“in Europa c’è una sorta di Wild West regolamentare” (da noi lo chiameremmo Far West).
“Il Milan è una società enorme che è stata under managed così come lo è la serie A” cioè, in termini a noi comprensibili, gestite di merda! Non credo ci sia nulla da aggiungere.
“Io credo fermamente nel rigore e non credo sia necessario sacrificare i risultati sportivi per i soldi e viceversa”.
“Io e Steve Pagliuca siamo avversari in serie A ma siamo anche soci perché lavoriamo insieme per il bene della Serie A”
In altre parole, se il contesto in cui operi è sano, si possono ottenere successi sportivi senza sacrificare la sostenibilità economica. E in effetti noi l’abbiamo dimostrato l’anno scorso e il Napoli quest’anno.
Cardinale dice insomma – magari con un po’ di spocchia e presunzione Yankee – che la serie A va gestita diversamente e che la presenza di proprietà americane – ben 11 su 20 squadre in A – con la loro mentalità più rigorosa, possa aiutare in tal senso.
Aggiunge un dato importante: i diritti televisivi della Serie A valgono un terzo di quelli di EPL e la metà di quelli de La Liga. Questo, dice Gerry, è inaccettabile e (noi proprietari, ndr) dobbiamo metterci insieme e cambiare questa cosa perché la Serie A non può valere così poco dato il tasso tecnico e l’appeal delle squadre che la compongono.
COMMUNITY
Qui è quando il freddo uomo d’affari mostra di avere un cuore (ci credete? 😁)
Pagliuca parla dell’importanza che ha il legame tra squadre e comunità locali. Lui parte dai suoi Boston Celtics (non so nulla di NBA ma credo siano una squadra un po’ sui generis per il panorama americano) e dal loro legame con la città. Legame rinforzato con la creazione di una fondazione che opera a Boston aiutando i cittadini. Questo genera un circolo virtuoso: più tu dai alla comunità più loro saranno grati e aumenterà il numero di tifosi (e quindi più soldi).
In Italia la cosa è ancora più “facile” perché il legame tra città/comunità e la propria squadra è ancora più forte e appassionato: “la gente nasce e muore con la squadra” (Pagliuca).
La Parola community ritorna quando si parla di DAO. Qui si entra in mondo a me del tutto sconosciuto per cui mi fermo subito ma ho trovato interessante un aneddoto di Pagliuca: anni fa i Celtics hanno emesso delle azioni che sono andate a ruba non certo per il loro valore economico ma per il valore affettivo. Il tifoso voleva avere il piacere di sentirsi ufficialmente parte della comunità. Ufficialità certificata dal pezzo di carta con scritto “azionista” che il tifoso poteva esporre incorniciato con orgoglio.
Axel, Seal, Johnson, vi ricorda qualcosa?!
UDINESE
Che c’entra l’Udinese? Beh, Lasky l’ha citata (assieme all’Atalanta, con Pagliuca che ha subito replicato dicendo che le cose a Bergamo stanno cambiando) come esempio di squadra il cui core business non è vincere ma valorizzare e rivendere giocatori (il famoso player trading). Ecco, tutti quelli (pochi oggi a dire il vero) che ancora pensano che Red Bird voglia trasformarci in una Udinese resteranno delusi. Il Milan non sarà quel genere di società. (Vedremo alla fine che altro “rischio” corre però)
DATA ANALISYS
Qualche giorno fa Chiara ha scritto molto polemicamente che Cardinale pensa di gestire il mercato del Milan con algoritmi e dati (ci torno anche nel finale). In realtà Gerry ha detto che il Tolosa è stato “costruito” usando solo dati e algoritmi ma che era un esperimento (ben riuscito a detta sua visto che sono tornati in League1 dopo un anno).
Sul Tolosa Nuit saranno giustamente incazzé perché Red Bird sta usando la loro squadra come un laboratorio per poi applicare i risultati migliori nelle due “big” della stessa proprietà. Al Milan (e al Liverpool, l’altra squadra dove Cardinale ha le mani in pasta) serve un approccio diverso. Oltre a dati e algoritmi serve lo scouting, il valore aggiunto umano. Scouting che viene supportato (non sostituito) dall’analisi dei dati. Pagliuca ha aggiunto che in Italia l’analisi dati è ancora poco usata e che loro all’Atalanta hanno assunto dei data analists che hanno anche portato “in gita” a Boston per confrontarsi con la struttura dei Celtics (hanno scoperto un sacco di analogie tra calcio e basket).
Aggiungo di mio che un altro sport dove si fa un uso massiccio della data analisi è il rugby.
Il calcio, ancora una volta, è parecchio in ritardo quando si tratta di innovazioni.
SUPER LEAGUE E DINTORNI
A domanda precisa Cardinale è piuttosto categorico: “la SL è stata un fallimento e io non ne vorrei nemmeno parlare. È istruttivo però chiederci perché sia nata.” Secondo il buon Gerry è in atto uno scontro tra leghe europee e EPL e, per contrastare gli inglesi, gli europei avevano avuto questa bella pensata.
Cardinale espone quindi la sua idea di come dovrebbero essere le leghe.
Nota: teniamo sempre in mente che sta parlando da investitore e che il suo faro, lo scopo finale a cui tutto tende è fare soldi. Non è Moratti!
“A me piacerebbe molto vincere lo scudetto e la UCL ogni anno ma se il Milan lo facesse andrei contro i miei stessi interessi. Non si possono comprare i titoli (evidentemente a Torino non lo sapevano, ndr) ma ciò che, guardando da un freddo punto di vista economico, posso e devo fare è ridurre il margine di incertezza e assicurare una performance consistente negli anni”
Ecco, qui si va sullo scivoloso perché se da un lato dice che il Milan non sarà una Udinese, dall’altro cita come esempio di genio (sempre economico) il proprietario dei Dallas Cowboys che, dice Gerry, hanno un valore economico storicamente altissimo ma non vincono un titolo da moltissimi anni. Insomma, non saremo l’Udinese ma non è che essere l’Arsenal sia molto meglio!
CONCLUSIONE 1
Chiudo con un secondo riferimento alle critiche della nostra prof allo zio Gerry:
“RedBird sta al Milan come il Qatar al Psg. Pazzesco. Prego? Ti rendi conto di quel che dici? Vuoi proprio prenderci per i fondelli, eh! Siamo un club algoritmico e parametrico in mano a gente che vedrei volentieri lontano dal Milan. Và a dà via i ciapp, Gerry. Sei inadeguato, fastidioso e inquietante.”
In realtà, anche qui siamo stati fuorviati dalla traduzione e riduzione grottesca che ci hanno propinato i media pecorecci.
Cardinale ha citato il Qatar del PSG dicendo che “in Europa (quindi tutti eccetto la EPL, ndr) Red Bird e il Qatar sono gli unici due investitori/proprietari istituzionali* nel calcio.” Lo ha detto per sottolineare la differenza tra EPL e resto d’Europa che non attrae questo genere di investitori (regole incerte, poca trasparenza, lacci burocratici… vagli a dire il contrario pensando all’Italia!). Non ha in nessun modo voluto comparare il modus operandi delle due entità.
*lui ha usato il termine INSTITUTIONAL. Credo in italiano sia ciò che chiamiamo banalmente FONDI ma qui chiedo l’aiuto di chi ne capisce.
Spero la lunga lettura non sia stata troppo tediosa. Come detto è una riduzione for dummies (parlo per me, eh), quindi escludendo tutti i passaggi più tecnici, di un discorso per aspiranti esperti di economia aziendale che voleva colmare la lacunosa e sgangherata sintesi che è circolata qualche giorno fa.
Conclusione 2
Di mio aggiungo solo che per quanto ho potuto leggere e per quel pochino che ho capito, la realtà è che in questo mondo dove tutto oramai cambia alla velocità della luce, anche lo sport e quindi anche il calcio, subiranno una rivoluzione epocale. Sarà solo business come forse è anche giusto che sia. Rimane che da vecchio tifoso quale sono rimpiangerò per sempre quei tempi dove le squadre erano di proprietà e gestite dai vecchi magnati. Certo, era anche il desiderio degli stessi di essere sempre alla ribalta (vedi il Berlusca) o di fare affarucci sotto traccia approfittando di una posizione in vista (se non peggio) ma in fondo c’era anche una quota di passione che andava oltre. Ho amato il Milan di Berlusconi con gli scontri epici contro l’Inter di Moratti, lo ammetto, ma ho amato anche quello di Farina nonostante tutto quello che successe ed i rischi di perdersi nel nulla ma la poesia intrinseca che stava in “quel calcio” si sta perdendo e temo si perderà del tutto. Il futuro che ci aspetta non mi entusiasma ma è sempre meglio fare i conti con la realtà. Alla fine dei conti in campo si va e si andrà sempre in undici contro undici in 110 metri per 60…
FORZA VCRN
Axel per ForThose e Madsun
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